Un terzo di tutte le specie di squali e razze è a rischio di estinzione. E non è l'unica brutta notizia: in media, ogni anno, 52 specie, fra Mammiferi, Uccelli e Anfibi si avvicinano di più all'estinzione.
In effetti mi piacerebbe qualche volta sedermi a scrivere di conservazione e riportare qualche bella notizia. E più avanti ve ne darò un paio. Ma il succo del mastodontico lavoro pubblicato lo scorso dicembre su Science, è che stiamo messi male.
Sto parlando di un articolo scritto da una marea di autori, e che porta un titolo assolutamente attraente: "L'impatto della conservazione sui Vertebrati del mondo". Interessante, no? Cioè, facciamo tanto per la conservazione delle specie minacciate da noi stessi, ma funziona o no?
E come ha fatto questo gruppo di scienziati a dare una risposta? Hanno preso tutte le Liste Rosse che ogni anno un ente molto importante come l'IUCN (International Union for Conservation of Nature) pubblica e le hanno studiate, soprattutto valutandone i cambiamenti. In queste liste le specie sono classificate secondo il loro stato di conservazione, in diverse categorie, tipo "minacciata", "in pericolo", "fortemente in pericolo" e altre. L'ultima è "estinta". Se una specie si muove, col passare degli anni, avvicinandosi o allontanandosi dall'ultima categoria, e dunque dall'estinzione, abbiamo un'indicazione su come se la passa la specie in questione.
Ecco dunque qualche punto:
- moltissime specie sono "data deficient", cioè non ci sono abbastanza dati scientifici per poterle catalogare in una categoria piuttosto che in un'altra
- fra squali e razze, molte specie sono "data deficient"
- considerando questo dato, e facendo qualche stima, si arriva a dire che su 1044 specie di pesci cartilaginei (squali e razze), 345 stanno nelle categorie da "vulnerabile" a "fortemente in pericolo". quindi un terzo del totale
- 156 specie di Mammiferi, 223 Uccelli e 662 Anfibi hanno fatto, negli ultimi due decenni, almeno un passo di categoria in avanti, verso l'estinzione
Ed ecco ora le due buone notizie:
1. lo studio mostra che in assenza delle campagne di sensibilizzazione, di tutela e di conservazione, i dati già drammatici, sarebbero stati anche peggiori
2. 68 specie, in totale, si sono mosse di almeno un salto di categoria all'indietro, allontanandosi dunque dall'estinzione. Ben 64 di queste lo hanno fatto non per cause naturali, ma grazie proprio alle battaglie per la loro conservazione
La conclusione dello studio? Ve la riporto pari pari, che non si dica che sono io quello pessimista: "Gli attuali sforzi di conservazione restano insufficienti a compensare la perdita di biodiversità in questi gruppi di Vertebrati". Chiaro, no?
http://www.seashepherd.it/sharks/
RispondiEliminase potessimo unire le forze...
Enrico, perchè no? E se anche non si potesse, ognuno può fare la sua parte, ognuno con i suoi strumenti e le sue forze e possibilità. E' una battaglia che vale la pena di continuare a combattere.
RispondiEliminaCiao Enrico: magari potresti illustrarci le attività che mi sembrano davvero meritorie di Seasheperd Italia...
RispondiEliminaManuel
@ Marco: da lungo tempo non aspettavo altro che di poter leggere quell'“Enrico, perché no?”
RispondiEliminaSentiamoci via e-mail.
@ Manuel: ti ringrazio per l'invito ma non voglio abusare dalla disponibilità di Marco utilizzando impropriamente questo spazio come fosse una vetrina per SSCS. Molti sanno già chi siamo e cosa facciamo, gli altri possono farci visita al sito www.seashepherd.it e farsene un'idea.
Chi vuole saperne di più mi contatti direttamente (enrico.s@seashepherd.it) - sarò lieto di fornire tutte le informazioni necessarie e di rispondere a tutte le domande che mi verrano poste.
@ Enrico: ti ho mandato una mail, come d'accordo.
RispondiEliminaSe poi, per rispondere alla richiesta di Manuel, vuoi scrivere un "guest post" da mettere qui sul blog, ti ospito volentieri.