Oggi gli amici di Sottobosco.info hanno lanciato uno giochino, poi pubblicato in questo articolo: scrivere in 10 parole un pensiero per il nuovo anno.
Io l'ho preso alle lettera, e ho cercato una frase che fosse davvero di 10 parole o meno. E ho scritto “La cultura economica ha fallito, proviamo con quella ecologica”. E' quello che penso spesso in questi giorni di profonda crisi.
La società umana di gran parte del mondo si basa su un modello che ruota attorno all'economia. Poteva andare diversamente? Non lo so, penso di sì. Man mano che l'uomo è cresciuto nell'"occupazione" del pianeta, le società si sono modellate, hanno plasmato degli schemi. Quello economico-consumistico ha prevalso. Questo almeno dal mio punto di vista di totale ignorante di economia.
La società umana di gran parte del mondo si basa su un modello che ruota attorno all'economia. Poteva andare diversamente? Non lo so, penso di sì. Man mano che l'uomo è cresciuto nell'"occupazione" del pianeta, le società si sono modellate, hanno plasmato degli schemi. Quello economico-consumistico ha prevalso. Questo almeno dal mio punto di vista di totale ignorante di economia.
Ma il modello economico si fonda sulla crescita, e la crescita sta in piedi su fondamenta che sono fasulle: le risorse del pianeta non sono infinite, dunque neanche la crescita può esserlo. Eppure è la parola d'ordine resta crescita. Tutto il sistema culturale occidentale scricchiola in maniera paurosa, eppure appena tappato un buco (tipo la manovra Monti), ecco che l'imperativo diventa tornare a crescere. Mi sembra che si voglia solo spostare il problema più in là.
Perché invece non approfittare di questa crisi di sistema, per ripensare il sistema stesso? Perché non rivedere il tutto su una base ecologica? Uno sviluppo equilibrato, rispettoso, sostenibile, eco-logico. Un sistema che tenga conto del nostro posto nel pianeta: noi e le altre specie, noi e gli ambienti e gli ecosistemi, noi e le risorse che non sono infinite e sopratutto che non sono solo nostre. Ricostruiamo la scala dei valori e diamo al denaro il posto che merita, molto più in basso di quello che ha adesso. Ripensiamo alle nostra vita, alle nostre esistenze, secondo punti di vista che non avevamo considerato. Altri modelli (per esempio la decrescita o la decrescita felice) sono pronti per essere messi alla prova. Quale momento migliore di questo? Quando se non all'inizio di un nuovo anno, e nel pieno di una crisi (crisi deriva dal greco e significa discernere, giudicare, valutare, scegliere)?
Buon anno!
Buon anno!
No riuscirei a rispondere alle tue 10 parole con altre 10, 100, 1'000 o 10'000 ... e perciò, tenendole comunque a mente, ti auguro semplicemente "BUON ANNO"! Che sia migliore del 2012, qualunque cosa questo voglia dire! Un abbraccio! Beatrice
RispondiEliminaBuon anno!
RispondiEliminaBellissimo articolo Marco! La crisi che diventa risorsa, in ogni senso. Ti abbraccio forte.
RispondiEliminaChristina