martedì 16 dicembre 2008

Voglia di conferenze?

Mettetemi a tavola con due sconosciuti e mi vedrete in difficoltà. Mettetemi a parlare davanti a cento persone e sarò a mio agio. Mi piace fare conferenze, mi piace lo scambio di informazioni, sensazioni, idee che si può avere in questo momenti. Mi piace il feedback e quello che mi porto via di nuovo, ogni volta che parlo con "un pubblico" bimbi o adulti che siano.
Tutto ciò per dirvi che Fondazione Cetacea, nella persona del sottoscritto, è disponibile per conferenze e incontri. Avete un club o un'associazione e volete organizzare un bella serata parlando di mare, delfini, tartarughe, squali, conservazione? Date un'occhiata alle proposte di Fondazione Cetacea!

venerdì 12 dicembre 2008

Sono un giapponese anch'io?

Sul blog Shifting Baselines c'è una bella discussione che nasce dal post scritto da Jennifer Jacquet dal titolo "What Can We Learn from Cockroaches of the Sea?" Il titolo nasce dalla definizione che un personaggio pubblico giapponese ha dato delle balenottere minori, definendole appunto "scarafaggi" (cockroaches) del mare. Ma l'argomento è un altro.
Jennifer ha mostrato ai suoi studenti questo grafico:
Dal grafico si deduce il drastico declino delle balenottere azzurre, la linea blu, che sono ormai ridotte al 5% rispetto a quale, si stima, fosse la popolazione iniziale (le barre viola sono invece le catture dovute alla baleneria).
Poi ha mostrato un secondo grafico, relativo questa volta alla balenottere minori, quelle cioè che tutt'oggi vengono continuamente cacciate dalle navi baleniere, soprattutto giapponesi.
Dal grafico si vede che le balenottere minori se la passano decisamente meglio. A questo punto la domanda rivolta agli studenti è stata: perchè, pur guardando questo grafico, noi non vogliamo che le balenottere minori vengano cacciate e uccise?
Dopo diverse risposte date facendo riferimento proprio al grafico, qualcuno ha infine risposto: perchè pensiamo che sia sbagliato farlo. Risposta esatta, dice la Jacquet. E aggiunge che anche se i dati non sostengono una battaglia per la protezione delle balenottere comune (la popolazione è relativamente sana) l'etica invece sì.
Discorso delicato e abbastanza ostico direi. E, in generale, non sono troppo d'accordo. La questione etica, soprattutto riguardo agli animali, impone subito delle distinzioni, delle linee di demarcazione. E infatti la discussione che si accende nei commenti rotola subito qua. Perchè non è etico o è immorale uccidere balenottere minori e non lo è pescare pesci, o macellare maiali e polli? Ovvio che se si prende questa direzione, si va verso un mondo di vegetariani (almeno finchè qualcuno non metterà in dubbio se sia etico uccidere organismi viventi, anche vegetali...).
Infine ecco che si arriva a dire che è la "provata" intelligenza di balene e delfini, e la loro, sebbene poco definita, coscienzà di sè, a fare da spartiacque.
Insomma, animali intelligenti hanno dei diritti, gli altri meno.
Ma non sarà forse che usiamo un metro di giudizio troppo "umano"? Siccome siamo animali intelligenti, ecco che l'intelligenza è l'elemento che determina la questione. Mah...
E se vedessimo l'intelligenza dell'uomo, e degli altri animali che ne siano eventualmente in possesso, come un carattere adattativo come il collo delle giraffe, il senso elettromagnetico degli squali, il guscio delle tartarughe? Non concederemmo allora a tutti gli animali certi diritti, come per esempio il diritto a non essere depredati oltre al loro limite di sopravvivenza?
Insomma, sono dalle parte dei giapponesi? Oddio...

giovedì 11 dicembre 2008

Blackout

Sarà l'avvicinarsi delle feste, sarà il periodo di lavoro intenso ma poco "creativo", sarà il freddo. Sta di fatto che ultimamente apro il blog, guardo la pagina bianca, mi spavento e quasi sempre scappo via. Abbiate pazienza. Abbiate pietà.
So che venite qua (e grazie per la fedeltà con cui lo fate), vi trovate un post di una settimana fa, e ve ne andate sconsolati. Che devo fare? Va così. E dire che fra pochi giorni il blog compie tre anni...
In ogni caso, se volete, approfittate di questo blackout mentale. Riempitelo voi il buco creativo. Suggerite argomenti per un post. Suscitate una discussione. Basta un niente, una scintilla, per far ripartire un cervello in sciopero. Attaccatemi 'sta spina!

giovedì 4 dicembre 2008

Il ciclone

Ho conosciuto Christina credo uno o due anni fa. Lei se lo ricorda bene, io me lo dimentico sempre e ogni tanto le chiedo di ricordarmi come avvenne. Mi aveva telefonato per un articolo che doveva o voleva scrivere per un quotidiano locale, non ricordo bene su cosa ma immagino ci fossero di mezzo dei delfini, e le serviva una mano. Gliel'ho data volentieri. La sentivo titubante, quasi timorosa, ma sinceramente appassionata e coinvolta in quello che stava facendo.
Da allora Christina è entrata a far parte dell'orbita di Fondazione Cetacea. E' uno dei nostri satelliti, non l'unico, ma uno di loro. Persone che si danno da fare per noi, senza chiedere niente in cambio, ma mettendoci cuore e volontà. Mi ricordo le prime chiacchierate con lei. Confusa, temeva di commettere errori per inesperienza e incompetenza. A volte mi sembrava di leggerle la mente e vedere in trasparenza il suo cervello che esplodeva di input nuovi e di una passione di cui al momento non aveva compreso appieno la portata. Ma era arrivata come una onda di piena e portato con sè nel bene, e forse anche nel male, i suoi figli, la sua famiglia., prima legnetti fragili in balia della corrente e ora credo alleati e coivolti. Christina sembrava fragile e dovendo avere a che fare con amministrazioni e amministratori locali, non ero sicuro di quanto avrebbe resistito.
Ma l'ha fatto. Eccome. Ricordo di averla incontrata una volta, dopo tanto che ci si sentiva solo per telefono o per email, di persona, in una trattoria ad Ancona. Sono rimasto sorpreso, e gliel'ho detto. Sicura, determinata, con in testa una strada da percorrere. Aveva anche cambiato look, o forse è stata solo una mia impressione. Forse traspariva fuori quello che era avvenuto dentro. Io dentro di me ho sorriso per tutto il tempo ("Ce l'ha fatta, si è messa alle spalle le insicurezze, o ha imparato a nasconderle bene. Adesso abbiamo un'alleata forte").
E' persino entrata in politica, candidata nella sua città, Porto San Giorgio, in una lista civica. Ogni tanto dice che molla tutto, che è troppo vecchia per queste cose (è più giovane di me, sia chiaro). Io le dico che la comprendo, che viva tranquilla la sua vita. Ma la aspetto. Ed eccola che ritorna, con una battaglia nuova. Le botte in faccia non si contano più, ma fanno crescere. Adesso ce l'ha con chi vuole tagliare dei pini per una linea ferroviaria, e intanto organizza letture di Gomorra, di magistrati di mani pulite, e anche del suo vecchio amico biologo con il suo mare che non ti aspetti.
Vai Chri, ricordo di averti scritto una volta che la passione è un cavallo selvaggio, lo puoi rinchiudere o imbrigliare per un po', ma prima o poi ritornerà a galoppare. Avevo ragione?
Se volete, potete andare a trovare Christina sul suo blog.