Oggi sono stato in spiaggia, ovviamente a Rimini, nella mia città. Ci vado poco perchè non amo la confusione, il caldo e la noia e in spiaggia ci sono tutt'e tre. Ho fatto il bagno in un minestrone di alghe, e usciamo usciti quando mia moglie ha visto un escremento galleggiare (non è sempre così, pochi giorni fa l'acqua era pulita e con tanti piccoli cefali a riva).
Poi esco dall'acqua e mi guardo intorno. Ombrelloni, su ombrelloni, su ombrelloni. Molti vuoti. Ma ci sono comunque. Negli ultimi anni non li ho più visti tutti pieni, come succedeva anni fa, ma non li hanno diradati, nè tolti. Fitti, immobili, imperterriti, ti tolgono la visuale e fermano il vento.
Della zona a monte delgi ombrelloni non voglio parlare: in genere la attraverso a occhi chiusi. Cemento e cemento. Eppure, se cerchi scampo a riva per stenderti col tuo telo, ti mandano via e ti trattano da pezzente.
Dove diavolo è finita la spiaggia? Nella striscia del bagnasciuga? Mi viene in mente che il turismo a Rimini punta e ha sempre puntato tutto sulla spiaggia, mai sul mare. Il mare è acqua e basta, e per fortuna da noi è bassa, così le famiglie coi bambini stanno tranquille. Tutto qua. Hanno scritto di mare poeti, scrittori, registi, naturalisti, viaggiatori. Da noi il mare è la tinozza dell'acqua (spesso sporca). Quando mai si parla di mare, a Rimini? DEL mare DI Rimini? Del mare Adriatico, direi anche. Ci vivono oltre 7000 specie di piante e animali, molte di queste sono endemiche; ci sono 410 specie di pesci (7 endemiche), 64 delle quali sono in pericolo di estinzione. Qualcuno lo sa? I turisti no di certo, ma mi sa neanche i riminesi.
Ma torniamo alla spiaggia. Una volta si diceva "Rimini, una delle spiagge più ampie del mondo". E' ancora così, solo che non te ne accorgi, perché è sotto passerelle, cabine, palestre, idromassaggi, bar, ristoranti, parcheggi di bici, aree per i balli di gruppo, aree bambini, campi da beach-volley-tennis-football-basket.. E così, tornando a casa ho ripensato a quando sono stato a Miami, nel 2002. E l'ho trovata molto bella (vedi foto). Ma Miami è solo un esempio.
A Rimini dobbiamo fare lo stesso? Non possiamo e forse non dobbiamo, ma davvero una via di mezzo deve esserci. Per il momento mi accontenterei dei mesi "fuori stagione". Mi accontenterei della spiaggia "liberata" almeno d'inverno, visto che noi non siamo Miami. Mi accontenterei di un equilibrio tra una spiaggia commerciale e una spiaggia naturale".
Ovviamente in attesa che qualcuno si ricordi che la spiaggia non è una striscia di sabbia su cui appoggiare bagnanti e servizi per bagnanti, ma è, prima di tutto, un ambiente naturale. Un ambiente naturale, come un bosco, ad esempio. E mi piacerebbe che qualche pezzo di questo ambiente naturale si potesse godere nella sua interezza. Solo qualche pezzettino. Con la sua duna (chi ha spianato tutte le dune?), le sue piante, i suoi microambienti.
Mi rendo conto che a Rimini è chiedere troppo.
Buon Ferragosto.
Nelle foto: sopra, Rimini nel 1956. Sotto Rimini e Miami, oggi.
Ma torniamo alla spiaggia. Una volta si diceva "Rimini, una delle spiagge più ampie del mondo". E' ancora così, solo che non te ne accorgi, perché è sotto passerelle, cabine, palestre, idromassaggi, bar, ristoranti, parcheggi di bici, aree per i balli di gruppo, aree bambini, campi da beach-volley-tennis-football-basket.. E così, tornando a casa ho ripensato a quando sono stato a Miami, nel 2002. E l'ho trovata molto bella (vedi foto). Ma Miami è solo un esempio.
A Rimini dobbiamo fare lo stesso? Non possiamo e forse non dobbiamo, ma davvero una via di mezzo deve esserci. Per il momento mi accontenterei dei mesi "fuori stagione". Mi accontenterei della spiaggia "liberata" almeno d'inverno, visto che noi non siamo Miami. Mi accontenterei di un equilibrio tra una spiaggia commerciale e una spiaggia naturale".
Ovviamente in attesa che qualcuno si ricordi che la spiaggia non è una striscia di sabbia su cui appoggiare bagnanti e servizi per bagnanti, ma è, prima di tutto, un ambiente naturale. Un ambiente naturale, come un bosco, ad esempio. E mi piacerebbe che qualche pezzo di questo ambiente naturale si potesse godere nella sua interezza. Solo qualche pezzettino. Con la sua duna (chi ha spianato tutte le dune?), le sue piante, i suoi microambienti.
Mi rendo conto che a Rimini è chiedere troppo.
Buon Ferragosto.
Nelle foto: sopra, Rimini nel 1956. Sotto Rimini e Miami, oggi.
Caro Marco, grazie per il cuore e la professionalita' e la competenza che metti in ogni pezzo che scrivi. Abbiamo bisogno di ricominciare ad osservare, a riflettere, a capire, a confrontarci. Ho una grande malinconia addosso. Mi succede ogni estate quando osservo le stesse cose che citi in questo bellissimo pezzo. Si, ho malinconia ma anche una grande rabbia perche' ci sono troppi accattoni che con il proprio egoismo hanno danneggiato (e forse irrimediabilmente) il patrimonio ambientale italiano. Un patrimonio piu' unico che raro. Quando penso alla "crisi economica" mi viene sempre da dire che l'Italia poteva tranquillamente evitare di trovarsi in questo baratro. E' la cultura individualistica che l'ha trascinata a fondo. Bastava lasciarla in pace, bastava avere cura del mare, delle colline e delle montagne. Bastava salvaguardare l'arte e la storia...bastava.
RispondiEliminaChristina
Purtroppo sta diventando così ovunque, non soltanto a Rimini. Qualche tempo fa ero alla spiaggia di Maladroxia, isola di Sant'Antioco: ombrelloni, seggioline, bambini urlanti e genitori menefreghisti, mozziconi di sigaretta tra la poca sabbia libera…
RispondiEliminaLì la spiaggia è libera, non ci sono i vari "Bagno Mariuccia" e "Lido Lino" con ombrelloni e sdraio preconfezionati e a caro prezzo, ma la distruzione dell'ambiente non mi pare poi tanto diversa. Almeno, però, niente alghe nè escrementi galleggianti...