Molto bella e di impatto l'iniziativa "Tonno in trappola" di Greenpeace. In pratica è un'analisi, aggiornata ogni qualche mese, sulle marche di tonno in scatola vendute in Italia, che porta ad una classifica di sostenibilità.
"L’Italia è uno dei più importanti mercati mondiali per il tonno in scatola e il secondo più grande produttore in Europa. Per questo abbiamo lanciato un’indagine sulla sostenibilità delle scatolette di tonno vendute nel nostro Paese, inviando un questionario a punti a ben 14 aziende che coprono più dell’80% del mercato nazionale." dicono quelli di Greenpeace.
Nella classifica si nota subito come nessuna delle "scatolette" analizzate raggiunge la sufficienza. La migliore, la nota AsdoMar, arriva solo a 4,8 punti. La più venduta in Italia, Rio Mare, si piazza a metà classifica, con 1,9 punti, mentre la pubblicizzatissima Tonno Nostromo, la seconda più venduta nel nostro paese, arriva penultima (0,8 punti).
I criteri utilizzati per stilare la classifica sono la politica d'acquisto, cioè criteri aziendali precisi che dovrebbero favorire acquisto di tonni in maniera sostenibile; metodi di pesca e stock, quindi indicazioni su come vengono pescati i tonni (as. esempio all'amo = sostenibile, con palamiti o sistemi di aggregazione = non sostenibile); la volontà e l'impegno dell'azienda nel promuovere e sostenere la creazione di Riserve Marine; l'etichettatura, cioè indicazioni precise sulla specie contenuta nella scatoletta, e sulle aree di provenienza.
Guardando la classifica viene voglia di dire semplicemente "non mangiamo più tonno in scatola", ma se proprio dobbiamo, almeno privilegiamo quelli più sostenibili.
Per saperne di più leggi il report "Tonno in trappola. Difendiamolo dalla pesca insostenibile".
Articolo interessantissimo, come sempre. Ti ho twittato. Ciao!
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