Nei giorni successivi il delfino, anzi i delfini visto che ormai si muovono in coppia abbastanza stabile, non si erano visti per un po', ma poi a quanto pare sono tornati. L'amico Enrico della Gian Neri per un po' non si è fatto vivo, se non per fissare una riunione fra Fondazione Cetacea e Gian Neri, proprio per esaminare questo fenomeno. Ma nei giorni scorsi i delfini erano tornati e loro li hanno visti e "frequentati" con una certa regolarità. A quel punto Enrico, sicuro che ormai i delfini si fossero più o meno ristabiliti in zona, ci ha richiamato per un'altra uscita.
Il ritrovo era alle 13 al "capanno" della Gian Neri, dove una decina di persone ci aspettavano pasteggiando a spaghetti, piada e vino. Mentre loro mangiavano io e Valeria abbiamo visto il filmato del giorno prima, quando sia al mattino che al pomeriggio i delfini si erano fatti vedere e avevano giocato con loro. Pare avessero anche cominciato a farsi timidamente toccare. Intanto il cielo si era coperto totalmente e la giornata si preannunciava grigia. Ma il mare è piatto.
Devo ammettere che durante il viaggio in gommone io e Valeria (oltre a ribadire che per colpa della nostra sfortuna sarebbe stato un altro viaggio a vuoto) abbiamo "sgridato" quelli della Gian Neri. Il senso era questo "se volete bene a quei delfini dovete smettere di andarci". Altrimenti si inizia, anzi è già iniziata, un'escalation che può portare lontano. Prima gli avvistamenti, poi le nuotate, poi i giochi, i contatti e poi, che altro? La gente che si affolla, i delfini che cambiano i loro comportamenti e non sono neanche più "selvatici". In ogni va rimarcato che la Gian Neri da anni lotta e lavora per l'
istituzione di un'area protetta, proprio in quella zona, e dunque i due delfini sono ottimi testimonial del loro impegno.
Comunque, verso le 14,30 arriviamo sul posto. Vediamo subito che c'è un gommone di privati in zona, e poi vediamo i due delfini, proprio lì, sotto il gommone che nuotano in acqua con tre o quattro persone. E' ovvio che la voce si sta spargendo. Poi ci diranno che loro sono lì dal mattino e i delfini sono sempre stati lì con loro.
Noi abbiamo tutti maschera e boccaglio e subito sei o sette persone del nostro gommone scendono in acqua, compresa Valeria. Io resto fuori, voglio vederli un po' da sopra e fare delle foto. I delfini giochicchiano, anche se c'è davvero troppa gente in acqua. Poi uno dei due, il più timido, quello di cui ancora non conosciamo il sesso, se ne va. Lo vediamo pinneggiare lentamente lontano, in mezzo alle boe dei vivai. Resta Andrea, così lo hanno chiamato, il vero socievole dei due. Dai video si è visto che è un maschio: non avevo dubbi, secondo me è maschio anche il secondo. Resta a giocare mentre l'altro gommone se ne va. Dopo una mezz'ora si allontana anche lui. Aspettiamo che ritornino, ma non si vedono, e pian piano le persone escono dall'acqua. Raccontano dell'emozione di quell'incontro fuori dal comune. Anche Valeria che mi dice che non si aspettava una sensazione così forte e che la cosa che l'ha emozionata di più è stato sentire sott'acqua i loro vocalizzi. "Ho già nuotato con i delfini in vasca, ma questo è tutta un'altra cosa!" e c'è da crederle. Valeria ha anche notato una grande ed evidente macchia bianca sulla coda di Andrea, ed è importante perchè ci servirà per riconoscerlo in future segnalazioni di avvistamento.
Dopo un po' di tempo li rivediamo, lontani e ci regalano una serie di salti davvero divertente e spettacolare. Poi piano piano si avvicinano, tornano da noi. Il timido non si avvicinerà tanto ma Andrea è di nuovo sotto al gommone. Noi siamo già in acqua e questa volta ci sono anch'io. Ficco la testa sotto e lo sento vocalizzare, il cuore aumenta un po' i battiti. Poi lo vedo immergersi poco lontano da me, torno sotto e mi passa, gurdandomi, a pochi centimentri. Resto davvero a bocca aperta e infatti bevo e rido come uno scemo mentre per poco annego. Seguirà un'ora che fatico a descrivere. Emozionante è la prima ovvia parola che mi viene in mente. Il delfino gioca e nuota in mezzo a noi, decide lui con chi, dove e per quanto tempo. Ci passa vicinissimo, oppure va sul fondo e ci evita. A qualcuno mordicchia le pinne, a me le spinge dal basso con il rostro. In acqua con lui ci si sente goffi e impediti. Lui scivola, sfreccia, vola, noi ci giriamo e ribaltiamo come marionette. L'acqua vibra dei suoi suoni e gli occhi ci si riempiono di immagini della sua silouhette grigia scuro e chiaro che scivola fra le nostre gambe, nell'acqua verdastra. Alla fine due ragazze riescono anche, appena appena, ad accarezzarlo.
Un'esperienza incredibile che mai avrei pensato di vivere, e men che meno in Adriatico. E davanti a Rimini, la mia città!
Dopo, a mente fredda, provo sentimenti contrastanti. Sono preoccupato ancora per questi due animali, per la consuetidine all'uomo che può diventare pericolosa per loro, anche solo per la loro natura selvatica. Devono restare liberi di andare e venire e come e quando vogliono. E non sarà facile. Vedere il delfino che quando ci allontaniamo col gommone ci segue per un po' non è bello. Per fortuna la zona degli incontri è in mare aperto, non un porto, non un canale o una baia. Questo dovrebbe rendere più difficile la fidelizzazione. Ma il rischio c'è, eccome.
D'altra parte mi coccolo dentro di me le emozioni che questo incontro mi ha lasciato. Al di là di ogni altro discorso, che comunque va fatto, e presto, è stato bellissimo ed esaltante. Oltre ogni mia aspettativa. Lo prendo come un regalo del mio mare.
A proposito, grazie Enrico!