lunedì 22 marzo 2010

Signori si chiude?

Fondazione Cetacea rischia di chiudere

Negli ultimi dieci giorni o poco più ho volutamente trascurato il blog. E' un momento complicato, a dir poco, e non sapevo se riversare anche su Storie di Mare l'amarezza di questi giorni. Fondazione Cetacea mai come in questo momento rischia di chiudere i battenti. E parliamo di giorni, semmai settimane, non mesi.
Abbiamo lanciato una campagna che ha avuto e sta avendo un buon riscontro. Riscontro di clamore e anche di affetto e di attenzione da parte di molti, ma le istituzioni, in buona parte, tacciono. Abbiamo anche avviato una petizione che, se non l'avete fatto, vi chiedo di firmare qui.
La settimana scorsa abbiamo indetto un'assemblea aperta a tutti, a cui hanno partecipato anche rappresentanti del Comune di Riccione, del Comune di Rimini, della Regione Emilia-Romagna (per interposta persona). Mancava la Provincia di Rimini e, se è per questo, anche tutte le altre provincie dove "raccogliamo" tartarughe e delfini. Dove svolgiamo una sorta di servizio pubblico, non retribuito.
Dalla Regione sono giunti segnali confortanti, ma i tempi sono lunghi (ci sono anche le elezioni di mezzo...) e noi non abbiamo più tempo.

Non mi va di andare sul personale e spiegare cosa provo davanti all'ipotesi che 13 anni di lavoro, di passione e della mia vita potrebbero andare in fumo in un attimo. Sono talmente stanco che forse sarebbe una liberazione...

Ma credo che qualcuno dovrebbe chiedersi cosa succederà dopo, chi andrà a recuperare la prossima tartaruga ferita, in spiaggia? Che fine farà? Quando in pieno agosto ci sarà una tartaruga che muore (o un delfino, magari) in mezzo ai turisti, e forse un bagnino la ributterà in acqua sotto agli occhi della gente, perchè sarà l'unica cosa da fare, forse allora a qualcuno si apriranno gli occhi. O forse no, forse va bene così, che la natura faccia il suo corso.

- http://www.altarimini.it/Cetacea_mancano_fondi_per_recupero_tartarughe_marine_20851.php
- http://www.newsrimini.it/news/2010/marzo/13/riccione/la_fondazione_cetacea_annuncia__non_salveremo_pia__le_tartarughe_spiaggiate.html
- http://www.sanmarinortv.sm/attualita/default.asp?id=35&id_n=40925
- http://www.newsrimini.it/news/2010/marzo/12/riccione/l_allarme_della_fondazione_cetacea__senza_risorse__tra_poco_si_chiude.html
- http://www.parchizoo.it/201003141480/la-fondazione-cetacea-di-riccione-rischia-di-chiudere.html
- http://tartarughesabryvet.blogspot.com/2010/03/la-fondazione-cetacea-di-riccione.html
- http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/rimini/cronaca/2010/03/15/305089-fondazione_cetacea.shtml
- http://www.sottobosco.info/index.php?option=com_content&view=article&id=408:il-naufragio-della-fondazione-cetacea&catid=12:news&Itemid=5
http://www.mareinitaly.it/notizie_v.php?id=2917

mercoledì 10 marzo 2010

Agli squali non piacciono più gli americani

Calano, negli USA, gli attacchi di squali

Il fenomeno degli attacchi di squali verso esseri umani non è mai stato veramente tale. Nonostante ogni notizia del genere faccia ovviamente molto scalpore sui media, i numeri degli attacchi di squali sono davvero risibili.
Basta dare un'occhiata al sito dell'International Shark Attack File, cioè il registo mondiale degli attacchi, per rendersi conto che si parla di poche decine di casi all'anno, pochissimi dei quali mortali. Gli attacchi totali sono stati 61 nel 2008 e 60 nel 2009.

Un recente articolo del San Francisco Chronicle riporta una ricerca dell'Università della Florida (che ha fondato l'Interational Shark Attack File), sul numero di attacchi di squali, lungo le coste americane. A quanto pare, negli Stati Uniti, il numero di questi eventi è in calo. Negli ultimi tre anni infatti, il numero è calato da un anno all'altro, con una dimuzione drastica dal 2008 (41 casi) al 2009 (28 casi). Erano invece 50 nel 2007.
Il trend in calo negli Stati Uniti non è però riscontrato nelle altre due nazioni maggiormente colpite. In Australia dal 2007 al 2009 si sono avuti rispettivamente 13, 12 e infine 20 attacchi. In Sudafrica, nello stesso periodo i numeri sono 2, 0 e 6.
Molti casi di attacchi sono catalogati come "minor", cioè come dice George Burgess curatore del File, "l'equivalente di un morso di cane". Tra l'altro, grazie all'avanzare della medicina e degli interventi di urgenza, la percentuale degli attacchi mortali sul totale è passata dal 60 % un secolo fa, al 7 % nel periodo 2000-2009.

Il fatto che gli attacchi siano in calo negli USA ci dice qualcosa? Per la verità no, dal momento che i numeri sono bassi e dunque statisticamente difficili.
Al di là delle battute che si possono leggere nei commenti alla notizia ("Gli squali hanno smesso di mangiare troppi grassi", ovviamente con riferimento al fatto che gli americani sono troppo spesso sovrappeso) la prima cosa che ho pensato dopo aver letto solo il titolo dell'articolo è stata: ci sono meno attacchi perchè ci sono meno squali.
Certo è che se gli squali facessero il loro database di attacchi dell'uomo agli squali, quanto sarebbero diversi i numeri!