E’ stato pubblicato di recente un libro sugli squali dell’Adriatico (Sharks of the Adriatic Sea [Knjiznica Annales Majora, 2004]). Vi sono elencate 28 specie diverse. Non tantissime, forse, anche tenendo conto del fatto che in tutto il Mediterraneo le specie di squali presenti dovrebbe essere circa una cinquantina.
Eppure sono convinto che sapere che nel nostro mare vivono quasi trenta specie diverse di squali possa effettivamente colpire e stupire qualcuno, e magari, perché no, spaventare qualcun altro. A volte è ridicolo, ma capita di sentir dire che è meglio non parlare di squali in riviera, soprattutto d’estate. Ma fa parte sempre di una visione distorta, sia degli squali stessi, “feroci predatori senza cervello”, sia del nostro mare, bagnarola per turisti e mai culla di biodiversità e ricchezza biologica.
Invece gli squali adriatici sono un patrimonio, come i delfini, le tartarughe, i tonni, il pesce azzurro e le vongole.
Le specie presenti in Adriatico sono molto diverse, sia ecologicamente, cioè per il tipo di ambiente che prediligono e quindi di vita che conducono, sia anche dal punto di vista morfologico con forme e dimensioni molto differenti.
Chiaramente molte di queste specie sono di piccole, o relativamente piccole, dimensioni e in genere vivono in prossimità del fondo. Sono squaletti che siamo più abituati a vedere sui banchi del marcato che non nei documentari sui grandi predatori del mare… Specie come il palombo, lo spinarolo, il gattuccio sono molto comuni e spesso sono anche battezzate con lo stesso nome comune di “cagnetti”.
Ma non mancano affatto anche squali di dimensioni di tutto rispetto, dai 2 metri e mezzo dello squalo grigio ai tre metri del curioso squalo “ronco” e ai quasi quattro dello smeriglio (molto spesso confuso con lo squalo bianco). Per poi arrivare ai bestioni di oltre quattro metri come lo squalo capopiatto (detto anche squalo vacca), lo squalo toro (che si ammira in tutti gli acquari del mondo, per il suo aspetto truce, i suoi denti appuntiti e la sua indole invece pacifica e lenta), lo squalo mako, velocissimo predatore dal muso appuntito, lo squalo martello comune.
Fra i grandi pelagici che frequentano le nostre acque ricche di cibo ci sono anche la verdesca, il bellissimo squalo blu, oramai decimato dalla pesca sportiva, così come l’altrettanto elegante squalo volpe dalla coda lunghissima (può raggiungere i sei metri totali, di cui tre solo di coda). Queste due specie, come anche il più raro squalo grigio, scelgono l’alto Adriatico come vera e propria culla dove partorire i piccoli.
Ricordiamo inoltre che occasionali sono gli avvistamenti di un vero e proprio gigante, lo squalo elefante o cetorino, enorme pesce filtratore che può arrivare a nove metri di placida eleganza. Specie che nel 2001 è stata protagonista di una vera e propria invasione con più di sessanta segnalazioni in un mese circa…
(nella foto un esemplare di circa 8,5 m fotografato al largo di Cesenatico)Infine sporadici oramai sono gli avvistamenti dello squalo bianco che all’inizio del secolo frequentava regolarmente le tonnare del golfo di Trieste. Ora, a quanto pare, con il diminuire delle prede, il grande bianco appare oramai solo occasionalmente, e ogni volta con gran clamore. Ma forse non ama la pubblicità…