sabato 11 giugno 2011

Cento anni di overfishing

Un articolo ormai abbastanza vecchio, è del 2003, titolava "Cento anni di declino dei pesci predatori del Nord Atlantico". Era un lavoro, lungo e articolato, che usando diversi parametri, analizzava la biomassa (più o meno la quantità) di pesci molto comunemente pescati, mettendo a confronto i dati lungo un periodo di un secolo. Dal 1900 al 2000. Sono 24 pagine decisamente da specialisti. Ma il risultato di questo lavoro sono della mappe. Le mappe sono facili da leggere, e indicano con zone colorate, la distribuzione delle specie di pesci prese in considerazione, su diversi intervalli temporali.
In occasione della European Fish Week, promossa da Ocean2012, lo scrittore e disegnatore David McCandless ha preso questi dati e li ha utilizzati per creare un'animazione dove si vede, in maniera persino troppo chiara, di quanto sono diminuiti gli stock ittici del Nord Atlantico, dall'inizio alla fine del ventesimo secolo.
Qui potete vedere l'articolo completo, sul blog del Guardian, e qui sotto un'animazione semplificata:


Brutto spettacolo, non è vero? E non è che stiamo parlando di una sola specie. Lo studio si basa su dati relativi a specie come tonni, merluzzi, naselli, aringhe, rombi, salmoni, spigole, storioni...
McCandless è autore di un libro che si intitola "Information is Beautiful" che "esplora le potenzialità della visualizzazione dei dati come nuova direzione del giornalismo".
E proprio in questo caso vediamo quanto ciò sia efficace. Gli effetti della pesca eccessiva e non sostenibile (overfishing), sono effettivamente difficili da vedere. Il mare è sempre uguale a sè stesso anche se là sotto c'è sempre meno vita. Vedere questa mappe, con tutte le zone colorate nel 1900, che scompaiono quasi totalmente nel 2000, fa effettivamente impressione. Saperlo è una cosa, vederlo è di più.

5 commenti:

  1. Twittato. Chiaramente. Nella speranza che spargere la voce, alla lunga, serva...

    RispondiElimina
  2. Una semplice immagine, per una grandissima tristezza.
    Purtroppo l'uomo, come per ogni tipo di risorsa, non ha moderazione ma è sempre alla ricerca di un maggior sfruttamento.
    Spero tutto questo si riesca a capire..prima che sia troppo tardi.
    Pierpaolo

    RispondiElimina
  3. Consiglio ai lettori del blog (il dr. Affronte lo conosce certamente già) un interessantissimo articolo di Giuseppe Notarbartolo di Sciara su un problema analogo riguardante la pesca (dissennata) dello spada. Buona lettura.
    DavidB
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/16/le-reti-spadare-metastasi-mediterranea/118493/

    RispondiElimina
  4. Grazie DavidB, non lo conoscevo.

    RispondiElimina

Lascia un commento