Vi segnalo molto volentieri questa intervista, in cui l'ottimo Mauro Colla scambia alcune battute con Sandro Mazzariol dell'Università di Padova. L'argomento sono i risultati delle necropsie e delle ricerche che sono seguite, sui sette capodogli spiaggiati lo scorso dicembre, in Puglia.
Finalmente un po' di chiarezza e anche qualche notizia fresca su quell'evento che ha calamitato l'attenzione di tutti. Sandro smentisce l'ipotesi che i capodogli siano morti a causa della plastica ingerita, come anche in questo blog avevo detto: era una notizia purtroppo frettolosa e sensazionalistica, ma con pochi fondamenti.
Da sottolineare l'ultima frase di Mazzariol "Lavoriamo ancora a bassissimo budget ma la politica si è accorta di un problema che prima ignorava. Per la comunità scientifica conta moltissimo e ne sono contento. Prima nessuno sapeva come gestire questi casi mentre ora stiamo lavorando tutti insieme alla preparazione di protocolli d’intervento coinvolgendo veterinari, biologi e anche esperti di bioetica. Le questioni aperte sono tante. Una su tutte: se (e in che modo) far ricorso all’eutanasia, per evitare agli animali inutili sofferenze."
In effetti a dicembre scorso, si è formato, su iniziativa del Ministero dell'Ambiente, un gruppo di lavoro che ha il compito di redigere le linee guida per gli interventi sui Cetacei spiaggiati vivi. Il gruppo è composto da una decina di persone, ne faccio parte anche io, e conta di un biologo, un naturalista (io), una esperta di bioetica e diversi veterinari.
Gli incontri e i lavori sono molto stimolanti e spesso anche dibattuti. Sulle parti tecniche bene o male si procede di concerto, su quelle invece etiche, si discute moltissimo, anche in maniera animata, e su alcuni punti in effetti non c'è per ora una visione concorde.
Chi mi segue da un po' sa che questi punti sono per me il nocciolo del problema. Le questioni etiche sono fondamentali e devono fare da premessa a tutto il resto. Perchè si interviene, quando intervenire, se e in quali casi è meglio la "dolce morte" (significato di eutanasia) piuttosto che un intervento di recupero. Ho spinto moltissimo perchè questi temi fossero sviscerati al tavolo di lavoro e sono contento perchè lo stiamo facendo, anche se su questioni molto spinose, pochissimi sono d'accordo con me. Ma discuterne è essenziale e la presenza dell'esperta in bioetica ci aiuta molto ed è di sprone, almeno per me, a non mollare la presa su temi che toccano argomenti così difficili, ma non evitabili.
Dai, qualche passo avanti forse si riesce a farlo allora!
RispondiEliminaCi son novità per Cetacea?