martedì 2 agosto 2011

L'urlo dei pesci

Ho sentito dire spesso, e sono d'accordo, che se i pesci urlassero, ci sarebbero meno pescatori. Magari non quelli professionali, ma quelli sportivi, senz'altro. In effetti, mordere con convinzione un boccone prelibato (l'esca) e trovarsi con la bocca trafitta da un arpione di metallo (l'amo), non deve essere molto piacevole. E nemmeno essere sollevati dall'acqua proprio appesi per questo arpione, provare un senso di soffocamento per trovarsi in ambiente aereo (i pesci respirano in acqua, che lo dico a fare?), essere afferrati da mani troppo calde e che stringono, e sentirsi strappare via la bocca per togliere l'amo, deve esserlo. E se questo fosse condito da urla strazianti?
In effetti, molto spesso l'alibi dei pescatori (e dei consumatori) è rappresentato dall'affermazione che i pesci non provano dolore, nel senso che ne sono fisiologicamente incapaci. L'idea era, e sottolineo era, che gli animali con una struttura cerebrale meno complessa, non provassero dolore. Ma è proprio così?
Sembra proprio di no, e ormai sono diversi gli studi che dimostrano proprio il contrario. Nel 2003, un celebre articolo, risultato di uno studio pubblicato dalla Royal Society, rivelava la presenza di recettori del dolore nella testa e attorno alla bocca delle trote. Non solo, lo stimolo di questi recettori provocava nelle trote comportamenti come movimenti agitati, e lo sfregamento delle labbra sulle rocce e sul fondo. Inoltre, ci mettevano il doppio del tempo a riprendere ad alimentarsi, rispetto a pesci usati come controllo. Lo studio concludeva che le reazioni sono coerenti con i criteri che identificano il dolore animale.
Uno studio ancora precedente mostrava che le carpe pescate all'amo, rimanevano, una volta rilasciate, per molto tempo senza mangiare. In pratica, superato il dolore e le ferite, rimaneva la paura di ripetere, mangiando, la stessa brutta esperienza.
E per quelli pescati con le reti? Beh, se la capacità provare dolore esiste, allora essere pescato in una rete deve essere senz'altro un'esperienza dolorosa. I pesci sono schiacciati gli uni contro gli altri, sottoposti a grande pressione. Quando la rete viene issata, lo sbalzo di pressione dalla profondità alla superficie può provocare rotture degli organi interni, fuoriuscita degli occhi e dello stomaco...
Vogliamo parlare dei crostacei bolliti vivi?
Basta, basta.

Ho scritto questo post perchè vorrei diventare vegetariano (soprattutto dopo aver letto Liberazione animale), ma ancora non ce l'ho fatta. Mi manca di eliminare gli affettati, il pollo, qualche sugo di carne e... il pesce. La verità? Ne ho ancora di strada, ma ce la devo fare.

13 commenti:

  1. mamma mia... io ho mangiato pesce dopo 8 mesi proprio pochi giorni fa :((

    Lou

    RispondiElimina
  2. Sicuramente è tutto vero e tristemente reale, anche l'immedesimarsi in quei duri momenti prima della morte.
    Però io sono dell'idea che alla fine un animale verrà mangiato prima o poi, quindi non si compie alcun atto innaturale.
    Sicuramente una morte meno dolorosa, sarebbe certamente più idonea.

    RispondiElimina
  3. Credo che gli esseri umani riescano a trovare tutte le giustificazioni possibili quando si tratta di mangiare/torturare un altro essere vivente, di qualunque animale si tratti ... Anche arrivando a dire che non provano dolore. Marco, hai letto "Se niente importa, perche' mangiamo gli animali"? Di J.S. Foe? Io non ce l'jo fatta, mi bastava quel poco che mi diceva mio marito. Da allora basta carne. Pesce gia' non lo mangiavo... sono in crisi perche' ai miei dgatti non posso dare l'insalata...

    RispondiElimina
  4. Ciao Marco, tutto ok? Spesso verrebbe voglia anche a me di diventare vegetariano.. sopratutto quando, dopo la trilionesima carne ingoiata per pranzo o cena, lo stomaco ne risente.

    Non credo sia limitante diventare vegetariano, anzi credo che sia un vero beneficio al nostro organismo. Al contrario non eliminerei l'andrei ad eliminare, ogni tanto è bene assumerla nelle giuste dosi e con la dovuta parsimonia, la stessa parsimonia che - se un domani arrivassero giganti mangiauomini - vorremmo fosse beneficiata all'uomo.

    Ma è un argomento troppo grande per essere affrontato (perdonami per il vocabolo questo ti tocca in prima persona, di (cog)nome e di fatto :P) sopratutto in un piccolo commento!

    Buona serata e ancora buona fortuna per tutto :P (Sopratutto, tornando in tema, per l'obiettivo vegetariano).

    A presto!

    RispondiElimina
  5. Io sono diventata vegetariana da un giorno all'altro senza nessun problema. Certo è una scelta intima e personale. Adesso il solo pensiero di ingurgitare un cadavere di qualsiasi animale mi fa senso e la mia salute non ha minimamente risentito, anzi. In questo mondo così crudele per gli animali sapere che almeno non li mangio mi fa sentire un pochino meglio. I pesci non sono diversi. Quando li guardo sott'acqua con la maschera nei loro musini vedo il muso tanto amato della mia cagnolona e non potrei più togliere loro la vita. Silvia

    RispondiElimina
  6. Sono diventato vegetariano da due anni, dopo aver fatto una settimana in barca a studiare cetacei con Tethys. Ho visto e "toccato" con mano così da vicino l'intelligenza degli animali che l'ultimo giorno quando mi hanno presentato un pesce da mangiare l'ho associato a carne umana e mi è venuto il voltastomaco. Da allora non ho più toccato né carne né pesce, quindi sono vegetariano in primo luogo per non arrecare inutile sofferenza aglianimali e poi perché è molto meglio per la nostra salute. Ho fatto diversi esami e sentito ben cinque pareri medici e tutti hanno detto la medisima cosa: dal punto di vista della salute diventare vegetariani è una scelta vincente che non ha nessuna controindicazione ma solo vantaggi. Però fate attenzione si parla di VEGETARIANI quindi alimentazione senza né carne né pesce ma con i derivati del latte e delle uova. Tutti i medici hanno sconsigliato l'alimentazione VEGANA cioè quella senza nemmeno i latticini e e derivati dalle uova.
    Marco, mia moglie si è data da fare ha trovato mille ricette, a me non manca nulla, vivo meglio sia in salute che in coscienza, però per fare il passo ci vuole una forte motivazione. Spero che riuscirai nel tuo intento. Ciao.
    Andrea.

    RispondiElimina
  7. Anch'io sono nella situazione di Affronte: sto seriamente pensando di dare un taglio (è il caso di dirlo!) a carne e, se posso, pesce. Mia moglie in questo è di grande aiuto poiché sa cucinare benissimo le verdure ma...occorre comunque una grande spinta per intraprendere definitivamente questa strada alimentare. D'altra parte, se pensiamo in che condizioni sono ridotti mari e natura, credo proprio che sia solo questione di tempo. Vedremo...

    RispondiElimina
  8. Ringrazio tutti per i commenti, soprattutto perché mi pare che abbiate capito che il post era rivolto principalmente... a me stesso.
    Qualche risposta qua e là:

    Anonimo 1: l'idea che "alla fine un animale verrà mangiato prima o poi" è un penoso alibi, e penso tu lo sappia. Inoltre, se è così, come mai allora molti stock ittici si sono ridotti del 90%. Non è che ne peschiamo molti ma molti di più di quanti "verrebbero mangiati da altri pesci"?

    Elena: ci ho messo un po' a riprendermi dalla lettura dei capitoli 2 e 3 di Liberazione animale, ma magari mi farò dell'altro male (anzi, bene) e leggerò anche il libro che suggerisci.

    Alexander: ok per la parsimonia, ma non deve diventare cronica. Prima o poi bisogna dire basta. Mi raccomando, tenete duro col vostro www.scienze-naturali.it, è un bel progetto!

    Ethical...: bello il tuo blog! Volevo salvarlo mio lettore di rss, ma il tuo "feed" non funziona

    Ethical, Andrea, Anonimo 2: il fatto che essere vegetariani sia anche un vantaggio per la salute per me non è in discussione. Il mio problema è che in famiglia siamo in cinque, e la mia scelta influenzerebbe anche gli altri, soprattutto mia moglie che è quella che in genere cucina (anche se anche lei è orientata verso questa scelta). Per fortuna mia figlia di 10 anni ripete sempre più spesso: non voglio più mangiare animali morti. E' un bello stimolo...

    RispondiElimina
  9. Caro omonimo, la questione sul dolore nei pesci e' del tutto aperta e molto piu' complessa di come e' stata presentata qua. Detto da un collega e convinto sostenitore della percezione del dolore nei pesci (che pero' non rinuncia a mangiarne).

    RispondiElimina
  10. Ciao Milo. Dici " la questione sul dolore nei pesci e' del tutto aperta e molto piu' complessa di come e' stata presentata qua". Non ho dubbi. Vuoi/puoi aggiungere qualcosa?

    RispondiElimina
  11. In proposito ho scritto un lungo articolo sul mio blog ma non mi sembra il caso di fare autopubblicita' gratuita.
    Per sintetizzare: che ci sia percezione del dolore inteso come stimolo negativo e' ormai accettato (rimane da vedere quanto sia la variabilita' tra specie diverse), la questione rimane aperta sulla definizione di risposta e di "coscienza" dello stimolo (c'e' una netta dicotomia nella comunita' scientifica). Questione difficilmente risolvibile, forse ancora di piu' che con altri animali.

    RispondiElimina
  12. Sono andato a leggere il tuo post, Milo, e credo invece che chi è interessato ad approfondire debba leggerlo: http://paperfishbiology.blogspot.com/2011/03/la-percezione-del-dolore-nei-pesci-e-il.html

    RispondiElimina

Lascia un commento