Sebbene un po' ritardo rispetto al solito, è tempo di fare un consuntivo anche per quanto riguarda i Cetacei ritrovati spiaggiati sulle nostre coste, così come abbiamo fatto per le tartarughe, qualche settimana fa. Ricordiamo che Fondazione Cetacea riceve segnalazioni di spiaggiamenti su un’area che comprende tutto il territorio dell’Emilia-Romagna e delle Marche, e da qualche anno anche del Molise.
Negli ultimi dieci anni sulle coste del territorio indicato, la media degli esemplari ritrovati è pari a 17. Gli scostamenti da questa possono essere più o meno elevati, con il record del 2007, con ben 26 animali: 17 tursiopi (Tursiops truncatus), un grampo (Grampus griseus), una balenottera comune (Balaenoptera physalus) oltre a 7 delfini non meglio identificati. Cifre davvero da record.
Come andato dunque il 2010? Bisogna dire subito che i numeri sono decisamente meno preoccupanti rispetto a quelli visti per il 2007, ma siamo comunque, se vogliamo, oltre la media. Parliamo infatti di una totale di diciannove spiaggiamenti. Essi comprendono 11 esemplari della specie più comune nelle nostre acque, il tursiope. A questi si aggiungono 7 delfini non identificati (in genere sono comunque tursiopi, sebbene non si possa registrarli come tali, in mancanza di una identificazione precisa), più 1 individuo di Stenella striata (Stenella coeruleoalba), specie rarissima in altro Adriatico, ma molto più comune nel bacino meridionale, in acque pugliesi per intenderci. Questa era spiaggiata a Cattolica, il 22 luglio.
Di questi spiaggiamenti, otto sono avvenuti sulle coste marchigiane, dieci su quelle romagnole e una segnalazione ci è giunta dal Molise (Campomarino Lido). Nelle Marche ci sono stati spiaggiamenti nel Piceno, altri a nord nel pesarese e uno a Senigallia. La Romagna è stata toccata soprattutto nel ravennate, più qualche caso nel ferrarese, due a Rimini e uno a Cattolica.
Soltanto in pochissimi casi, spesso queste carcasse sono in condizioni davvero disastrose, è stato possibile stabilire il sesso degli esemplari. I cinque individui identificati comunque, erano tre maschi e due femmine. Interessante la distribuzione delle dimensioni. Tre individui erano sotto ai 150 cm di lunghezza, il che indica esemplari praticamente neonati, mentre due sono stati gli animali davvero grandi, attorno ai tre metri di lunghezza.
La distribuzione temporale di questi eventi ricalca quella tipica per le nostre acque, con una maggiore concentrazione nei mesi caldi. Non ci sono stati ritrovamenti in gennaio e febbraio (si pensa che durante i mesi freddi questi animali si spostino più a sud), mentre abbiamo marzo, aprile, maggio e giugno con uno spiaggiamento ciascuno. Ecco poi il picco a luglio con 7 esemplari, per poi proseguire con 2 ad agosto, 2 a settembre, 3 ad ottobre e 1 in dicembre.
Sebbene di questi esemplari si raccolgano quando possibile, campioni biologici di grande interesse scientifico, è spesso difficile risalire alle cause di morte, anche se le cause naturali restano sempre e comunque la prima ipotesi.
La foto è della Capitaneria di Porto di Fano
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