Pochi giorni fa, dopo avere postato su Facebook la notizia di uno spiaggiamento di un delfino, cosa che faccio abitualmente, ma comunque senza nessun impegno o pretesa di completezza, qualcuno si stupiva di quanti spiaggiamenti stanno accadendo. In realtà gli spiaggiamenti di Cetacei in Italia sono un fenomeno "normale". L'Italia ha un'estensione di coste enorme, e sono tutte bagnate da mari in cui la presenza dei Cetacei è regolare, e con diverse specie presenti (nella foto il grampo spiaggiato l'8 febbraio a Milazzo, in Sicilia).
Dunque mi sono chiesto se la sensazione che molti hanno di un aumento negli spiaggiamenti di delfini è, appunto, una sensazione, oppure no.
Sono andato allora a consultare la
Banca Dati Spiaggiamenti nazionale. Prima di vedere i dati, è bene descrivere, in breve, come nasce questa Banca Dati. Prendo le parole, direttamente dal sito della Banca:
"La raccolta sistematica di informazioni sugli spiaggiamenti di mammiferi marini sulle coste italiane è iniziata nel 1986 grazie all'impegno del Centro Studi Cetacei e dei volontari ad esso aderenti. Il Centro costituì una rete nazionale di osservatori per tenere sotto controllo le coste e intervenire nel caso di animali spiaggiati [...].
La rete costituita dal CSC è stata per molti anni un importante punto di riferimento e un modello per le reti di monitoraggio di altre nazioni sia nel Mediterraneo che al di fuori di esso. In anni recenti altre organizzazioni hanno incominciato ad occuparsi di spiaggiamenti e a raccogliere dati creando così reti di monitoraggio locali. Questo aspetto ha in parte portato ad una maggiore e più distribuita attenzione per il fenomeno, ma ha anche reso più difficoltosa la centralizzazione delle informazioni, per scopi scientifici, ma anche per le esigenze di controllo del Ministero dell'Ambiente e in particolare dell'Ispettorato Difesa Mare.
Per ovviare a questi problemi, [...] il Ministero ha istituito una Banca Tessuti, presso l'Università di Padova, e un Centro di Coordinamento per la raccolta dei dati sugli animali spiaggiati. Il Centro di Coordinamento per la raccolta dei dati, gestito dal CIBRA dell'Università di Pavia e dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano, include una Banca Dati con accesso online. La Banca Dati incorpora i dati pubblicati dal CSC dal 1986 al 2005, georeferenziati, e verificati con le schede originali; incorpora inoltre i dati fino ad oggi pervenuti dai partners del progetto.
La Banca Dati viene infatti continuamente aggiornata con i dati che vengono forniti dalla Banca Tessuti, dalle Istituzioni quali ASL e Capitanerie di Porto, dalla Marina Militare e dalle istituzioni non governative che hanno aderito alla Banca Dati."
A quanto scritto qui sopra va aggiunto che, per ammissione degli stessi gestori della Banca Dati, è possibile che ci siano spiaggiamenti che non vengono segnalati alla Banca Dati. Inoltre, il Centro Studi Cetacei, da quando è nata la Banca Dati, non confluisce più le proprie segnalazioni alla Banca, preferendo pubblicarle a parte. E infatti proprio in questi giorni ha pubblicato un
proprio resoconto, con i dati 2006-2010 (per un totale di 140 esemplari, ma che almeno in parte possono essere anche doppi con quelli presenti nella Banca dati).
Chiariti questi aspetti, ecco i dati degli ultimi venti anni, della Banca Dati nazionale:
1992 = 165
1993 = 140
1994 = 123
1995 = 105
1996 = 122
1997 = 148
1998 = 146
1999 = 144
2000 = 151
2001 = 196
2002 = 160
2003 = 134
2004 = 168
2005 = 116
2006 = 84
2007 = 113
2008 = 97
2009 = 72
2010 = 88
2011 = 64
Vediamoli graficamente:
Direi che, anche volendo aggiungere i dati del Centro Studi Cetacei, e altri possibili spiaggiamenti non segnalati, avremmo comunque una linea in discesa o, al limite stabile. Dunque, no, gli spiaggiamenti di cetacei sulle coste italiane non stanno aumentando. Quello che, semmai, sta aumentando, è la diffusione e la possibilità di accesso a questi dati, che grazie a media sempre più presenti e diffusi, e soprattutto al tam tam della rete (social network e no), ornai arrivano a tutti, perlomeno a tutti quelli che hanno un interesse per queste materie. Non più una circolazione fra addetti ai lavori, quindi. Ciò non toglie il fenomeno vada comunque attentamente monitorato. Infatti, ad esempio, se quella linea è veramente in discesa, cioè se si spiaggiano sempre meno animali, quale significato vogliamo dare a questo fatto? Sempre meno Cetacei in mare? O misure di tutela più efficaci? Oppure?