Avrete visto tutti, immagino, i drammatici video delle catture e dei massacri di delfini in Giappone. Li trovate anche su YouTube, basta per esempio cercare "dolphins Japan". Non ne inserisco nessuno qui perchè possono disturbare le persone più sensibili.
Forse, nonostante la diffusione data a questi filmati e nonostante il fatto che ormai se ne parli spesso (senza peraltro poter fare molto), quello che può restare poco chiaro è il perchè di queste catture.
Come si sa, le catture avvengono in questo modo: imbarcazioni veloci escono in mare, e quando trovano un gruppo di delfini, si dispongono a semicerchio e li spingono verso un porto o un'insenatura, che poi viene chiusa, e lì inizia la mattanza.
Ma a cosa servono queste stragi?
Carne di delfino
Con la moratoria del 1986 contro la caccia alle balene, e stante quindi una diminuzione di questa carne sul mercato, è cresciuta di pari passo la domanda di carne di delfino. Sempre Cetacei sono, no? Il fatto che poi nel 1987 il Giappone abbia poi comunque ripreso le attività di baleneria (per "scopi scientifici") non ha fermato questo commercio, forse perchè la carne di delfino ha costi minori.
Tra l'altro la domanda di carne di cetacei in Giappone sta diminuendo costantemente. I giovani la cercano sempre meno, e non esiste una "tradizione culinaria" in questo senso. Ma il governo giapponese non molla e ha recentemente promosso e sovvenzionato carne di cetacei nelle scuole e negli ospedali...
Competizione con la pesca
Il governo giapponese sostiene che i delfini competono con la pesca professionale per le medesime risorse marine. E devono quindi essere cacciati e eliminati per preservare la sopravvivenza dell'umanità e il nostro cibo. La Katsumoto Fishing Cooperative afferma che non uccidono i delfini per mangiarli ma li eliminano come animali nocivi. Alcuni compagnie di pesca parlano di "pest control"... Il governo invece anche di "predator control". E' necessario aggiungere che se gli stock ittici sono pesantemente in crisi in tutto il mondo la colpa non è dei delfini ma semmai della pesca eccessiva?
Esemplari per la cattività
La Whale and Dolphin Conservation Society ritiene che nè la richiesta di carne di delfino come cibo, nè la battaglia contro la presunta competizione delfini/pesca possa spiegare perchè queste stragi proseguono. Invece potrebbe giocare un ruolo fondamentale la richiesta di delfini da parte degli acquari pubblici. E' noto infatti che durante le mattanze di delfini i proprietari dei delfinari giapponesi si rechino sul posto a "prelevare" nuovi esemplari da introdurre nelle loro strutture.
Ci sono più di 40 delfinari in Giappone. A quanto pare molti dei loro delfini vengono da queste catture. Dal 1986 al 1999, 834 piccoli cetacei sono stati catturati vivi in questo modo. 569 tursiopi, 8 neofocene (Neophocaena phocaenoides), 6 globicefali, 116 pseudorche, una focena, 40 grampi, sei Stenella attenuata, 17 stenelle striate, 50 lagenorinchi, più altre specie.
Dopo il 1999 i dati non sono più stati resi noti dal governo giapponese.
Nel 1999 un tursiope morto fruttava 400 dollari, uno vivo ne valeva invece 3000-3500. E una volta addestrato il suo valore saliva a 30000 dollari...
Se vendere delfini vivi all'industria degli acquari pubblici giapponesi rende a tal punto, è forse più facile comprendere come queste catture possano continuare tuttora.
Come si sa, le catture avvengono in questo modo: imbarcazioni veloci escono in mare, e quando trovano un gruppo di delfini, si dispongono a semicerchio e li spingono verso un porto o un'insenatura, che poi viene chiusa, e lì inizia la mattanza.
Ma a cosa servono queste stragi?
Carne di delfino
Con la moratoria del 1986 contro la caccia alle balene, e stante quindi una diminuzione di questa carne sul mercato, è cresciuta di pari passo la domanda di carne di delfino. Sempre Cetacei sono, no? Il fatto che poi nel 1987 il Giappone abbia poi comunque ripreso le attività di baleneria (per "scopi scientifici") non ha fermato questo commercio, forse perchè la carne di delfino ha costi minori.
Tra l'altro la domanda di carne di cetacei in Giappone sta diminuendo costantemente. I giovani la cercano sempre meno, e non esiste una "tradizione culinaria" in questo senso. Ma il governo giapponese non molla e ha recentemente promosso e sovvenzionato carne di cetacei nelle scuole e negli ospedali...
Competizione con la pesca
Il governo giapponese sostiene che i delfini competono con la pesca professionale per le medesime risorse marine. E devono quindi essere cacciati e eliminati per preservare la sopravvivenza dell'umanità e il nostro cibo. La Katsumoto Fishing Cooperative afferma che non uccidono i delfini per mangiarli ma li eliminano come animali nocivi. Alcuni compagnie di pesca parlano di "pest control"... Il governo invece anche di "predator control". E' necessario aggiungere che se gli stock ittici sono pesantemente in crisi in tutto il mondo la colpa non è dei delfini ma semmai della pesca eccessiva?
Esemplari per la cattività
La Whale and Dolphin Conservation Society ritiene che nè la richiesta di carne di delfino come cibo, nè la battaglia contro la presunta competizione delfini/pesca possa spiegare perchè queste stragi proseguono. Invece potrebbe giocare un ruolo fondamentale la richiesta di delfini da parte degli acquari pubblici. E' noto infatti che durante le mattanze di delfini i proprietari dei delfinari giapponesi si rechino sul posto a "prelevare" nuovi esemplari da introdurre nelle loro strutture.
Ci sono più di 40 delfinari in Giappone. A quanto pare molti dei loro delfini vengono da queste catture. Dal 1986 al 1999, 834 piccoli cetacei sono stati catturati vivi in questo modo. 569 tursiopi, 8 neofocene (Neophocaena phocaenoides), 6 globicefali, 116 pseudorche, una focena, 40 grampi, sei Stenella attenuata, 17 stenelle striate, 50 lagenorinchi, più altre specie.
Dopo il 1999 i dati non sono più stati resi noti dal governo giapponese.
Nel 1999 un tursiope morto fruttava 400 dollari, uno vivo ne valeva invece 3000-3500. E una volta addestrato il suo valore saliva a 30000 dollari...
Se vendere delfini vivi all'industria degli acquari pubblici giapponesi rende a tal punto, è forse più facile comprendere come queste catture possano continuare tuttora.
Sono senza parole o meglio, ripeto sempre le stesse. Mi verogno di appartenere a questa specie e non capirò mai come quelle persone riescano a guardarsi allo specchio dopo aver compiuto stragi del genere. Ma, del resto, neanche Hitler aveva grosse difficoltà a mostrare la sua faccia in pubblico(anzi)! Ripongo tutta la mia speranza nelle persone che lavorano e lottano ogni giorno per contrastare quste atrocità e non escludo che ognuuno di noi possa fare qualcosa.
RispondiEliminaCiao a tutti
Christina
Molto duro il tuo paragone con Hitler! Se non altro hai reso l'idea di quello che volevi dire. Neanche io condivido queste stragi di delfini, purtroppo tutto gira intorno al denaro e forse si può fare ben poco per impedirlo...finchè ci sarà gente che ne ricava.
RispondiEliminaIl paragone è forte senza dubbio. Quello che mi spaventa di più in tutto questo casino è che ci sono persone che riescono addirittura a razionalizzare questi massacri. Ci sono persone nel mondo che dicono che le popolazioni di delfini vanno controllate perchè mettono in pericolo l'industria della pesca. I "mostri veri" come spesso accade nelle situazioni in cui imperversa un'ingiustizia son quelli che stanno al vertice perchè manipolano situazioni di disagio sociale al loro vantaggio. Non è un segreto per esempio che la pratica del" finning " sugli squali viene eseguita anche da ragazzini che essendo poveri e spesso analfabeti non si rendono conto dello sfruttamento che subiscono. Lo stesso accade con molte altre specie. Ai miei occhi è un doppio delitto. Un delitto all'uomo disagiato e alla natura. Non saranno "i signori" a pagare ma saremo noi, i nostri figli e i nostri nipoti. Il paragone con Hitler voleva essere forte per squotere, per far pensare e per ricordare quali crimini atroci possiamo arrivare a commettere. Nessuno ha il diritto di sterminare nessuna creatura vivente. Io credo in questo con tutta l'anima e anche se sono una piccolissima voce in un coro mondiale non smetterò mai di dire ciò che penso. Le persone devono sapere perchè i nostri mari e i nostri oceani stanno morendo e devono sapere cosa possono fare per aiutare. Scusate se questa sembra una predica scontata ma il post di Marco mi ha scossa molto e mi sento veramente arrabbiata oggi.
RispondiEliminaChristina
Il Giappone è ancora in primo piano e questa volta uccide nel nome della scienza facendosi beffa della Commissione baleniera internazionale (parliamo di una moratoria vigente da ben 20 anni!!).
RispondiEliminaLeggete questo articolo tratto da Repubblica:
Balene, caccia grossa al polo sud
Che rabbia!
Marcone