Sin dagli inizi delle proprie attività, la Fondazione Cetacea, interviene per recuperare carcasse di delfini ritrovate in spiaggia, o alla deriva in mare. Con il tempo si è consolidato un ottimo rapporto con le autorità (Capitanerie di Porto e Uffici Cites del Corpo Forestale dello Stato) a coprire un’area di competenza che comprende le coste emiliano-romagnole e quelle marchigiane. Il perché si faccia questo lavoro crediamo sia ormai abbastanza evidente. Nello studio delle specie marine ogni dato è prezioso e imperdibile, ogni spiaggiato che ci si lascia scappare è una perdita di informazioni, e in un campo dove le informazioni sono così poche diventa un delitto lasciarsele sfuggire. Ecco perché ci si prodiga per non perdere mai una segnalazione (primo passo, comunque non scontato, in quanto non tutti sanno a chi segnalare un delfino, ma anche una tartaruga, in spiaggia, e nemmeno che deve essere segnalato) e poi per intervenire sempre sulle segnalazioni stesse.
In quasi venti anni di attività ormai il database che contiene tutti gli spiaggiamenti su cui siamo intervenuti comincia a diventare corposo, e anche le informazioni che si possono trarre diventano preziose.
Intanto il numero di spiaggiamenti dal 1990 ad oggi è pari a 143 esemplari. Tolti i tre delfini già ritrovati nell’anno in corso fanno una media di 8 – 9 spiaggiamenti all’anno. Ma la media è ingannevole, in quanto i primi anni essendo la Fondazione meno conosciuta, giungevano meno segnalazioni. Inoltre il nostro territorio d’intervento si è espanso col tempo e le Marche sono interamente coperte sono negli ultimi anni, grazie anche alla proficua collaborazione con l’attivissima Protezione Civile di Numana (AN). Se infatti calcoliamo la media solo negli dal 2001 al 2006, allora questa sale a quasi 15. Insomma ogni anno su queste coste si spiaggiano in media 15 cetacei. Non sono pochi.
Chiaramente se andiamo vedere a quali specie essi appartengono, è ovvio che la parte del leone è rappresentata dai tursiopi. Essendo questa specie l’unica regolarmente presente in alto Adriatico, chiaramente tutti gli spiaggiamenti sono di questa specie, mentre alte comparse restano occasionali. In definitiva quindi abbiamo ben 119 tursiopi, che rappresentano l’83% del totale, ai quali si aggiungono 7 grampi (compresa Mary G. ovviamente), 5 stenelle striate, 1 esemplare rispettivamente di capodoglio, balenottera comune e delfino comune. Il conto è completato da 9 esemplari di specie indeterminata: significa che sono esemplari che sono stati smaltiti prima che noi potessimo intervenire direttamente e di cui non si hanno foto.
Riguardo alle condizioni delle carcasse, è da notare che solo 14 di queste (neanche il 10%) erano in buone condizioni, e quindi potevano fornire una serie completa di campioni e di informazioni biologiche. Ben 104 erano invece in avanzata decomposizione o peggio. Significa che sono animali morti da diverso tempo e che arrivano a riva diversi giorni o settimane dopo la morte, e su quali si può lavorare ben poco. Infine 14 sono i delfini che si sono spiaggiati ancora vivi, con esiti nefasti per tutti, tranne che per Mary G.
Ricordo che segnalare prontamente un animale spiaggiato alle autorità, consente a noi di svolgere tempestivamente e senza intoppi il nostro lavoro. Rinnovo quindi l’invito a chiunque si imbatta in uno di questi insoliti eventi a segnalarlo senza indugi.
In quasi venti anni di attività ormai il database che contiene tutti gli spiaggiamenti su cui siamo intervenuti comincia a diventare corposo, e anche le informazioni che si possono trarre diventano preziose.
Intanto il numero di spiaggiamenti dal 1990 ad oggi è pari a 143 esemplari. Tolti i tre delfini già ritrovati nell’anno in corso fanno una media di 8 – 9 spiaggiamenti all’anno. Ma la media è ingannevole, in quanto i primi anni essendo la Fondazione meno conosciuta, giungevano meno segnalazioni. Inoltre il nostro territorio d’intervento si è espanso col tempo e le Marche sono interamente coperte sono negli ultimi anni, grazie anche alla proficua collaborazione con l’attivissima Protezione Civile di Numana (AN). Se infatti calcoliamo la media solo negli dal 2001 al 2006, allora questa sale a quasi 15. Insomma ogni anno su queste coste si spiaggiano in media 15 cetacei. Non sono pochi.
Chiaramente se andiamo vedere a quali specie essi appartengono, è ovvio che la parte del leone è rappresentata dai tursiopi. Essendo questa specie l’unica regolarmente presente in alto Adriatico, chiaramente tutti gli spiaggiamenti sono di questa specie, mentre alte comparse restano occasionali. In definitiva quindi abbiamo ben 119 tursiopi, che rappresentano l’83% del totale, ai quali si aggiungono 7 grampi (compresa Mary G. ovviamente), 5 stenelle striate, 1 esemplare rispettivamente di capodoglio, balenottera comune e delfino comune. Il conto è completato da 9 esemplari di specie indeterminata: significa che sono esemplari che sono stati smaltiti prima che noi potessimo intervenire direttamente e di cui non si hanno foto.
Riguardo alle condizioni delle carcasse, è da notare che solo 14 di queste (neanche il 10%) erano in buone condizioni, e quindi potevano fornire una serie completa di campioni e di informazioni biologiche. Ben 104 erano invece in avanzata decomposizione o peggio. Significa che sono animali morti da diverso tempo e che arrivano a riva diversi giorni o settimane dopo la morte, e su quali si può lavorare ben poco. Infine 14 sono i delfini che si sono spiaggiati ancora vivi, con esiti nefasti per tutti, tranne che per Mary G.
Ricordo che segnalare prontamente un animale spiaggiato alle autorità, consente a noi di svolgere tempestivamente e senza intoppi il nostro lavoro. Rinnovo quindi l’invito a chiunque si imbatta in uno di questi insoliti eventi a segnalarlo senza indugi.
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