E’ di pochi giorni fa la notizia dell’estinzione di una specie di delfino, di acqua dolce, che viveva nel fiume Giallo in Cina. E’ la prima estinzione di una specie di Cetaceo causata dichiaratamente dall’uomo. Una pessima notizia, dunque.
Il delfino di cui parliamo oggi, il delfino comune (Delphinus delphis), comune non lo è affatto, nonostante il nome, e non rischia l’estinzione, perlomeno a livello globale, mentre è la popolazione mediterranea di questa specie che sta rischiando, mentre quella adriatica… non esiste più.
Il Delfino comune è un animale estremamente grazioso; piccolo, non supera i 2,3 m, affusolato, agile e scattante, ha un bel disegno sui fianchi che ricorda una clessidra, parte della quale ha un particolare color crema, senape o ocra. E’ una specie che vive in gruppi anche molto numerosi.
Una volta diffuso in tutto il bacino mediterraneo, la sua popolazione negli ultimi 30-40 anni si è come… ritirata. Ne sono rimasti infatti ormai solo dei gruppi in alcune aree: nel mare di Alboran, nel Tirreno meridionale fino al canale di Sicilia, nella Grecia ionica e nell’Egeo.
Ci sono foto e documenti che dimostrano come il Delfino comune fosse, fino a qualche decade fa, il cetaceo più comune nelle acque adriatiche.
Il declino, che poi è diventata scomparsa, del piccolo cetaceo dalla acque nord-adriatiche è iniziato e si è compiuto a metà del secolo scorso, fino agli anni ’60 circa, quando un’intensa campagna di “caccia” a questi animali (in competizione con la pesca), supportata da leggi dello stato, è stata portata a termine. Non solo: il delfino comune è specie molto meno robusta e resistente, anche ai cambiamenti ambientali, rispetto per esempio al tursiope, delfino costiero grosso e tenace. E infatti proprio il tursiope ha oggi in qualche modo, preso il sopravvento prima, e sostituito poi, il Delfino comune nel nostro mare, risultandone oggi l’unico cetaceo regolarmente presente.
In effetti, oltre alla campagna di catture di cui si parlava sopra, altre cause pare abbiano allontanato il Delfino comune da queste acque: cambiamenti (leggi degrado) ambientali, diminuzione delle prede, forme di inquinamento chimico hanno progressivamente cancellato il delicato cetaceo dall’Adriatico.
Come abbiamo visto comunque, tutta la popolazione mediterranea di questi delfini ha subito lo stesso destino, al punto che nel novembre 2003, tale popolazione di Defino comune è stata inserita nella Lista Rossa delle specie minacciate, come endangered, cioè in pericolo.
Nella foto: Adria, un delfino comune recuperato dalla Fondazione Cetacea, spiaggiato il 13 ottobre 2000, a Lido degli Estensi (FE)
Il delfino di cui parliamo oggi, il delfino comune (Delphinus delphis), comune non lo è affatto, nonostante il nome, e non rischia l’estinzione, perlomeno a livello globale, mentre è la popolazione mediterranea di questa specie che sta rischiando, mentre quella adriatica… non esiste più.
Il Delfino comune è un animale estremamente grazioso; piccolo, non supera i 2,3 m, affusolato, agile e scattante, ha un bel disegno sui fianchi che ricorda una clessidra, parte della quale ha un particolare color crema, senape o ocra. E’ una specie che vive in gruppi anche molto numerosi.
Una volta diffuso in tutto il bacino mediterraneo, la sua popolazione negli ultimi 30-40 anni si è come… ritirata. Ne sono rimasti infatti ormai solo dei gruppi in alcune aree: nel mare di Alboran, nel Tirreno meridionale fino al canale di Sicilia, nella Grecia ionica e nell’Egeo.
Ci sono foto e documenti che dimostrano come il Delfino comune fosse, fino a qualche decade fa, il cetaceo più comune nelle acque adriatiche.
Il declino, che poi è diventata scomparsa, del piccolo cetaceo dalla acque nord-adriatiche è iniziato e si è compiuto a metà del secolo scorso, fino agli anni ’60 circa, quando un’intensa campagna di “caccia” a questi animali (in competizione con la pesca), supportata da leggi dello stato, è stata portata a termine. Non solo: il delfino comune è specie molto meno robusta e resistente, anche ai cambiamenti ambientali, rispetto per esempio al tursiope, delfino costiero grosso e tenace. E infatti proprio il tursiope ha oggi in qualche modo, preso il sopravvento prima, e sostituito poi, il Delfino comune nel nostro mare, risultandone oggi l’unico cetaceo regolarmente presente.
In effetti, oltre alla campagna di catture di cui si parlava sopra, altre cause pare abbiano allontanato il Delfino comune da queste acque: cambiamenti (leggi degrado) ambientali, diminuzione delle prede, forme di inquinamento chimico hanno progressivamente cancellato il delicato cetaceo dall’Adriatico.
Come abbiamo visto comunque, tutta la popolazione mediterranea di questi delfini ha subito lo stesso destino, al punto che nel novembre 2003, tale popolazione di Defino comune è stata inserita nella Lista Rossa delle specie minacciate, come endangered, cioè in pericolo.
Nella foto: Adria, un delfino comune recuperato dalla Fondazione Cetacea, spiaggiato il 13 ottobre 2000, a Lido degli Estensi (FE)
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