Sarà che c'è la campagna elettorale, sarà che siamo in inverno e il mare interessa di meno. Sarà che abbiamo fatto il callo alle brutte notizie, ma a me pare che la notizia dello sversamento di petrolio in Adriatico di tre giorni fa, sia passata davvero inosservata.
Le voci contro la continua violenza delle trivellazioni in mare, e in particolare in Adriatico, sono tante, ma restano inascoltate perché nulla possono contro gli interessi delle compagnie petrolifere che guadagnano su un bene che è di tutti, ma gli utili sono solo loro. E la politica italiana lascia fare, anzi li favorisce con il pagamento di royalties bassissime.
E così siamo in attesa, quasi inevitabile, che prima o poi succeda il disastro, uno vero, enorme, che in un mare poco esteso come l'Adriatico sarebbe la morte definitiva.
Stavolta è andata bene: la piattaforma Rospo Mare, fra Termoli e Vasto, ha lasciato uscire 1000 litri di petrolio. La chiazza si è estesa molto, ci sono foto di gabbiani sporchi di petrolio, e non saranno gli unici animali ad averne risentito, ma almeno (per ora) il parco delle Tremiti non è stato toccato. Ci consoliamo con poco, anche se le conseguenze sull'ambiente e gli organismi marini non sono direttamente valutabili, e speriamo siano limitate.
Leggetevi quello che dice la D'Orsogna, storica combattente contro le trivellazioni in mare, e auguriamoci che non succeda più.
La foto è della Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS
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