Forse alcuni di voi ricorderanno lo spiaggiamento della balenottera del novembre scorso, al Conero. Chi non lo ricorda può leggere questo post e i seguenti. Comunque ecco un breve riassunto.
Verso la metà di novembre del 2007 la Capitaneria di Porto di Ancona allerta Fondazione Cetacea della presenza di un grosso cetaceo, galleggiante nelle acque presso gli scogli delle Due Sorelle, al promontorio del Conero. Il recupero in mare pare impossibile e così si attende un eventuale spiaggiamento della carcassa. In effetti ciò avviene il 20 novembre, ma l’esemplare non arriva in spiaggia ma si va ad incastrare fra gli scogli, sotto una parete a strapiombo. Il posto è raggiungibile solo via mare ed è all’interno del Comune di Sirolo.
Ad un primo sopralluogo il cetaceo si rivela essere una balenottera comune (Balaenoptera physalus), morta da già da diverso tempo. E’ una femmina e misura la bellezza di 17,5 metri. Le segnalazioni di balenottera comune in Adriatico (mare in cui di solito non vive) si contano sulle dita delle mani. Il valore dell’esemplare, sia scientifico che in qualche modo “storico” è elevato. Si può e si deve tentare un recupero dello scheletro intero, a scopi espositivi e di studio.
Qui entrano in gioco gelosie e strani comportamenti possessivi, che di fatto bloccano però ogni possibilità di intervento, finchè l’animale viene ripreso dal mare per essere poi risbattuto, giorni dopo, su una spiaggia poco distante. L’esemplare è stato bistrattato dalle mareggiate, ed è in condizioni pietose. Il cranio è completamente perso, sfilato dalla carne e inghiottito dal mare, da qualche parte. Il recupero dello scheletro ora non ha più senso.
Resta il problema della carcassa, che dopo alcuni giorni di “esposizione” sulla spiaggia alla fine si decide, con un intervento che a noi parve discutibile, di ancorare in mare, a poche miglia dalla costa. Fine della storia? Non proprio.
Al momento abbiamo raccolto una dozzina di costole, una parte del cranio, tre vertebre. Non arriveremo mai a ricostruire lo scheletro intero, ma anche queste parti hanno il loro valore e si sta ora progettando di esporre questi reperti, in un adeguato spazio didattico, all’interno del Parco del Conero.
Nelle foto la nostra Pamela con due costole e una vertebra
Ad un primo sopralluogo il cetaceo si rivela essere una balenottera comune (Balaenoptera physalus), morta da già da diverso tempo. E’ una femmina e misura la bellezza di 17,5 metri. Le segnalazioni di balenottera comune in Adriatico (mare in cui di solito non vive) si contano sulle dita delle mani. Il valore dell’esemplare, sia scientifico che in qualche modo “storico” è elevato. Si può e si deve tentare un recupero dello scheletro intero, a scopi espositivi e di studio.
Qui entrano in gioco gelosie e strani comportamenti possessivi, che di fatto bloccano però ogni possibilità di intervento, finchè l’animale viene ripreso dal mare per essere poi risbattuto, giorni dopo, su una spiaggia poco distante. L’esemplare è stato bistrattato dalle mareggiate, ed è in condizioni pietose. Il cranio è completamente perso, sfilato dalla carne e inghiottito dal mare, da qualche parte. Il recupero dello scheletro ora non ha più senso.
Resta il problema della carcassa, che dopo alcuni giorni di “esposizione” sulla spiaggia alla fine si decide, con un intervento che a noi parve discutibile, di ancorare in mare, a poche miglia dalla costa. Fine della storia? Non proprio.
A Numana si trova un distaccamento operativo di Fondazione Cetacea, che ha lì una proficua collaborazione con la locale Protezione Civile. E proprio a questo ente già dalla primavera successiva cominciano ad arrivare delle segnalazioni che lungo la costa rocciosa fra Numana e Sirolo si trovano sul fondo le ossa sparse del grande cetaceo. Appassionati di snorkeling riportano per esempio avvistamenti di lunghe e bianche costole incastrate fra gli scogli. Una simpatica coppia di signori ogni tanto si presenta con qualche prezioso ritrovamento: una vertebra, una costola, altri pezzi “che non sappiamo cosa siano”. Il mare e soprattutto gli organismi che lo popolano hanno lavorato bene, le ossa sono perfettamente ripulite e ben conservate. Peccato siano sparse ovunque. Alla fine i due signori ci portano anche una vertebra che avevano in un primo momento messo in giardino come esotico ornamento. La detenzione di questi reperti da parte di privati è reato ed è punibile con ammende anche pesanti, eppure siamo sicuri che molti avranno ora in casa il loro souvenir della grande balenottera.
Ma la caccia alle ossa continua e noi stessi in agosto organizziamo una spedizione di snorkeling insieme al Centro Sub Monte Conero: in un solo pomeriggio il bottino è rappresentato da tre costole e dalla parte occipitale dell’enorme cranio.Al momento abbiamo raccolto una dozzina di costole, una parte del cranio, tre vertebre. Non arriveremo mai a ricostruire lo scheletro intero, ma anche queste parti hanno il loro valore e si sta ora progettando di esporre questi reperti, in un adeguato spazio didattico, all’interno del Parco del Conero.
Nelle foto la nostra Pamela con due costole e una vertebra
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