Iniziamo il 2010 con un bel desiderio: non leggere più articoli grossolani, superficiali e in definitiva sciocchi come quello che segue. A volte mi viene il sospetto che la colpa non sia dei giornalisti ma di noi che facciamo o dovremmo fare divulgazione e sensibilizzazione, poi ci ripenso e dico che ne abbiamo invece parlato abbastanza, che lo abbiamo ripetuto in ogni modo e ai quattro venti. Che ormai tutti dovrebbero averne abbastanza di questo idea dello squalo = mostro. E invece...
Rigrazio il lettore anonimo che me lo ha segnalato, come commento a questo post.
Catturato squalo bianco di due metri
il Centro — 23 settembre 2009
TERMOLI. Poco più di due metri di lunghezza, circa 120 chili di peso, la pinna inconfondibile sul dorso grigio chiaro e quel “ghigno”, che sa di terrore, anche se è soltanto un cucciolo. “Lui” è uno squalo bianco pescato a 13 miglia al largo di Ortona. A tirare su questo raro ospite dell’Adriatico è stato un pescatore di Monopoli del peschereccio Sandokan III, della marineria di Termoli. Lo squalo appartiene alla specie più “cattiva”, quella resa ancora più crudele dal film di Spielberg.
Cattiva? Ah è tra virgolette, allora va bene. E comunque, il film di Spielberg ha reso lo squalo bianco ancora più crudele? Forse vuol dire che gli squali vedendo il film si sono arrabbiati moltissimo e sono diventato crudeli.
«L’ho preso a tredici miglia al largo di Ortona», ripete il pescatore, Francesco Comes , subito in posa sulla sua preda, quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno a riva.
Ma ci rendiamo conto? "Quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno"...
Tredici miglia sono quasi 24 chilometri, tanti in mare, e poco più in là delle acque internazionali. Tutto ciò comunque non basta per smorzare un fenomeno che si sta diffondendo, complice anche il cambiamento del clima e della temperatura del mare: la presenza degli squali nell’Adriatico.
A parte che come si fa a definire la presenza degli squali in Adriatico "un fenomeno"?
Ma magari i cambiamenti climatici potessero RI-portare in Adriatico gli squali. Tutte le verdesche e gli squali volpe e i gattucci che fino a quindici anni fa c'erano e adesso sono ormai ridotti a poche sporadiche apparizioni. E mica per colpa del clima! Per colpa di chi ha pescato loro e soprattutto le loro prede. E di chi ha reso il nostro Adriatico un ambiente sempre meno adatto.
Quello pescato ieri mattina è un “cucciolo” di un quintale e venti chili e lascia quindi intendere che da qualche parte ci devono pur essere i genitori.
Sì, che lo staranno cercando, poverino. E chissà come sono grossi e cattivi.
Lo squalo bianco è della famiglia dei Lamnidi, i pesci predatori più grandi della Terra. E’ diffuso in acque fredde o temperate, con concentrazioni al largo delle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e nel Mediterraneo centrale. «A me è capitato di prenderne uno anni fa, ed è sempre una bella soddisfazione»,
Immagino...
afferma il comandante del Sandokan III che racconta la pesca: «Appena l’ho visto impigliato ad un amo mentre si dibatteva non credevo ai miei occhi. All’inizio», ammette, «c’è stato qualche attimo di panico perché è difficile e pericoloso catturare un animale del genere, poi, assieme ai miei compagni lo abbiamo infilzato con un arpione e tirato su grazie a due ganci».
Eh sì, infilzato a un arpione sono sicuro che facesse molta meno paura.
Quella di ieri è stata tra l’altro una pesca super fortunata perché oltre allo squalo nelle reti c’erano diversi esemplari di varia grandezza di pescespada e verdesche.
Evviva!
Il motopeschereccio ha attraccato di pomeriggio nel porto di Termoli e, appena ha scaricato lo squalo, è stato circondato da curiosi. Il comandante Francesco Comes e i marinai hanno quindi passato la notte a Termoli in attesa di uscire di nuovo in mare, lo squalo è stato invece portato a Polignano a Mare, che dista una decina di chilometri da Monopoli. Lì un grossista lo ha già fatto a pezzi e venduto alle pescherie.
Finale in bellezza! Primo, lo squalo bianco è protetto dalla Cites e non può (non potrebbe) essere venduto; secondo, dal momento che sono convinto che nessuno comprerebbe un trancio di squalo bianco da mangiare, sotto quale nome sarà stato venduto? Verdesca? Palombo? Smeriglio?
il Centro — 23 settembre 2009
TERMOLI. Poco più di due metri di lunghezza, circa 120 chili di peso, la pinna inconfondibile sul dorso grigio chiaro e quel “ghigno”, che sa di terrore, anche se è soltanto un cucciolo. “Lui” è uno squalo bianco pescato a 13 miglia al largo di Ortona. A tirare su questo raro ospite dell’Adriatico è stato un pescatore di Monopoli del peschereccio Sandokan III, della marineria di Termoli. Lo squalo appartiene alla specie più “cattiva”, quella resa ancora più crudele dal film di Spielberg.
Cattiva? Ah è tra virgolette, allora va bene. E comunque, il film di Spielberg ha reso lo squalo bianco ancora più crudele? Forse vuol dire che gli squali vedendo il film si sono arrabbiati moltissimo e sono diventato crudeli.
«L’ho preso a tredici miglia al largo di Ortona», ripete il pescatore, Francesco Comes , subito in posa sulla sua preda, quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno a riva.
Ma ci rendiamo conto? "Quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno"...
Tredici miglia sono quasi 24 chilometri, tanti in mare, e poco più in là delle acque internazionali. Tutto ciò comunque non basta per smorzare un fenomeno che si sta diffondendo, complice anche il cambiamento del clima e della temperatura del mare: la presenza degli squali nell’Adriatico.
A parte che come si fa a definire la presenza degli squali in Adriatico "un fenomeno"?
Ma magari i cambiamenti climatici potessero RI-portare in Adriatico gli squali. Tutte le verdesche e gli squali volpe e i gattucci che fino a quindici anni fa c'erano e adesso sono ormai ridotti a poche sporadiche apparizioni. E mica per colpa del clima! Per colpa di chi ha pescato loro e soprattutto le loro prede. E di chi ha reso il nostro Adriatico un ambiente sempre meno adatto.
Quello pescato ieri mattina è un “cucciolo” di un quintale e venti chili e lascia quindi intendere che da qualche parte ci devono pur essere i genitori.
Sì, che lo staranno cercando, poverino. E chissà come sono grossi e cattivi.
Lo squalo bianco è della famiglia dei Lamnidi, i pesci predatori più grandi della Terra. E’ diffuso in acque fredde o temperate, con concentrazioni al largo delle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e nel Mediterraneo centrale. «A me è capitato di prenderne uno anni fa, ed è sempre una bella soddisfazione»,
Immagino...
afferma il comandante del Sandokan III che racconta la pesca: «Appena l’ho visto impigliato ad un amo mentre si dibatteva non credevo ai miei occhi. All’inizio», ammette, «c’è stato qualche attimo di panico perché è difficile e pericoloso catturare un animale del genere, poi, assieme ai miei compagni lo abbiamo infilzato con un arpione e tirato su grazie a due ganci».
Eh sì, infilzato a un arpione sono sicuro che facesse molta meno paura.
Quella di ieri è stata tra l’altro una pesca super fortunata perché oltre allo squalo nelle reti c’erano diversi esemplari di varia grandezza di pescespada e verdesche.
Evviva!
Il motopeschereccio ha attraccato di pomeriggio nel porto di Termoli e, appena ha scaricato lo squalo, è stato circondato da curiosi. Il comandante Francesco Comes e i marinai hanno quindi passato la notte a Termoli in attesa di uscire di nuovo in mare, lo squalo è stato invece portato a Polignano a Mare, che dista una decina di chilometri da Monopoli. Lì un grossista lo ha già fatto a pezzi e venduto alle pescherie.
Finale in bellezza! Primo, lo squalo bianco è protetto dalla Cites e non può (non potrebbe) essere venduto; secondo, dal momento che sono convinto che nessuno comprerebbe un trancio di squalo bianco da mangiare, sotto quale nome sarà stato venduto? Verdesca? Palombo? Smeriglio?
Giusto per essere precisi: successivamente alla diffusione della notizia, ci si è resi conto che l'esemplare catturato è uno smeriglio (Lamna nasus) e non un bianco. Tale correzione non diminuisce cmq la gravità dell'accaduto e condivido in pieno le tue parole.
RispondiEliminaCiao Marco! Avrei bisogno di chiederti una informazione. Dove ti posso scrivere?
RispondiEliminaGrazie
Momo
A proposito di squali. Nelle vie di Riccione fanno tutt'ora brutta mostra cartelli che invitano a visitare il parco Le Navi di Cattolica: ovviamente gli squali-mostri marini sono presentati agli inermi passanti con possenti dentature pronte a dilaniare i malcapitati...
RispondiEliminaDa eliminare (i cartelli)!
A me degli squali non me ne frega niente, se li catturano vi dispiace e se attaccano una persona ? Sembra che stiamo parlando di poveri agnellini. Queste sono bestie feroci e uccidono e mutilano esseri umani in tutto il mondo. Si ma noi invadiamo il loro mondo dirà qualcuno, bè allora metteteci un cartello dove non andare per la presenza degli squali che credo non ci si azzarderà nessuno di sicuro. Ma fatemi il piacere voi e queste fesserie da radical chic animalisti dei miei stivali, glielo andate a raccontare voi quanto sono adorabili gli squali a chi si è ritrovato un parente mutilato o ucciso da uno squalo.
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