Come forse saprete, cacciare le balene è vietato. Ma, come potete leggere su Wikipedia, "questo "trattato di pace" a livello mondiale ha lasciato troppe scappatoie per poter essere veramente efficace. Da allora sono state uccise 57.391 balene, tra cui balenottere minori, balenottere comuni, balenottere boreali, balenottere di Bryde, megattere, balene grigie, capodogli e balene della Groenlandia. Perfino dal 1986, anno di entrata in vigore del divieto della caccia alla balena, Giappone, Norvegia, Islanda, Russia, Corea e balenieri locali di diversi altri Paesi hanno continuato la loro attività, uccidendo complessivamente circa 21.760 balene."
Il Giappone è senz'altro il paese che con più convinzione e caparbietà, continua la sua spietata caccia, comprandosi, con mezzi vari, la sua quota di balene da pescare, ogni anno al meeting della International Whaling Commission.
Se avete mai letto qualcosa su questo, e immagino di sì, sapete che il Giappone dichiara da sempre che la sua caccia alla balene viene effettuata per scopi scientifici. Proprio così.
Ora, poche ore fa, gli attivisti della Sea Shepherd Conservation Society hanno beccato e fotografato una nave baleniera giapponese che cacciava, con successo, proprio nel Santuario delle Balene, in Antartico.
Qui ci sono le foto dell'intensa attività... scientifica dei giapponesi.
Se sfogliate le immagini, vedrete che in alcune di esse, sulla nave baleniera, campeggia la scritta www.icrwhale.org.
Se andate a visitare quel sito, vi trovate sulle pagine dell'Institute of Cetacean Research. Un istituto di ricerca, dunque, proprio come hanno sempre sostenuto i giapponesi. Cliccate ovviamente sulle pagine in inglese (a meno che non conosciate il giapponese) e girate un po' il sito. Mentre lo fate, ricordatevi che sono gli stessi delle foto drammatiche che avete appena visto qua.
Vedrete che parlano davvero di ricerca, di preoccupazione per lo stato delle balene, del Santuario delle Balene (in cui loro stessi cacciavano). E lo fanno come ricercatori indipendenti e noprofit! Davvero, fatevi un giro in quel sito e capirete tanto, di cosa si parla quando si parla di baleneria "moderna".
Ma la maschera cade ad esempio se cliccate su "About", e poi ancora su "Whale research byproducts", che significa più o meno "prodotti di scarto ottenuti dalla ricerca sui cetacei". Lì, si legge: "Dopo il prelievo di campioni biologici, le carcasse delle balene catturate vengono smaltite in base alla Convenzione internazionale sulla regolamentazione della caccia alle balene (articolo VIII paragrafo 2), che richiede che i sottoprodotti siano elaborati ed utilizzati per quanto possibile. Così, i sottoprodotti di entrambi i programmi di ricerca sulle balene vengono elaborati e venduti in Giappone sotto la guida del governo giapponese e il ricavato della vendita è utilizzato per coprire una parte dei costi di ricerca."
Bello no? Io faccio ricerca, e per farla devo cacciare e uccidere delle balene (per studiarle meglio, bambina mia...). E poi, non vorrai mica che butti via quelle enormi carcasse? No, no; le vendo sotto la guida del governo giapponese.
E vanno avanti con questa favoletta da quasi trent'anni. 'Sti giapponesi...
Se sfogliate le immagini, vedrete che in alcune di esse, sulla nave baleniera, campeggia la scritta www.icrwhale.org.
Se andate a visitare quel sito, vi trovate sulle pagine dell'Institute of Cetacean Research. Un istituto di ricerca, dunque, proprio come hanno sempre sostenuto i giapponesi. Cliccate ovviamente sulle pagine in inglese (a meno che non conosciate il giapponese) e girate un po' il sito. Mentre lo fate, ricordatevi che sono gli stessi delle foto drammatiche che avete appena visto qua.
Vedrete che parlano davvero di ricerca, di preoccupazione per lo stato delle balene, del Santuario delle Balene (in cui loro stessi cacciavano). E lo fanno come ricercatori indipendenti e noprofit! Davvero, fatevi un giro in quel sito e capirete tanto, di cosa si parla quando si parla di baleneria "moderna".
Ma la maschera cade ad esempio se cliccate su "About", e poi ancora su "Whale research byproducts", che significa più o meno "prodotti di scarto ottenuti dalla ricerca sui cetacei". Lì, si legge: "Dopo il prelievo di campioni biologici, le carcasse delle balene catturate vengono smaltite in base alla Convenzione internazionale sulla regolamentazione della caccia alle balene (articolo VIII paragrafo 2), che richiede che i sottoprodotti siano elaborati ed utilizzati per quanto possibile. Così, i sottoprodotti di entrambi i programmi di ricerca sulle balene vengono elaborati e venduti in Giappone sotto la guida del governo giapponese e il ricavato della vendita è utilizzato per coprire una parte dei costi di ricerca."
Bello no? Io faccio ricerca, e per farla devo cacciare e uccidere delle balene (per studiarle meglio, bambina mia...). E poi, non vorrai mica che butti via quelle enormi carcasse? No, no; le vendo sotto la guida del governo giapponese.
E vanno avanti con questa favoletta da quasi trent'anni. 'Sti giapponesi...
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