"Per il quarto anno consecutivo la gara di pesca d’altura organizzata dal Club Nautico Rimini e dal Big Game Italia è stata annullata per mancanza assoluta di prede catturabili. La manifestazione a carattere nazionale era in programma per sabato 26 e domenica 27 luglio 2008. Già da oltre un decennio il Big Game Italia aveva lanciato ripetutamente l’allarme e anche quest’anno i pescatori sportivi non hanno effettuato alcuna cattura e/o allamate di prede idonee alle competizioni sportive. Stante questa situazione il Club Nautico di Rimini ed il Big Game Italia si sono visti costretti ad annullare per il quarto anno di seguito la competizione di pesca d’altura in programma per il prossimo fine settimana [...]. L’assenza di pesce, ed in particolare del pregiato tonno rosso, è senza dubbio da attribuire alla pesca professionale che nonostante la recente normativa valida per tutti i paesi aderenti all’Unione Europea ha istituito nuovi limiti di prelievo per la pesca professionale, per tutto il Mediterraneo, ed ha inserito il peso minimo di 30 Kg. per il tonno rosso valido anche per la pesca sportiva e/o ricreativa. Purtroppo per il Mare Adriatico, non si capisce quale sia la logica biologica ma sicuramente è chiara quella commerciale, è stata istituita una deroga parziale riservata alla sola pesca professionale in cui il limite minimo rimane di kg. 8 con la grave conseguenza che di fatto i tonni rossi pescati in Adriatico non potranno completare il loro ciclo di riproduzione poiché è scientificamente accertato che il tonno rosso è idoneo alla riproduzione al raggiungimento di 23/25 kg. e che in stato di cattività (cioè all’interno delle tuna-farms) non si riproduce. La scomparsa del tonno rosso, o gigante, come più volte denunciato dal Big Game Italia, comporta, oltre al gravissimo danno ecologico al già precario ecosistema marino, anche un gravissimo danno economico al sistema della nautica da diporto e dell’indotto della pesca sportiva. Il Big Game Italia va denunciando questa pesante situazione da diversi anni e nonostante la presa di posizione anche del mondo ambientalista nulla o poco si è fatto. Il Big Game Italia continuerà a mantenere alta la guardia, con il solito grande impegno, nella tutela della pesca sportiva/ricreativa nonchè nella salvaguardia dei grandi pelagici e in particolare del tonno rosso affinché non si possa permettere che “pochi ed eletti soggetti” possano gestire un bene di tutta l’umanità così come sono le risorse del mare, operando senza scrupoli e senza il minimo rispetto delle regole siano esse giuridiche che della natura."
Bene, dunque la colpa è sempre di qualcun altro. Per i pescatori sportivi la colpa è di quelli professionali, per quelli professionali la colpa è dei cambiamenti climatici e degli impianti di acquacoltura.
Su il Resto del Carlino di ieri viene ripreso questo comunicato, e si aggiunge che i pescatori sportivi si lamentano anche della mancanza totale di verdesche e squali volpe. Ah, davvero?
Anche noi sono anni che diciamo che in una zona così delicata come una nursery, questo è (o era?) l'alto Adriatico per le mamme squalo, anche la pesca sportiva sconsiderata è un danno enorme. Anche noi sono anni che diciamo che le taglie minime di cattura, autoimposte nelle gare di pesca sportiva, non erano sufficienti.
E ora ci si lamenta che non c'è più niente e non possono più giocare, poveri. E senti chi parla di "pochi ed eletti soggetti"! Non è forse una èlite quella dei pesctori d'altura, tra l'altro protetta da una lobby davvero potente?
Una cosa è certa, le mattanze di piccole verdesche giovanissime, scaricate ia mucchi in porto e poi buttate nei rifiuti, così frequenti una decina di anni fa, ora se le possone scordare... magra consolazione.
Bene, dunque la colpa è sempre di qualcun altro. Per i pescatori sportivi la colpa è di quelli professionali, per quelli professionali la colpa è dei cambiamenti climatici e degli impianti di acquacoltura.
Su il Resto del Carlino di ieri viene ripreso questo comunicato, e si aggiunge che i pescatori sportivi si lamentano anche della mancanza totale di verdesche e squali volpe. Ah, davvero?
Anche noi sono anni che diciamo che in una zona così delicata come una nursery, questo è (o era?) l'alto Adriatico per le mamme squalo, anche la pesca sportiva sconsiderata è un danno enorme. Anche noi sono anni che diciamo che le taglie minime di cattura, autoimposte nelle gare di pesca sportiva, non erano sufficienti.
E ora ci si lamenta che non c'è più niente e non possono più giocare, poveri. E senti chi parla di "pochi ed eletti soggetti"! Non è forse una èlite quella dei pesctori d'altura, tra l'altro protetta da una lobby davvero potente?
Una cosa è certa, le mattanze di piccole verdesche giovanissime, scaricate ia mucchi in porto e poi buttate nei rifiuti, così frequenti una decina di anni fa, ora se le possone scordare... magra consolazione.