La Slovenia si affaccia sulla parte più settentrionale dell’Adria- tico, con uno stretto lembo di terra che si sviluppa su appena 46 km di costa. Studiare i delfini “sloveni” non è possibile, nel senso che non esistono, ovviamente, delfini legati a un’area di mare così ristretta ma semmai animali che si muovono in un areale più ampio (golfo di Trieste, Croazia settentrionale) che comprende anche le acque nazionali slovene.
Eppure, sebbene in un pezzetto di costa così limitato, ben due associazioni slovene si stanno impegnando nello studio e nell’osservazione in mare dei delfini di quell’area. Esse sono l’associazione Vivamar (che è stata anche partner del progetto internazionale guidato da Provincia di Rimini e Fondazione Cetacea chiamato Adria-Watch) e il gruppo Morigenos.
I dati resi noti da Vivamar provengono da uno studio condotto dal 2001 al 2005 in un’area di circa 140 km quadrati comprendenti tutte le acque slovene, la parte più meridionale del Golfo di Trieste e l’area settentrionale della penisola istriana. La ricerca à stata realizzata sia utilizzando una piccola imbarcazione (5,11 m) per osservazioni dirette, sia dei questionari distribuiti a pescatori, diportisti e autorità. In quell’area gli avvistamenti sono abbastanza “facili” e le osservazioni sono risultate molto più concentrate nel periodo primavera-estate (82%). Interessante anche, nei mesi caldi estivi, la distribuzione oraria degli avvistamenti: solo il 2% dei delfini si è fatto vedere nella fascia dalle 11 alle 18, tutti gli altri o nel primo mattino o nel tardo pomeriggio/sera.
I gruppi mostravano una composizione molto variabile andando dall’avvistamento di un animale singolo, fino a gruppi di 40 individui.
Il lavoro dell’altra associazione, Morigenos, è iniziato un anno dopo, nel 2002 e i dati disponibili arrivano anche in questo caso al 2005. Le osservazioni sono state fatte tramite imbarcazioni, oppure anche direttamente da terra, per circa due mesi all’anno.
Questa attività ha permesso loro di “incontrare” i delfini per 51 volte e 55 esemplari sono stati foto-identificati: cioè, grazie a foto particolareggiate della pinna dorsale, sono stati distinti 55 soggetti, ora catalogati e dunque sempre riconoscibili. Questa tecnica è fondamentale per studiare le popolazioni di delfini, in quanto consente di valutare diverse cose di un gruppo: se gi animali avvistati sono sempre gli stessi, se un particolare delfino sta sempre insieme ad altri animali “amici” o se il gruppo è fluido, quale è la storia riproduttiva di una femmina, se il gruppo accoglie animali nuovi o se perde esemplari che se ne vanno, etc.
In questo caso per esempio si sono messi a confronto i 55 delfini riconoscibili, con i 238 già foto-identificati nelle acque croate da precedenti studi e si visto che… non ci sono corrispondenze. In pratica nessuno dei delfini identificati in Slovenia era già stato visto nelle acque croate più settentrionali. Questo è molto strano in quanto risulterebbe che siamo in presenza di due popolazioni locali, che vivono separate tra loro. Un altro punto interrogativo sul quale solo future ricerche potranno gettare luce.
Eppure, sebbene in un pezzetto di costa così limitato, ben due associazioni slovene si stanno impegnando nello studio e nell’osservazione in mare dei delfini di quell’area. Esse sono l’associazione Vivamar (che è stata anche partner del progetto internazionale guidato da Provincia di Rimini e Fondazione Cetacea chiamato Adria-Watch) e il gruppo Morigenos.
I dati resi noti da Vivamar provengono da uno studio condotto dal 2001 al 2005 in un’area di circa 140 km quadrati comprendenti tutte le acque slovene, la parte più meridionale del Golfo di Trieste e l’area settentrionale della penisola istriana. La ricerca à stata realizzata sia utilizzando una piccola imbarcazione (5,11 m) per osservazioni dirette, sia dei questionari distribuiti a pescatori, diportisti e autorità. In quell’area gli avvistamenti sono abbastanza “facili” e le osservazioni sono risultate molto più concentrate nel periodo primavera-estate (82%). Interessante anche, nei mesi caldi estivi, la distribuzione oraria degli avvistamenti: solo il 2% dei delfini si è fatto vedere nella fascia dalle 11 alle 18, tutti gli altri o nel primo mattino o nel tardo pomeriggio/sera.
I gruppi mostravano una composizione molto variabile andando dall’avvistamento di un animale singolo, fino a gruppi di 40 individui.
Il lavoro dell’altra associazione, Morigenos, è iniziato un anno dopo, nel 2002 e i dati disponibili arrivano anche in questo caso al 2005. Le osservazioni sono state fatte tramite imbarcazioni, oppure anche direttamente da terra, per circa due mesi all’anno.
Questa attività ha permesso loro di “incontrare” i delfini per 51 volte e 55 esemplari sono stati foto-identificati: cioè, grazie a foto particolareggiate della pinna dorsale, sono stati distinti 55 soggetti, ora catalogati e dunque sempre riconoscibili. Questa tecnica è fondamentale per studiare le popolazioni di delfini, in quanto consente di valutare diverse cose di un gruppo: se gi animali avvistati sono sempre gli stessi, se un particolare delfino sta sempre insieme ad altri animali “amici” o se il gruppo è fluido, quale è la storia riproduttiva di una femmina, se il gruppo accoglie animali nuovi o se perde esemplari che se ne vanno, etc.
In questo caso per esempio si sono messi a confronto i 55 delfini riconoscibili, con i 238 già foto-identificati nelle acque croate da precedenti studi e si visto che… non ci sono corrispondenze. In pratica nessuno dei delfini identificati in Slovenia era già stato visto nelle acque croate più settentrionali. Questo è molto strano in quanto risulterebbe che siamo in presenza di due popolazioni locali, che vivono separate tra loro. Un altro punto interrogativo sul quale solo future ricerche potranno gettare luce.
(La foto è di Luca Amico)
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