Immagino che abbiate visto tutti il servizio di Report sui capodogli spiaggiati in Puglia, nel dicembre scorso (beh se non l'avete fatto, basta che andate al post precedente). Il servizio è molto preciso e puntuale, secondo lo stile di Report, e grazie anche alla competenza e la preparazione degli intervistati Sandro Mazzariol (UniPadova) e Gianni Pavan (UniPavia/CIBRA), che conosco entrambi molto bene.
In quelle immagini, al di là delle ipotesi sulle morti dei capodogli e della possibile connessione con le prospezioni geologiche, che conoscevo già, mi ha colpito molto la sequenza in cui vengono mostrati i contenuti stomacali delle povere bestie. Un campionario impressionante di schifezze: borse, buste di plastica, scatole, cavi d'acciaio...
Sconvolgente, anche se risaputo, quanto l'incuria dell'uomo abbia infestato il mare. L'idea di un fondale marino punteggiato di plastica, cassette, lavatrici, copertoni, bottiglie e altro ciarpame è quanto di più triste e disturbante. E' come un'opera d'arte sporcata di inchiostro dalla mano ignorante di un vandalo.
Il problema dei rifiuti in mare è planetario e l'Adriatico non solo non è da meno, ma anzi ne risente come e più di altri mari. Cosi "piccolo" e circondato da terre sovraffollate di gente, è un collettore naturale di robaccia artificiale.
Recentissimo è questo articolo, in cui ricercatori croati hanno esaminato il contenuto stomacale di 54 Tartarughe comuni (Caretta caretta) e in più di un terzo di esse (35.2%) hanno trovato plastica.
Stime delle Nazioni Unite parlano di 18.000 pezzi di plastica per ogni chilometro quadrato di mare, per un totale che supera i 100 milioni di tonnellate. Si è anche parlato molto della presenza nel Pacifico di una isola di plastica e rifiuti galleggianti, formata e tenuta insieme dalle correnti, grande quanto due volte lo stato del Texas.
Se anche questi materiali non fossero pericolosi per le creature marine, e invece lo sono eccome, ma quale triste e schifoso scempio stiamo facendo del nostro pianeta? In un mondo che sta appena appena iniziando a capire che il problema non è più come eliminare i rifiuti, ma come non produrne affatto (ed è possibile), prima o poi ci sarà qualcuno (i nostri figli? i nostri nipoti?) che dovrà ancora raccogliere l'immondizia che generazioni troppo poco lungimiranti hanno lasciato.
ciao,
RispondiEliminasi è una scandalo questa situazione, l'inquinamento delle acque è un problema da non sottovalutare per nessun motivo! Speriamo di riuscire a invertire questa tendenza il prima possibile, e soprattutto prima che sia troppo tardi.