Ne abbiamo parlato pochi giorni fa, ma vale la pena tornarci sopra, non solo per l’eccezionalità dell’evento, ma anche perché ci sono delle novità. Sto parlando della megattera (Megaptera novaeangliae) che da ormai più di un mese staziona nelle acque del golfo di Trieste.
Ricapitoliamo brevemente. Questa specie di balenottera, è frequente in tutti gli oceani ma non vive in Mediterraneo, e dunque neanche in Adriatico, a maggior ragione. E’ solo il secondo esemplare avvistato nelle nostre acque, il primo fu fotografato e filmato al largo di Senigallia nell’agosto del 2002 dalla Fondazione Cetacea.
L’esemplare di questi giorni è stato avvistato per la prima volta il 16 di febbraio. Alcuni ricercatori sloveni lo seguirono per due giorni, documentando con abbondante materiale fotografico il loro lavoro. Nei giorni successivi ai primi avvistamenti, nonostante gli appelli lanciati su entrambe le coste dalle due istituzioni, l’animale sembrava sparito, poi dopo pochi giorni, ricominciarono gli avvistamenti, proseguiti per quasi due settimane.
La situazione per il povero animale stava diventando pesante. Frotte di curiosi andavano a vederlo ogni giorno, a volte letteralmente circondando il cetaceo con le barche. Il governo sloveno aveva posto il divieto di avvicinarsi oltre i 100 m, ma pochi lo rispettavano..
Poi la situazione sembrava cambiata martedì 3 marzo, quando c’è stato l’ultimo avvistamento in acque slovene, e l’animale fu visto dirigersi decisamente verso sud, in acque croate. La speranza era che finalmente avesse ritrovato la strada per uscire dall’Adriatico, dove di certo non ci sono le condizioni nè trofiche nè oceanografiche per un animale del genere.
Non è così purtroppo. Infatti da pochi giorni sono ricominciati i frequenti avvistamenti, ma non è affatto andata verso sud. Ora infatti si trova nelle acque di Grado, quindi più a nord e a ovest rispetto alla precedente area di segnalazione, nei pressi di Pirano.
Ma come sta dunque questo animale? Non bene a mio parere. Per quanto, almeno nei primi avvistamenti, sembrasse in buona salute, non magro, e capace di buone immersioni in apnea, la lunga durata della sua permanenza in nord Adriatico rappresenta come minimo un segnale non buono sul suo stato di salute. O forse, a lungo andare, la causa stessa dei suoi problemi. Questo non è il suo mare, non ci sono le profondità e nemmeno il suo cibo abituale. Per non parlare del continuo disturbo causato dai natanti dei curiosi.
Nonostante le segnalazioni di questi giorni, numerose anche a una semplice ricerca su internet, facciano riferimento a un animale che “sta bene”, nutro forti dubbi. Tra l’altro, pare addirittura che nella notte fra il 15 e il 16 marzo si sia non solo avvicinata moltissimo alla costa, ma che addirittura la Guardia Costiera sia intervenuta per “evitarne lo spiaggiamento”.
Il suo insistere nel puntare verso nord è un altro segnale davvero difficile da interpretare, ma di sicuro non rassicurante. Per la verità, essendo l’Adriatico esteso da sud-est a nord-ovest, il suo asse longitudinale “punta” geograficamente proprio verso il nord Atlantico. E se fosse proprio là che la megattera volesse andare? Le migrazioni di megattere in Atlantico sono un fenomeno noto e accertato, e questi animali si spostano alternativamente da sud a nord e viceversa. Perché allora non pensare che, una volta infilatasi per errore, o magari per curiosità, nello stretto di Gibilterra, e avere esplorato un po’ il Mediterraneo, non stia ora cercando di andare verso quell’oceano lontano, ma dalla via sbagliata? Non potrebbe essere che quello che sembrava un corridoio rivolto verso la direzione giusta si sia invece rivelato nient'altro che lo stretto cul de sac del nord Adriatico?
Chissà, tutto è possibile, ma una cosa è abbastanza certa, più tempo questo animale resta lassù, meno probabilità ha di uscire con le proprie forze. Non che si possa fare molto per aiutarla, comunque. Auguriamole buona fortuna.
L’esemplare di questi giorni è stato avvistato per la prima volta il 16 di febbraio. Alcuni ricercatori sloveni lo seguirono per due giorni, documentando con abbondante materiale fotografico il loro lavoro. Nei giorni successivi ai primi avvistamenti, nonostante gli appelli lanciati su entrambe le coste dalle due istituzioni, l’animale sembrava sparito, poi dopo pochi giorni, ricominciarono gli avvistamenti, proseguiti per quasi due settimane.
La situazione per il povero animale stava diventando pesante. Frotte di curiosi andavano a vederlo ogni giorno, a volte letteralmente circondando il cetaceo con le barche. Il governo sloveno aveva posto il divieto di avvicinarsi oltre i 100 m, ma pochi lo rispettavano..
Poi la situazione sembrava cambiata martedì 3 marzo, quando c’è stato l’ultimo avvistamento in acque slovene, e l’animale fu visto dirigersi decisamente verso sud, in acque croate. La speranza era che finalmente avesse ritrovato la strada per uscire dall’Adriatico, dove di certo non ci sono le condizioni nè trofiche nè oceanografiche per un animale del genere.
Non è così purtroppo. Infatti da pochi giorni sono ricominciati i frequenti avvistamenti, ma non è affatto andata verso sud. Ora infatti si trova nelle acque di Grado, quindi più a nord e a ovest rispetto alla precedente area di segnalazione, nei pressi di Pirano.
Ma come sta dunque questo animale? Non bene a mio parere. Per quanto, almeno nei primi avvistamenti, sembrasse in buona salute, non magro, e capace di buone immersioni in apnea, la lunga durata della sua permanenza in nord Adriatico rappresenta come minimo un segnale non buono sul suo stato di salute. O forse, a lungo andare, la causa stessa dei suoi problemi. Questo non è il suo mare, non ci sono le profondità e nemmeno il suo cibo abituale. Per non parlare del continuo disturbo causato dai natanti dei curiosi.
Nonostante le segnalazioni di questi giorni, numerose anche a una semplice ricerca su internet, facciano riferimento a un animale che “sta bene”, nutro forti dubbi. Tra l’altro, pare addirittura che nella notte fra il 15 e il 16 marzo si sia non solo avvicinata moltissimo alla costa, ma che addirittura la Guardia Costiera sia intervenuta per “evitarne lo spiaggiamento”.
Il suo insistere nel puntare verso nord è un altro segnale davvero difficile da interpretare, ma di sicuro non rassicurante. Per la verità, essendo l’Adriatico esteso da sud-est a nord-ovest, il suo asse longitudinale “punta” geograficamente proprio verso il nord Atlantico. E se fosse proprio là che la megattera volesse andare? Le migrazioni di megattere in Atlantico sono un fenomeno noto e accertato, e questi animali si spostano alternativamente da sud a nord e viceversa. Perché allora non pensare che, una volta infilatasi per errore, o magari per curiosità, nello stretto di Gibilterra, e avere esplorato un po’ il Mediterraneo, non stia ora cercando di andare verso quell’oceano lontano, ma dalla via sbagliata? Non potrebbe essere che quello che sembrava un corridoio rivolto verso la direzione giusta si sia invece rivelato nient'altro che lo stretto cul de sac del nord Adriatico?
Chissà, tutto è possibile, ma una cosa è abbastanza certa, più tempo questo animale resta lassù, meno probabilità ha di uscire con le proprie forze. Non che si possa fare molto per aiutarla, comunque. Auguriamole buona fortuna.
Ciao Marco caro, rieccomi...vorrei poter dire qualcosa di intelligente circa questa vicenda che ha destato in me il massimo interesse..vorrei poter dire che ho seguito l'intera storia x una forma di amore per i Cetacei ma sarebbe molto più onesto affermare, egoisticamente, che mi sento esattamente come quella povera Megattera: ridotta a nuotare in un oceano che non sente suo, in cerca del cibo cui è abituata e che non trova più, attorniata da mille curiosi e da gente che pensa di poter o voler dar il massimo per lei senza saper di cosa necessita veramente...ecco perché mi fa davvero pena quella Megattera..perché temo che il suo magnifico canto verrà soffocato da musica ben diversa dalla sua...
RispondiEliminaTi abbraccio caramente e spero riuscire a vederti presto.
From Switzerland with all love
Flipper!
RispondiEliminaHo letto il tuo nickname e il mio cuore ha fatto un balzo.
Ho forti dubbi che quella megattera possa trovare la strada giusta, non ho dubbi invece che tu troverai la tua.
Con affetto.
M.