venerdì 4 marzo 2011

Tartarughe spiaggiate nel 2010

Mentre, proprio in questi giorni, tartarughe spiaggiate in difficoltà stanno arrivando di continuo all'Ospedale delle Tartarughe di Fondazione Cetacea, diamo un'occhiata a com'è andato il 2010 proprio riguardo agli spiaggiamenti di tartarughe marine sulle nostre coste.

Ricordo che per gli spiaggiamenti di Caretta caretta, l’unica specie presente in Adriatico, Fondazione Cetacea copre un territorio che a nord inizia in corrispondenza della foce del fiume Reno, escludendo quindi la provincia di Ferrara, e a sud arriva a tutto il territorio marchigiano, con qualche segnalazione anche dal lontano Molise.


Fig. 1 ritrovamenti per anno
I numeri, dunque. Inutile per fortuna il confronto con il disastroso 2009, nel quale, a causa dell'emergenza di quella estate con tantissimi giovani esemplari trovati completamente senza forze (vedi tutti i post di agosto 2009), il totale era arrivato a 188 ritrovamenti, record assoluto per Cetacea (vedi Fig. 1).
Nel 2010 invece le tartarughe ritrovate sulle nostre spiagge, vive o morte, sono state “solo” 80. Diciamo che pure essendo valori importanti, quando si sta sotto le 90-100 unità la consideriamo un’annata buona. La distribuzione lungo la costa non è stata, come sempre, troppo uniforme, con ben 58 esemplari, trovati sulla costa emiliano-romagnola, significa in pratica tre su quattro; gli altri (20) erano in territorio marchigiano, con due segnalazioni anche dal Molise. Questa alta concentrazione in Romagna si spiega soprattutto, ed è una questione di correnti, con i numerosi arrivi nel ravennate. Sono state 34, pari al 42,5 per cento, infatti le tartarughe arrivate da quelle parti, seguite poi dalle 14 (17,5 per cento) sulle coste della provincia di Rimini (vedi Fig. 2).
Fig. 2: ritrovamenti per provincia
Davvero interessante e in parte inusuale la distribuzione dei ritrovamenti durante l’anno (Vedi Fig. 3). A fianco, infatti, dei soliti ritrovamenti estivi, 19 fra luglio e agosto, si conferma quello che è ormai è un andamento consolidato da diversi anni, e cioè un sempre un maggior numero di tartarughe che restano in Adriatico fino alla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno. Fra ottobre, novembre e dicembre infatti si sono concentrati il 40 per cento dei ritrovamenti, con il picco massimo annuale dato dalle 19 tartarughe di ottobre. E’ ormai evidente che la stagione delle tartarughe in Adriatico si è allungata di qualche mese rispetto al passato: effetto del riscaldamento?
Da notare anche un picco notevole, con 15 esemplari, a marzo. Questi erano tutti animali ritrovati in un lasso di tempo molto breve, dall'8 al 12 marzo, e 12 erano ancora in vita e sono stati ricoverati. In quel caso si trattò, quasi sicuramente, della conseguenza di un innalzamento della temperatura, seguito poi da un brusco calo.
Le dimensioni di questi esemplari sono molto variabili, anche se la maggiore concentrazione si registra attorno a individui di 40-50 centimetri di carapace, cioè i cosiddetti sub-adulti (le tartarughe di questa specie diventano adulte oltre i 70 centimetri di lunghezza del carapace). Non mancano nel conto totale piccoli individui di 20-30 centimetri, così come bestioni di 90-100 centimetri.
Fig. 3: ritrovamenti per mese
Fra tutte le tartarughe giunte quest’anno sulle nostre spiagge, 27 erano ancora in vita. Tre, arrivate a fine anno, sono ancora ricoverate, mentre 14 sono state curate e in diversi momenti riportate in mare per riprendere la loro vita selvatica. Altre 10 non sono sopravvissute, nonostante le cure.

Come detto all'inizio, gli sforzi di Cetacea e del suo Ospedale continuano e proprio in questi giorni la struttura è messa a dura prova, con ben 21 animali ricoverati. Chi volesse contribuire con un aiuto concreto può cliccare sulla pagina “Amico di Cetacea”.

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