Giovedì 30 giugno sarà il mio ultimo giorno di lavoro alla Fondazione Cetacea. Ecco, l'ho scritto, così magari sarà anche più facile crederci. Finisce un'avventura durata ben 14 anni e sei mesi.
E' stata una decisione molto, molto sofferta. Mi lascio alle spalle una grossa parte della mia vita. Qualcosa che mi ha dato tanto e nella quale altrettanto ho investito. Una passione che si era tramutata in professione, un lavoro che quasi sempre mi ha appassionato.
Gli ultimi due/tre anni sono stati durissimi. Soldi quasi a zero, difficoltà e problemi a non finire. A questi si sono associati problemi familiari abbastanza gravi. Stanchezza su stanchezza, frustrazione su frustrazione.
Le nostre grida di allarme rivolte alle istituzioni perché aiutassero Cetacea a sopravvivere, ad andare avanti con un lavoro che riceveva e riceve sempre e solo apprezzamenti, sono rimaste quasi inascoltate.
E infine la Fondazione, un po' per necessità, un po' per scelta, ha dovuto prendere direzioni che a me non convincono più.
Ho pensato che adesso o mai più era il momento di vedere se "là fuori" ci sono altre strade/opportunità. E ho fatto il salto nel buio. Non ho un altro lavoro che mi aspetta. Qualcosa dovrò trovarmi, o inventarmi. Vedremo.
Le nostre grida di allarme rivolte alle istituzioni perché aiutassero Cetacea a sopravvivere, ad andare avanti con un lavoro che riceveva e riceve sempre e solo apprezzamenti, sono rimaste quasi inascoltate.
E infine la Fondazione, un po' per necessità, un po' per scelta, ha dovuto prendere direzioni che a me non convincono più.
Ho pensato che adesso o mai più era il momento di vedere se "là fuori" ci sono altre strade/opportunità. E ho fatto il salto nel buio. Non ho un altro lavoro che mi aspetta. Qualcosa dovrò trovarmi, o inventarmi. Vedremo.
Faccio un grosso in bocca al lupo ai colleghi di Cetacea che vanno avanti.
A proposito, Storie di Mare prosegue come sempre, rimanete sintonizzati.
Marco, speravo proprio che tu non fossi costretto a giungere a tale epilogo! perché confidavo in una assunzione di responsabilità degli enti territoriali, del Comune e della Provincia in primis, e poi dei tanti privati ricchi cui non sarebbe costato nulla devolvere un po' dei propri utili a questa bellissima e importante realtà scientifica operante sul nostro territorio. e poi perché immaginavo quanta sofferenza ti avrebbe comunque procurato la decisione che sei stato costretto a prendere e quanto difficile sarebbe stato lasciare una creatura che è comunque anche tua, con cui sei cresciuto e che hai aiutato a crescere. conosco bene, del resto, le fatiche domestiche, per cui ritengo che tu abbia fatto bene a operare il taglio.
RispondiEliminaora prova a guardare al nuovo con forza: la nonna diceva che non si chiuda mai un cancello senza che si apra un portone. perciò...occhio ai 'varchi'! un abbraccio.
P.S. e grazie per tutto quello che hai fatto per il nostro mare, per i ragazzini che hai incontrato cui hai trasmesso passione e amore, per il libro che hai potuto scrivere a partire dalla tua esperienza sul campo.
Onestamente me lo aspettavo. Tanti post su questo blog lasciavano intravedere una sorta di amarezza di sottofondo, direi un addio a dosi omeopatiche. Dunque non sono sorpreso. Dispiace molto però quando dai sintomi, come in questo caso, si passa ai fatti!
RispondiEliminaDel resto se ha preso questa decisione vuol dire che i margini di trattativa erano ormai ridotti al lumicino. Ed è un altro segnale che stiamo davvero attraversando una crisi profonda e non solo economica. Nella civile Emilia-Romagna, nella regione solidale e "interessata" per antonomasia vanno in fumo interventi importanti nella cultura, nella scienza e nell'ecologia. Fondazione Cetacea è stata e spero rimanga un'importante strumento di irradiazione di coscienza ecologica e "marina" nel senso migliore del termine. Mi auguro che il suo sia solo un arrivederci ad una realtà che ha contribuito a sviluppare e sostenere direttamente almeno fino ad oggi. In bocca al lupo per il futuro!
@che non si chiudE...;-)
RispondiEliminaAzz...davvero una pessima notizia! E i motivi sono certamente gravi. Mi dispiace molto: che succede adesso a FC?
RispondiEliminaAnche da parte mia: in bocca al lupo e tienici informati sugli sviluppi.
Cordialissimi saluti
Manuel
Mi spiace, leggo solo ora.
RispondiEliminaNon c'è nulla da aggiungere a quello che già altri hanno scritto.
Le cose cambiano, le priorità sono altre,
non ho ancora capito quali.
Per quello che mi riguarda, piccolo cittadino e uomo della strada, è un momento in cui fare il pieno di benzina all'auto significa rinunciare a fare la spesa.
E vivendo in un posto dove non esistono mezzi pubblici per muoversi, la cosa diventa un dramma.
Sarà egoista ma è difficile pensare ad altro.
Nel nostro paese non viene tutelato più nulla, nemmeno l'essere umano.