giovedì 1 aprile 2010

Un educativo pungo nello stomaco

Il film "The cove", documentario-denuncia che vale la pena di vedere. Ma raggiungerà il suo scopo?

Qualche settimana fa ho ricevuto una richiesta da un giornalista che scriveva a proposito dell'oscar al film-documentario "The cove". Mi chiedeva se avevo visto il film e in ogni caso se ritenevo che film denuncia come questi (e come "Sharkwater", ad esempio) potessero davvero essere utili nella lotta per la conservazione.
Non avevo visto il film, allora, ma rispondevo così "Ovviamente la storia raccontata nel film è nota da tempo, e credo se ne parli, non solo negli ambienti ristretti della "scienza" e della conservazione, già da un po'. In questo hanno aiutato molto i nuovi strumenti legati alla rete: i blog, facebook, etc.).
In ogni caso credo che la battaglia per la conservazione e la tutela dell'ambiente del nostro maltrattato pianeta sia talmente dura, che ben vengano nuovi strumenti come i film.
L'impatto visivo è forte e immagino possa funzionare, perchè prima crea un'emozione che è "terreno fertile" perchè il messaggio passi e attecchisca.
Il mio dubbio è però legato anche al senso di frustrazione che coglie spesso chi vede questi film (il film Sharkwater ne è un esempio eclatante): "drammatico, terribile, ma cosa posso fare io? Più il problema è grande, più si può sentire inadeguato e dunque in qualche modo "assolto" l'eventuale spettatore. Almeno questa è una mia impressione
Mi chiedo poi che tipo di interesse suscitino questi film sui potenziali spettatori. Nel senso, ok secondo me sono ben fatti e forse funzionano su chi li va a vedere, ma quanti li vanno a vedere? Quanti hanno voglia di andare al cinema non per divertirsi o svagarsi?"

L'articolo, uscito su OggiScienza a firma Mauro Colla, potete leggerlo qui.

Due giorni fa, anche stimolato dall'articolo, ho visto finalmente il documentario. Come ormai noto, il film documenta per la prima volta (ma le immagini girano sulla rete ormai da due-tre anni) l'assurda strage di delfini perpetrata in una piccola baia di una cittadina giapponese, Taiji. Tra l'altro, pur conoscendo la storia, non sapevo che i numeri fossero così drammatici: si parla di 23.000 delfini uccisi ogni anno.
Dico subito che mi è piaciuto. L'ho trovato ben fatto, sapientemente costruito. Ci sono ovviamente scene molto crude e altre davvero toccanti, mo ho apprezzato che non si sia voluto spingere troppo su queste e non si è mai passato il limite oltre il quale la documentazione può diventare macabro spettacolo fine a se stesso.
Non voglio svelare troppo del film, perchè prima o poi girerà in Italia e consiglio a tutti di vederlo. Ho trovato molto interessanti e ben sviluppate le tematiche che fanno da contorno a questa storia: il peso che l'industria dei delfinari ha su tutta la vicenda, le assurde pretese del Giappone all'International Whaling Commission e anche la sua forza nel comprare voti delle piccola nazioni, la questione della carne di delfino avvelenata dal mercurio. C'è qualche forzatura (il racconto della delfina Cathy, l'interprete dei telefilm di Flipper, che "si suicida" fra le braccia del protagonista, Ric O'Barry) ma il film è ben centrato: un bel pugno nello stomaco per chi non conosce la vicenda o pur conoscendola preferiva non vedere.
Ovviamente la domanda adesso è: ok, ora lo sa tutto il mondo quello che succede a Taiji, ma si fermeranno per questo?

5 commenti:

  1. Non me lo perderò.
    E, per rispondere alla tua domanda, visti i precedenti, ho paura di no. E mi piange il cuore!

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  2. Buongiorno Marco,
    vorremmo contattarti via mail per una proposta di collaborazione.
    Potresti inviarci il tuo indirizzo e-mail o dirci come metterci in contatto con te?
    Siamo Ilaria e Alfredo Meschi: alfredo.meschi@libero.it

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  3. Condivido pressocché totalmente ciò che scrive Marco Affronte in questo post. La cosa singolare (ma forse non troppo conoscendo il carattere di noi italiani) è che quando ne parlai tempo fa con colleghi e amici trovai un disinteresse disarmante come risposta e un meccanismo di rimozione attivato automaticamente a mò di scudo verso questi problemi, come se riguardassero solo i "cattivi" giap e non anche tutti noi.
    Manuel

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  4. Off Topic
    Scusa, sul mio blog ho inserito il bannerino ed il link per il 5 per 1000 a favore di Fondazione Cetacea, ma è ancora valido vero? Perchè ho visto che nel PDF si parla di anno 2005...
    Fammi sapere, per favore!
    Grazie e buona giornata

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  5. Per Viviana:
    sì, è valido. E grazie!!

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