Non ricordo quando ho visitato per la prima volta il Museo della Marineria di Cesenatico. E' stato qualche anno fa, e ci sono capitato per caso, non sapevo esattamente dove fosse (forse neanche che ci fosse...).
D'altra parte, credo abbia aperto i battenti nel 2005 o giù di lì.
E' un posto che ti cattura già dalla prima visita, o almeno a me è successo così. E si trova in uno dei luoghi dove più mi piace passeggiare: il porto di Cesenatico.
Il Museo è dedicato alla marineria; entri e ti trovi in un mondo fatto di legno, storia, lavoro, tradizione, strumenti e persone. E mare.
Entri e un paio di grandi imbarcazioni, complete, ti lasciano a bocca aperta, perché non te le aspettavi; non ti aspettavi un salone grande, ampio e luminoso, e delle intere barche dentro a un museo. Le barche ti invitano a guardare più da vicino, e a toccare (c'è un cartello che proprio invita, non vieta, i bambini, ma anche i grandi, a toccare) e non ti abbandonano mai: ci giri intorno mentre passeggi sui due piani di allestimenti e ti lasci catturare dalle storie che questi "reperti" - una parola che poco si adatta alla spirito del luogo - raccontano in maniera discreta e semplice.
Elisa Mazzoli, che il Museo lo ha visto nascere, racconta che "il Museo della Marineria di Cesenatico si configura subito come luogo caro ai bambini. Gli allestimenti parlano da sé, accolgono e abbracciano un pubblico di tutte le età, a partire dai piccolissimi, indipendentemente dall’attivazione o meno di un percorso didattico; ma non c’è dubbio che la mediazione culturale rivolta all’infanzia sia la chiave giusta per promuovere e diffondere potentemente le storie e i messaggi che le barche raccontano."
Per questo piace tanto anche ai grandi, dico io, che infatti ogni volta che ho occasione di parlarne, invito ad andarlo a visitare, e dico sempre: è un gioiellino, vallo a vedere. Adesso c'è anche una
piccola sala naturalistica, e poi c'è la parte esterna, nel porto canale, con la mostra delle barche storiche.
Fare qualcosa con il Museo di Cesenatico è un'idea che mi cullo da un po'. Poi, si sa, le strade si incontrano, magari anche spesso, ma non sempre le circostanze ti danno modo di fare dei pezzi di strada insieme. Diciamo che ci siamo inseguiti e girati intorno un po', finché l'estate scorsa troviamo l'occasione, con la disponibilità di Davide Gnola, direttore del Museo (riminese anche lui), e con la mediazione di Elisa, di abbinare due mie conferenze alle serate di laboratori con i bambini, che loro propongono durante l'estate.
Le conferenze vanno bene, la gente viene numerosa, si lascia coinvolgere dalle mie storie di mare e insomma, siamo tutti contenti. La sera della seconda conferenza Davide mi dice che bisogna che facciamo due chiacchiere, dopo l'estate, che ha una proposta, un'idea.
E così, dopo l'estate, in effetti chiacchieriamo, con lui e con Elisa, e insomma l'idea è che il Museo, un'eccellenza nel campo della Marineria, vorrebbe o dovrebbe parlare di più anche di mare, inteso proprio come ambiente naturale, con la sua vita, i sui abitanti, le sue storie che spesso si intrecciano con quelle dell'uomo, della pesca e della navigazione, ma che ovviamente sono un ambito importante e che meritano una narrazione a se stante.
E così iniziamo, proprio questi giorni, questa collaborazione, che mi fa felice e orgoglioso, con la strategia del fare un passo alla volta, di fare le cose come piacciono a noi, per bene (meglio che si può). Da gennaio alcune mie proposte per le scuole saranno inserite nell'offerta didattica del Museo. Poi in primavera/inizio estate altre conferenze. Poi... altre cose bollono in pentola, e altre ci verranno in mente per strada.
L'importante era partire con questo bel percorso di collaborazione, e così è stato. E sono davvero molto contento.
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