Credo che esistano poche altre creature marine che colpiscono l’immaginazione come il grande Squalo bianco (Carcharodon carcharias). Questo squalo robusto, potente, veloce, dinamico e indubbiamente grande, raggiunge molto probabilmente i 7 metri di lunghezza, è lo squalo per eccellenza, nell’immaginario collettivo. Anche se purtroppo, soprattutto per motivi molto più legati alla paura che la sua bocca enorme e i suoi denti grandi, triangolari e affilati, suscitano in noi, che non per la meraviglia e il fascino che l’ecologia e il comportamento di questo grande predatore possono originare.
E’ sorprendentemente alto il numero di segnalazioni di Squalo bianco collezionate durante il diciannovesimo e la prima metà del ventesimo secolo, nell’Adriatico nord-orientale. Questi avvistamenti e catture, collocati principalmente nel golfo di Trieste e nell’area del Quarnaro, indicano che con ogni probabilità, nel periodo indicato, lo Squalo bianco fosse molto più frequente in queste acque che non in tutto il resto del Mediterraneo.
Ovviamente, per un predatore di tali dimensioni, è normale collegare la sua presenza in una data area, con la disponibilità di prede nella stessa area. Per cui si fa risalire l’allora intensa frequentazione di Squali Bianchi, con le numerose attività di pesca al tonno (vere e proprie tonnare) che si praticavano proprio in quell’area.
E forse proprio per lo stesso motivo (leggi cioè diminuzione drastica delle prede), oggi lo Squalo bianco è diventato solamente raro, se non addirittura sporadico, in Adriatico. Gli avvistamenti, meno di uno all’anno, di questo grande pesce suscitano sempre un grande clamore, con passaggi su media nazionali, e spesso proclamazioni di allarme, quasi sempre ingiustificate.
Il 20 settembre 1986, l’aliscafo che collega Rimini all’allora Jugoslavia avvista uno “squalo di circa sei metri”. Nei giorni seguenti l’animale viene ripetutamente avvistato e addirittura preso all’amo, ma la bestia spezza ben presto la lenza. Infine il motoscafo “Gatto nero” lo riavvista e lo fotografa: sì, è uno Squalo bianco.
Il 29 agosto 1997 un altro avvistamento fa scalpore. Sui telegiornali nazionali passano le immagini filmate di uno Squalo bianco che, 25 miglia al largo di Senigallia, addenta la carcassa di uno Squalo volpe appesa fuori bordo ad una barca di un pescatore sportivo che si vede divorare la preda appena pescata. Anche stavolta grande allarme e addirittura bandiere rosse in spiaggia…
L’estate successiva, nel 1998, un esemplare viene fotografato al largo di Giulianova, mentre per l’avvistamento fotografico successivo bisogna aspettare tre anni: agosto 2001, a Falconara.
L’anno dopo, settembre 2002, un pescatore al largo di Porto San Giorgio scatta diverse belle foto di un esemplare di 4,5 m circa, che “ronza” attorno alla barca, con tanto di classica pinna dorsale che fende l’acqua.
L’ultima segnalazione risale infine all’anno dopo, quando nel giugno del 2003, una femmina di 5,7 metri viene addirittura pescata nei pressi dell’isola di Jabuka, in Croazia (è quella che vedete nella foto). Il peso stimato era di 2,5 tonnellate.
Insomma, a dispetto di una presenza intensa a cavallo del XIX e XX secolo, attualmente questo affascinante bestione ci visita solo sporadicamente. E’ necessario aggiungere che questi avvistamenti devono suscitare solo stupore e interesse e non certo paura o timori per la balneazione?
E’ sorprendentemente alto il numero di segnalazioni di Squalo bianco collezionate durante il diciannovesimo e la prima metà del ventesimo secolo, nell’Adriatico nord-orientale. Questi avvistamenti e catture, collocati principalmente nel golfo di Trieste e nell’area del Quarnaro, indicano che con ogni probabilità, nel periodo indicato, lo Squalo bianco fosse molto più frequente in queste acque che non in tutto il resto del Mediterraneo.
Ovviamente, per un predatore di tali dimensioni, è normale collegare la sua presenza in una data area, con la disponibilità di prede nella stessa area. Per cui si fa risalire l’allora intensa frequentazione di Squali Bianchi, con le numerose attività di pesca al tonno (vere e proprie tonnare) che si praticavano proprio in quell’area.
E forse proprio per lo stesso motivo (leggi cioè diminuzione drastica delle prede), oggi lo Squalo bianco è diventato solamente raro, se non addirittura sporadico, in Adriatico. Gli avvistamenti, meno di uno all’anno, di questo grande pesce suscitano sempre un grande clamore, con passaggi su media nazionali, e spesso proclamazioni di allarme, quasi sempre ingiustificate.
Il 20 settembre 1986, l’aliscafo che collega Rimini all’allora Jugoslavia avvista uno “squalo di circa sei metri”. Nei giorni seguenti l’animale viene ripetutamente avvistato e addirittura preso all’amo, ma la bestia spezza ben presto la lenza. Infine il motoscafo “Gatto nero” lo riavvista e lo fotografa: sì, è uno Squalo bianco.
Il 29 agosto 1997 un altro avvistamento fa scalpore. Sui telegiornali nazionali passano le immagini filmate di uno Squalo bianco che, 25 miglia al largo di Senigallia, addenta la carcassa di uno Squalo volpe appesa fuori bordo ad una barca di un pescatore sportivo che si vede divorare la preda appena pescata. Anche stavolta grande allarme e addirittura bandiere rosse in spiaggia…
L’estate successiva, nel 1998, un esemplare viene fotografato al largo di Giulianova, mentre per l’avvistamento fotografico successivo bisogna aspettare tre anni: agosto 2001, a Falconara.
L’anno dopo, settembre 2002, un pescatore al largo di Porto San Giorgio scatta diverse belle foto di un esemplare di 4,5 m circa, che “ronza” attorno alla barca, con tanto di classica pinna dorsale che fende l’acqua.
L’ultima segnalazione risale infine all’anno dopo, quando nel giugno del 2003, una femmina di 5,7 metri viene addirittura pescata nei pressi dell’isola di Jabuka, in Croazia (è quella che vedete nella foto). Il peso stimato era di 2,5 tonnellate.
Insomma, a dispetto di una presenza intensa a cavallo del XIX e XX secolo, attualmente questo affascinante bestione ci visita solo sporadicamente. E’ necessario aggiungere che questi avvistamenti devono suscitare solo stupore e interesse e non certo paura o timori per la balneazione?
Sia chiaro che io non ho assolutamente niente contro gli squali però ho da sempre paura di loro. Non ci posso fare niente se mi suscitano più paura che interesse perchè se mi ritrovo un animale del genere vicino mi prende un infarto anche se a lui non gliene frega proprio niente di me.Comunque rispetto questi titani e spero di avere la fortuna di non incontrarli mai da vicino...io non dò fastidio a loro e loro non ne danno a me. Peccato che io non ho una bocca enorme con tanti bei denti affilati per difendermi da eventuali attacchi!
RispondiElimina...ciò che non si conosce si teme..e il film JAWS ha creato solo una cattiva reputazione ... a chi legge questo articolo: informatevi meglio riguardo a questa creatura meravigliosa in pericolo di estinzione. Cercate in rete articoli che riguardano il "shark finning" http://www.stopsharkfinning.net/
RispondiEliminaRimarrete stupiti.
Informatevi e fate attenzione a quello che portate a casa quando andate in pescheria. Evitate di comprare palombo e smeriglio, sono squali da salvaguardare...e nei prodotti surgelati, attenzione! I tranci di pesce spada già tagliati e pronti.. talvolta sono in realtà smeriglio a vostra insaputa..
Per riconoscere i tranci più freschi, dovete controllare che il colore sia bianco rosato e privo di striature rosse, dovute a travasi di sangue. Stessa cosa per il palombo: controllate che le carni siano di colore chiaro, non ingrigito, e che siano ben sode ed elastiche.
La pelle deve essere tesa, brillante e non opaca e smorta.
Ma ricordate: nel trancio di pesce spada il muscolo ha una forma che sembra una specie di “X”; nel suo pesce sosia, ossia lo smeriglio, invece, il muscolo è costituito da due grosse macchie, che, tra l’altro, sono molto più scure rispetto a quelle del pesce spada.
Potete riconoscere, invece, il trancio di palombo, da una specie di “croce” che ha sulla vertebra sezionata.
Tutto questo per dirvi: INFORMATEVI, CERCATE DI CONOSCERE CIO' CHE TEMETE..e scoprirete che non facciamo parte della catena alimetare di queste creature... se ci mordono purtroppo è perchè ci confondono e il loro morso d'assagio spesso per noi può essere letale.. ma è più facile morire di altro che di un'attacco di squalo http://www.squali.com/documenti/attacchi_previsione.php
Al cazzaro che ha lasciato l'ultimo commento: cerchi su YouTube "Hurghada Shark Attack" e "Swimmer eaten alive Australia".
RispondiEliminaCi sono due video di esseri umani sbranati vivi non certo per errore dalle tecniche di caccia del bump an bite dove la predazione ha fini di alimentazione in questi casi antropofoga, e dal ritorno sul posto per finire di consumare il pasto del cadavere fluttuante in acqua.
Basta buonismo! Voi che li difendete ci fate business o siete malati e mettete la loro vita davanti a quella degli umani. Il canale YT Tracking Sharks è pieno di attacchi nel mondo con mappe, specie, testimonianze delle vittime mutilateo le loro storie quando interamente ingerite. Jaws il film un cazzo, quella è realtà è minimizzare i pericoli è da criminali.