La coperta è corta. Copri una parte, si scopre quell'altra. Sembrava che gli sforzi fatti per la conservazione delle tartarughe marine nel sudest asiatico, un'area particolarmente sensibile, stessero dando buoni risultati quando si è scoperto che una nuova minaccia è viva e morde quell'area: catture illegali di tartarughe da parte di navi cinesi e vietnamite.
Le notizie sono abbastanza recenti ed è facile pensare che quello che si è scoperto sia solo una parte di quello che sta realmente avvenendo. A marzo 2007, nell'arco di una settimana, le autorità della Malaysia hanno bloccato e sequestrato due navi cinesi nelle acque del Borneo: una aveva a bordo 200 tartarughe verdi e embricate, di cui solo venti ancora vive. L'altra ne aveva 70, quasi tutte morte.
Due mesi più tardi la notizia shock di una nave cinese che aveva a bordo ben 397 tartarughe morte, probabilmente comprate da piccoli pescatori locali "incaricati" di portargliele. Curioso, ma anche inquietante, il ritrovamento sempre in maggio di un vascello dal nome esplicativo di "Arca di Noè", in acque cinesi, che aveva a bordo quasi 5000 animali rari, comprese tartarughe...
Molti casi anche negli anni precedenti, dal 2002 in poi, sono tristemente noti, con carichi di centinaia di tartarughe. Come la rete trovata in acqua nel 2005, con 150 tartarughe impigliate e annegate, in attesa di essere recuperate.
In alcuni casi è stata accertata la pesca con la dinamite o con veleni, senza riguardo quindi per tutta la vita marina, per esempio lungo la barriera corallina filippina.
Le tartarughe verdi sono catturate e uccise per la loro carne. Le embricate anche per il loro bellissimo guscio con cui costruire oggetti, souvenirs eccetera. Le navi risultano attrezzate per pulire e stoccare i gusci già a bordo, pronti per essere dunque commerciati già all'arrivo ai porti di origine.
Il quadro non è per niente confortante e dal momento che la Cina è uno dei paesi che hanno recepito la Cites, la convenzione internazionale per la protezione delle specie protette, tra cui anche tutte le tartarughe marine, si stanno facendo pressioni sul governo cinese affinchè intervenga. Figuriamoci...
Le notizie sono abbastanza recenti ed è facile pensare che quello che si è scoperto sia solo una parte di quello che sta realmente avvenendo. A marzo 2007, nell'arco di una settimana, le autorità della Malaysia hanno bloccato e sequestrato due navi cinesi nelle acque del Borneo: una aveva a bordo 200 tartarughe verdi e embricate, di cui solo venti ancora vive. L'altra ne aveva 70, quasi tutte morte.
Due mesi più tardi la notizia shock di una nave cinese che aveva a bordo ben 397 tartarughe morte, probabilmente comprate da piccoli pescatori locali "incaricati" di portargliele. Curioso, ma anche inquietante, il ritrovamento sempre in maggio di un vascello dal nome esplicativo di "Arca di Noè", in acque cinesi, che aveva a bordo quasi 5000 animali rari, comprese tartarughe...
Molti casi anche negli anni precedenti, dal 2002 in poi, sono tristemente noti, con carichi di centinaia di tartarughe. Come la rete trovata in acqua nel 2005, con 150 tartarughe impigliate e annegate, in attesa di essere recuperate.
In alcuni casi è stata accertata la pesca con la dinamite o con veleni, senza riguardo quindi per tutta la vita marina, per esempio lungo la barriera corallina filippina.
Le tartarughe verdi sono catturate e uccise per la loro carne. Le embricate anche per il loro bellissimo guscio con cui costruire oggetti, souvenirs eccetera. Le navi risultano attrezzate per pulire e stoccare i gusci già a bordo, pronti per essere dunque commerciati già all'arrivo ai porti di origine.
Il quadro non è per niente confortante e dal momento che la Cina è uno dei paesi che hanno recepito la Cites, la convenzione internazionale per la protezione delle specie protette, tra cui anche tutte le tartarughe marine, si stanno facendo pressioni sul governo cinese affinchè intervenga. Figuriamoci...