venerdì 31 agosto 2007

Giù le mani da Darwin

Pochi giorni fa mentre andavo in ufficio ho sentito per radio un'intervista al prof. Telmo Pievani, autore di un libretto dal titolo "In difesa di Darwin". Appena arrivato in ufficio ho ordinato il libro, non vedo l'ora che mi arrivi.
E mi è venuto in mente una cosa che avevo scritto nel dicembre 2005, che riporto qua sotto. E' sconcertante come questa assurda diatriba fra creazionisti e evoluzionisti sia ancora attualissima e come le teorie di Darwin siano ancora messe in dubbio. Fatico veramente a crederci. Altro che Medioevo...

Ecco il vecchio scritto:
Assisto con sconcerto alla nuova diatriba fra creazionisti e evoluzionisti. E rimango attonito nel vedere che c'è chi mette in dubbio, oggi, la teoria dell'evoluzione di Darwin. Per chi ha un percorso di studio di scienze, come me, Darwin è un intoccabile, un mito, un'icona. E' colui che ha cambiato il mondo spiegando come il mondo funziona. Contestare una teoria scientifica che si basa su centinaia e centinaia di prove, contrapponendole un atto di fede, è solo lecito, ma non scientifico, e fuori luogo.
Ho sentito, non troppi giorni fa, i creazionisti italiani (sì, ci sono anche qua) in televisione sostenere che il creazionismo va inserito nel programma di scienze delle scuole, almeno come alternativa alla teoria evoluzionistica, cosicchè i "nostri ragazzi" possano scegliere... Dove sta l'inghippo? Ma che stiamo parlando di libri di scienze, in cui possono trovare casa solo teorie scientifiche. La fede di ognuno merita rispetto e considerazione, ma che ci fa nel programma di scienze?
Allego un pezzo preso da un articolo sul sito del Corriere della Sera:
(...) l'evoluzionismo sta già silenziosamente scivolando fuori dall'insegnamento quotidiano nelle scuole. Lo mette in luce anche una recente inchiesta del New York Times: pressati dai genitori (una minoranza ma molto determinati), dalle organizzazioni della destra cristiana, da molti dirigenti scolastici, negli Stati conservatori gli insegnanti tendono a saltare i capitoli della biologia dedicati all'evoluzionismo o li assegnano agli studenti come semplice lettura, senza stimolare alcuna discussione, alcun approfondimento. I politici lo sanno ma evitano interventi che potrebbero risultare poco popolari. Oggi, infatti, la stampa scopre con un certo sconcerto che il 55% della popolazione statunitense (e il 67% degli elettori di Bush) non crede all'evoluzionismo (sondaggio Cbs) mentre, secondo un'indagine Gallup, un terzo dei cittadini considera il contenuto della Bibbia verità scientifica. Un abisso divide l'America dal resto del mondo industrializzato dove l'80% della popolazione accetta l'evoluzionismo che è pur sempre una teoria ma gode di un vastissimo credito nel mondo scientifico. L'anno scorso in Italia ci fu qualche problema coi programmi scolastici della Moratti, poi la crisi rientrò.
(...) All'inizio degli anni '80 i creazionisti (per i quali l'uomo è il prodotto di un intervento divino come quello descritto dalla Genesi) tornarono all'offensiva grazie alla proposta del presidente Reagan di diffondere nelle scuole anche questa teoria, oltre all'insegnamento dell'evoluzionismo. Ma una serie di sentenze di giudici statali e federali, culminata in una decisione della Corte suprema del 1987, sanzionò che il creazionismo, essendo basato su un assunto religioso, non può entrare nel programma scientifico delle scuole pubbliche americane senza violare il principio della separazione tra Stato e Chiesa.

venerdì 24 agosto 2007

Vi aspetto tutti lunedì

Lunedì prossimo, 27 agosto, sarò e saremo, con lo staff di Fondazione Cetacea, tutto il giorno a Numana, una splendida cittadina poco distante da Ancona.
Lì lavora il gruppo della Protezione Civile, guidato dall'amico Luca Amico. Con la Protezione Civile di Numana abbiamo un rapporto di collaborazione iniziato nel 2001, che ha portato ottimi frutti e una bella condivisione di intenti.
La giornata sarà dedicata all'Adriatico, con anche la liberazione di una tartaruga marina e nel tardo pomeriggio la presentazione del mio libro "Il mare che non ti aspetti".
Qui potete scaricare il programma.
E se siete lettori del blog, fatevi riconoscere, mi fa piacere scambiare quattro chiacchiere con voi.

martedì 21 agosto 2007

141 ma non li dimostro

Oggi, 21 agosto, andrà in onda su La7 alle 12,30 (e forse anche su RaiDue alle 10,30) un servizio sull'ultima liberazione di una tartaruga marina dal nostro Ospedale. Il ritorno in mare di Flora, così si chiama la tartaruga, è avvenuto il 13 agosto, ma la tv a volte ha tempi lunghi.
Sono andato a rifarmi un po' di calcoli ed ho visto, con mio stesso grande stupore, che questa era la 141esima tartaruga che tornava in mare, da quando lavoro alla Fondazione Cetacea. Ho assitito a quasi tutti questi rilasci, credo di averne persi non più di una decina.
Non mi immaginavo davvero fossero così tante le volte che ho visto allontanarsi per l'ultima volta una tartaruga dalle nostre mani.
Ogni volta sono due le emozioni che prevalgono, almeno per me: la soddisfazione di avere "chiuso un cerchio", di avere compiuto un lavoro. Recupero, cura, rilascio: il cerchio si chiude, anche se quello che ci sta in mezzo può essere molto diverso. Ogni tartaruga ha la sua storia.
La seconda senzazione che provo è quella animata dalla curiosità. Ogni volta vorrei, almeno per un minuto, a distanza di qualche giorno, trasformarmi in un pescetto e poter andare lì, dove nuota la tartaruga, e vedere dov'è, cosa fa, come nuota. Le tartarughe che vedo qua in vasca di ospedalizzazione non sono delle "vere" tartarughe, costrette in acque basse e in vasche per forza di cosa limitate. Le tartarughe in mare sono tutt'altra cosa, padrone del loro spazio e del loro tempo. Chissà, forse per qualche minuto (quando non passa nessuna barca, non si sente il rumore di nessun motore o di nessun "lavoro in corso", non si vedono reti da pesca, nè lunghe file di ami appesi), forse allora, almeno per un po' possono anche dimenticarsi che esiste l'uomo.

Ecco i due servizi TG:


giovedì 9 agosto 2007

Di gatti e di delfini

Credo che il post precedente "Monarchi delle profondità" meriti un chiarimento su quello che intendevo dire o ricercare. Ecco un esempio: se chiediamo a 100 persone se trovano bello, tenero o grazioso il gattino della foto, credo che pochissime diranno di no. E se chiediamo di spiegare perchè lo trovano grazioso, daranno diverse risposte. Queste risposte saranno vere per ognuno di loro, ma non sveleranno il vero motivo per cui un gattino ci suscita questi sentimenti. Il motivo alla base è che esso mostra quello che si chiama lo "schema infantile". Esso secondo Lorenz è dato da: testa bombata e voluminosa rispetto al corpo; fronte spaziosa e convessa; occhi grandi e posti sulla linea mediana del viso o al di sotto; orecchie arrotondate nei mammiferi; becco corto negli uccelli; corpo tondeggiante; camminata goffa.
Questi caratteri, tipici dei cuccioli, anche dei cuccioli d'uomo, sono fondamentali perchè "spengono" l'aggressività e portano chi li osserva a "intenerirsi" e a prendersi cura del piccolo. E' innato in noi il riconoscimento di questi caratteri e non possiamo fare a meno di reagire così. Così il gattino "è tanto carino", anche per me che non amo particolare i gatti.
Quello che mi chiedevo con il precedente post è proprio questo. I delfini (che comunque non hanno i caratteri dello schema infantile) scatenano nell'uomo, o comunque in molte persone, istinti di questo tipo, al di là delle spiegazioni che ognuno di noi può dare? C'è qualcosa in loro, l'intelligenza, la bellezza, la "parentela" con l'uomo, che suscita queste reazioni?

venerdì 3 agosto 2007

Monarchi delle profondità

"E' un'offesa agli dei il cacciare i delfini, e non può più avvicinarsi ad essi, né offrir loro sacrifici, né toccare gli altari con mani pure, chi volontariamente sia stato causa della morte di un delfino. Egli rende impuri anche coloro che vivono sotto lo stesso tetto, perchè gli dei considerano l'uccisione dei "monarchi delle profondità" altrettanto grave quanto quella di un uomo."
Questa frase è stata scritta da Oppiano Cilice su Halieutica nel secondo secolo d.C.
Quando l'ho letta ho pensato che assomigliava molto alle dichiarazioni di amore per i delfini che a centinaia, in questi quasi undici anni di lavoro alla Fondazione, ho ricevuto. Telefonate, lettere, e-mail, più o meno meritevoli di considerazione, ma tutte contenenti frasi del tipo "farei di tutto per stare con loro", "non so cosa darei per lavorare con i delfini", "i delfini me per sono tutto" fino alle dichiarazioni di chi assicura di avere un "contatto speciale" (telepatico? emozionale?) con questi animali, e così via. Delfini di qua , delfini di là, di sopra e di sotto.
E mi sono spesso chiesto, e me lo chiedo tuttora: perchè? Perchè questo delirio per i delfini? Voglio dire perchè solo, o quasi solo, per loro?
Non ho mai sentito dire nessuno (come invece ho sentito decine di volte per i delfini) di avere la casa piena di poster e oggetti dedicati alle gazzelle, o ai leoni.
D'accordo, ci sono certi animali che sono dei totem, cioè dei simboli. Il leone, la tigre, il lupo, l'aquila e molti altri, ma davvero non ho mai visto il delirio che i delfini provocano. E che non mi spiego.
E' un fatto estetico? Sono belli, anzi bellissimi? E' dovuto alla loro intelligenza (più o meno presunta che sia). Al fatto che in qualche modo ci assomigliano in quanto mammiferi?
Per me i Cetacei sono meravigliosi, come i Coleotteri, le rane, i corvi e tutte le specie animali che l'evoluzione ha creato nel corso della storia. Sono meravigliosi proprio per il processo "magico" che li ha forgiati così come sono, con le loro caratteristiche biologiche, ecologiche, ognuno con il suo "posto nel mondo" e splendidamente adattato per occuparlo.
E per voi i delfini sono speciali? Mi dite perchè?