mercoledì 26 dicembre 2007

Un anno di spiaggiamenti (cetacei).

Da sempre Fondazione Cetacea si occupa di spiaggiamenti. Al di là dei casi eclatanti di animali trovati vivi in difficoltà, ogni anno sulle nostre coste si trovano diversi carcasse di cetacei, che rappresentano dati di fondamentale importanza per la ricerca scientifica. Ogni segnalazione, nel territorio che va dalla foce del Po al confine meridionale delle Marche, si aggiunge a un archivio che è ovviamente destinato a crescere anno dopo anno. Sappiamo che qualche esemplare ci sfugge, specialmente a sud delle Marche, e in qualche altra occasione, a causa di autorità poco solerti nell’avvisarci (ma è un caso raro) o a volte di tecnici… troppo solerti nel rimuovere l’esemplare prima della nostra ispezione.
L’archivio è ora arrivato a 164 schede, a partire dal 1990. E l’anno che si sta chiudendo è già da record. Il 2007 infatti è stato l’anno in cui si sono registrati più spiaggiamenti con ben 24 esemplari trovati sulle nostre spiagge. Chiaramente, essendo l’Adriatico frequentato regolarmente da una sola specie di cetaceo, il tursiope, come per il resto dell’archivio, anche per il 2007 la parte del leone la fa dunque questa specie. Sono infatti 17 gli esemplari appartenenti appunto alla specie Tursiops truncatus. Uno è invece un altro delfino che ormai abbiamo imparato a conoscere bene, il grampo (Grampus griseus), perché recentemente abbiamo avuto diversi casi di spiaggiamenti di grampi in difficoltà, fra i quali Mary G. la delfinetta ora ancora ospitata a Oltremare. Anche il grampo di quest’anno, Mario, si è spiaggiato vivo, a giugno, ed è stato ricoverato e seguito dal nostro staff per una settimana presso una vasca messa a disposizione dall’Acquario di Cattolica. Purtroppo è poi deceduto. Si trattava di un maschio di quasi tre metri, per trecento chili.
Un'altra scheda del 2007 è di per sé eccezionale. Si tratta infatti di una balenottera comune (Balaenoptera physalus) spiaggiatasi in novembre alla riviera del Conero e di cui avete letto non poco sul blog. Un esemplare eccezionale di oltre 17 metri e di sesso femminile. E’ solo il secondo dato da noi registrato per questa specie, insieme alla balenottera trovata nel 1990 a Cesenatico di cui fu recuperato lo scheletro intero. Completano l’archivio del 2007 altri 5 delfini non meglio definiti: sono animali che sono stati smaltiti prima che potessimo vederli e che ci sono stati descritti solo come “delfini” appunto. E’ presumibile si tratti di tursiopi, ma per precisione vengono catalogati come indefiniti.
Tutti gli animali rinvenuti quest’anno, a parte quelli trovati ancora in vita, erano in decomposizione, tranne rarissimi casi. Tra questi spiccano due tursiopi trovati rispettivamente a Porto Sant’Elpidio il 2 agosto e a Senigallia il 16 dicembre, pochi giorni fa. Entrambi erano due cuccioli, di 129 cm il primo e 180 il secondo. Il primo cuccioletto è stato visto addirittura morire da alcuni pescatori. Il piccolo stava mangiando insieme ad altri sette delfini dalle reti dei pescatori stessi quando, per inesperienza, si è impigliato con la coda, ed è annegato. Il secondo, quello di Senigallia (nella foto), è stato trovato in spiaggia, ma le buone condizioni generali e la presenza di acqua nei polmoni fanno comunque pensare all’annegamento.
Chiaramente, nonostante l’importanza di questi dati per le nostre ricerche, mi auguro che il record di spiaggiamenti di quest’anno non si abbia a ripetere nel 2008.

venerdì 21 dicembre 2007

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
sono stato bravo quest'anno. Ho cercato di fare il mio lavoro con coscienza e senza arrabbiarmi troppo. Sono stato paziente e amorevole con le mie figlie e con mia moglie almeno la metà di quanto loro lo siano stati cone me. Ho pure messo al mondo il terzo figlio, che con 'sti chiari di luna non è mica poco, sai? Per cui se pensi che mi sia meritato qualche regalino, ecco alcune idee:
- d'accordo che un biologo marino lo fa per passione, che si lavora molto ma si guadagna poco, che è già una ricchezza fare un lavoro che ti piace eccetera eccetera, ma se ti avanzasse un Gratta e Vinci vincente...
- passo tanto tempo a rispondere a email e telefonate di studenti, che cercano informazioni, consigli, tutoraggio e chi più ne ha più ne metta. Loro dicono che non trovano mai nessuno disponibile a rispondere loro, che si sentono un po' persi. Ecco appunto, regalami delle persone avvedute e coscienziose dentro gli atenei, e professori che non se la tirino troppo. Sono questi studenti, i ricercatori di domani. Sono stato studente anch'io, non me lo dimentico.
- Regalami politici che parlino meno di ambiente e che si rimbocchino le maniche, magari in silenzio.
- Se potessi poi avere un anno senza spiaggiamenti, per favore. Avrei meno dati per la ricerca, ma saprei che che c'è qualche animale sano in più, là fuori.
- Se puoi, dai una mano ai miei amici squali. Non ce la fanno davvero più. Se ne vanno tutti, non vedi come i mari sono più poveri e vuoti?
- Se fosse possibile poi, vorrei avere il dono di entrare per un giorno nella testa di una tartaruga marina o di un delfino. Chissà se hanno tanti pensieri, e chissà cosa pensano quando hanno a che fare con questi chiassosi bipedi.
- Per favore poi, se potessi dare un'occhiata alla Fondazione Cetacea. Le servirebbero giusto due o tre cosine: ma se fosse anche solo una, che sia un sacco pieno di soldi.
- Infine dacci un 2008 in cui i bambini abbiano solo motivi per ridere e nessuna ragione per piangere o morire. In cui ognuno dei 6 miliardi di abitanti (umani) del pianeta si renda conto che sprecare l'unica vita e l'unica Terra che abbiamo è da coglioni.

E se proprio non puoi portarmi nessuna di queste cose, fai almeno che la notte di Natale io possa vederti volare sui tetti con la tua slitta. Perchè continuare a credere a Babbo Natale è già un meraviglioso regalo.

E Buon Natale a tutti voi, là fuori.

Marco

martedì 18 dicembre 2007

Il vostro aiuto

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venerdì 14 dicembre 2007

Delfini furboni

Sono stato contattato per tenere, a febbraio, una conferenza in un liceo di Recanati. Titolo? L'intelligenza dei delfini: mito o realtà? E' la volta buona che mi metto a studiare se 'sti benedetti animali sono davvero intelligenti come si dice o no. E forse capirò anche bene cos'è l'intelligenza, che non è mica cos' chiaro e definito questo concetto.
Intanto ho trovato un articolo di Maurizio Maggiani, che fra le altre cose, citando un articolo della rivista Lancet, dice "[I delfini] sono talmente intelligenti che a un certo punto della loro evoluzione, avrebbero potuto giocarsi il dominio del Terra proprio con noi. Ma hanno scelto qualcos'altro; se ne sono restati in acqua a pensare a chissà che. Perché pensano, molto, e ne parlano tra loro. E forse ne parlano ai bambini. Pensano, e mangiano, e sonnecchiano, e fanno l'amore, e giocano. Nient'altro. Di tutto il resto non sanno che farsene; e il resto è tutto ciò che invece noi abbiamo voluto imparare a fare. Lancet dice che i delfini sono gli animali che lavorano di meno in assoluto; dedicano meno tempo di qualunque altro essere vivente superiore ad attività utilitaristiche, azioni volte a scopi pratici. Meno persino dei felini, che ci sembra passino la vita a sonnecchiare. L'animale che lavora di più è la formica; che per altro è di intelligenza estremamente limitata: sembra che sappia fare bene le sue cose, ma solo perché è limitata al massimo nella possibilità di scelta. Sa dare solo poche risposte semplici a pochi semplici impulsi; è un organismo molto specializzato ma stupido. Può capitare di confondere l'ottusa operosità con l'intelligenza. Ma se tra gli animali inseriamo anche la specie homo sapiens sapiens, allora, sorprendentemente siamo noi che passiamo più tempo a darci da fare. Lavoriamo il doppio delle formiche. Lo dice Lancet, e fa vedere per bene tutti i conti."
Caspita, va a finire che mi devo ricredere, vuoi vedere che i delfini sono davvero più intelligenti di tutti?

martedì 11 dicembre 2007

Se rinasco...

Se rinasco non faccio più il biologo marino.
Se rinasco non lavoro più per un'organizzazione non a scopo di lucro.
Se rinasco imparo a dire di no.
Se rinasco imparo a fare la faccia da culo per ottenere quello che voglio.
Se rinasco faccio un pacco di soldi e mi preoccupo per l'ambiente solo sotto Natale, donando 20 euro a qualche associazione e mettendomi a posto la coscienza.
Se rinasco non scrivo un libro; invece, pur non sapendo cantare, incido un CD con dentro tanti 'fanculo e parolacce.
Se rinasco non studio tanti anni, ma vado al Grande Fratello, così anche se non so nè parlare, nè probabilmente pensare, faccio i soldi perchè qualche coglione proprietario di discoteche mi invita sicuro a "fare le serate".
Se rinasco insegno ai miei figli che l'arroganza e la furbizia rendono di più del rispetto e dell'onestà.
Se rinasco mi convinco anch'io che l'uomo è un essere superiore per volontà divina e dunque può fare più o meno quello che vuole al resto del pianeta.
Se rinasco e comincio a diventare così, vi prego avvisatemi per tempo.

mercoledì 5 dicembre 2007

A Roma

Oggi e domani sono a Roma per il 7° Convegno Nazionale su Cetacei e Tartarughe Marine. Un appuntamento che ricorre ogni due anni, ma che da qualche tempo avevo "snobbato". Questa edizione è un po' sotto tono, con poche presentazioni, ma è sempre una buona occasione per rivedere amici e colleghi che non si incontrano spesso. Io ho presentato stamattina il lavoro che stiamo svolgendo in Adriatico, sulla sperimentazione di strumenti (TEDs) per evitare che le reti a strascico catturino tartarughe marine. Presentazione molto apprezzata, più di quanto mi aspettassi...
Domani invece Giacomo Stanzani presenta il lavoro che Fondazione Cetacea ha svolto sul grampo spiaggiato a Cattolica nel giugno scorso. Ricordate "Mario"?
Ho anche incontrato Fabio, un assiduo frequentatore del blog. Mi ha fatto piacere che sia venuto a salutarmi.
E a proposito di blog, ho saputo che nella rivista "Il gommone" di dicembre, si parla proprio del blog!! Che bello!

mercoledì 28 novembre 2007

Balenottera: fine della storia

Questo è il comunicato stampa diramato ieri da Fondazione Cetacea. Non servono altri commenti.

"Martedì 20 Novembre Fondazione Cetacea è stata allertata dalla Capitaneria di Porto di Ancona per lo spiaggiamento di una balenottera in un anfratto delle scogliere del Conero. Luca Amico, responsabile della Protezione Civile di Numana e importante collaboratore di Fondazione Cetacea, si recava il 21 Novembre sul posto ed appurava trattarsi di un animale di notevoli dimensioni (17,5 metri, ad una successiva verifica diretta), in discreto stato di conservazione. Al fine di valutare l’ipotesi di un possibile recupero per scopi scientifici, lo staff di Fondazione Cetacea, giungeva a Numana la mattina del giorno seguente, 22 Novembre. Qui li attendeva il Sindaco di Sirolo, nel cui territorio la balenottera si era arenata, ed in maniera aggressiva apostrofava i responsabili di Fondazione Cetacea tacciandoli di sciacallaggio ed affermando “Ma lo scheletro non si tocca: il Conero lo vuole, lo pretende, Sirolo lo rivendica,”. Veniva immediatamente attivato un tavolo di discussione nel corso del quale i responsabili di Fondazione Cetacea, non senza difficoltà, affermavano che il proprio ruolo era quello di attivarsi, in accordo con le istituzioni preposte (USL e Capitaneria di Porto in primo luogo) per il recupero di un reperto così importante a fini scientifici. Se davvero le istituzioni locali erano interessate ad un futuro utilizzo del reperto, Fondazione Cetacea, in base alle proprie trascorse esperienze, illustrava le operazioni necessarie al recupero del grosso mammifero marino, al suo affondamento in sicurezza al fine di permettere una rapida decomposizione in mare ed infine al recupero e alla ricostruzione dello scheletro a decomposizione ultimata. In quella sede fu avanzata anche un’ipotesi di costi dell’intera operazione: fra i 70 e gli 80 mila euro. Il Sindaco Misiti affermò fattibile il progetto e (“parlandoci da galantuomini”) si fece responsabile del reperimento dei fondi necessari. Nonostante le pressanti richieste di fare in fretta perché le previsioni del tempo davano un peggioramento delle condizioni del mare e quindi un rischio di spostamento e distruzione del reperto, e nonostante fosse chiaro che la struttura operativa di intervento era già pronta ad intervenire immediatamente, Misiti prese tempo chiedendo di presentare un progetto. Così è stato fatto. Da venerdì le condizioni metereorologiche del mare sono peggiorate. Una forte mareggiata ha disincagliato la balenottera e l’ha spostata di un centinaio di metri, iniziandone anche la frantumazione. La perdita di tempo e i bizantinismi hanno purtroppo fatto perdere l’occasione ottimale. Questa mattina, martedì 27 Novembre, il comune di Sirolo ci ha comunicato di non essere più interessato al reperto comunicando “Con la presente vi autorizziamo a compiere, a Vostra cura e spese, le operazioni ritenute necessarie al recupero del cetaceo spiaggiato a Sirolo”! Il nostro lavoro è stato ritardato di una preziosa settimana, il reperto irrimediabilmente compromesso.Oggi pomeriggio Fondazione Cetacea ha deciso di verificare la possibilità di recupero e affondamento della carcassa. Ci aspettava una situazione disastrosa. La mareggiata ha disarticolato e disperso la testa del mammifero, ne ha frantumato le ossa, contorto la carcassa: Non è più possibile recuperare uno scheletro di qualche interesse scientifico!! Siamo pertanto costretti a rinunciare a qualsiasi intervento di recupero. Resta l’amarezza per un’occasione importante compromessa da pregiudizi e affermazioni sconsiderate che nulla hanno a che vedere con il nostro lavoro al servizio della scienza e della conservazione. Resta la delusione per esserci affidati a promesse non mantenute.nostante questa esperienza negativa il lavoro di Fondazione Cetacea in collaborazione con la Protezione Civile di Numana proseguirà con immutata fiducia ed entusiasmo per la salvaguardia di quell’ inestimabile valore rappresentato dal nostro Adriatico."

domenica 25 novembre 2007

La balenottera di Ilaria

Appena posso, aggiornamenti sulla Balenottera di Sirolo. Ci sono novità. Intanto, ecco il racconto di Ilaria sul sopralluogo di giovedì scorso.

Tutto ha inizio mercoledì mattina, quando leggo sulla civetta dell’edicola sotto casa mia che è stata rinvenuta la carcassa di una balena alle Due Sorelle. Non mi sembra vero! Vado al tirocinio e alle 9:45 chiamo la Fondazione Cetacea per sapere se è vero, se saranno loro ad occuparsi del caso e naturalmente... Se posso andare a vederla! Per farla breve, ci diamo appuntamento con Marco e Valeria alle 9 di giovedì presso il porticciolo di Numana.Giovedì mattina li incontro e noto che l' aria non è delle migliori nella sede della Protezione Civile, dato che come sempre in questo mondo non si può fare niente senza calcolare nel minimo dettaglio la questione economica. Va bè... Comunque mi sento quasi in di più, ma Marco e Vale mi accolgono come sempre con il sorriso.
Insomma, si da il via al sopralluogo che però ha vita breve... Nessuno dello staff della Fondazione può avvicinarsi alla carcassa per motivi di sicurezza nei confronti dei delfini di Oltremare. Qualcuno deve accompagnare Luca Amico (grandissima persona) e io mi propongo subito! Non mi sembrava vero!
Partiamo con un "guscio di noce" (come ha giustamente definito la nostra imbarcazione Marco) insieme ad un'altra barca carica di giornalisti, destinazione Due Sorelle! Arriviamo e la vedo...Mi sembrava piccola e data la lontananza non mi rendo conto di cosa avrò davanti tra pochi minuti.
La barca non riesce ad avvicinarsi più di tanto alla riva a causa delle correnti e degli scogli che circondano la zona impervia dove si è arenata la "piccolina" e qui ritorna una mia paura... Io da piccola ho avuto una specie di shock mentre nuotavo in piscina e da allora, non sono più riuscita a nuotare senza chiudermi il naso ed a buttarmi in mare aperto senza bombole... Ma non mi importa questa volta, lo voglio fare! Sono o non sono una biologa marina??? Luca mi prende la mano e insieme raggiungiamo la riva. Detto così sembra una stupidaggine, ma vi giuro che è stato un successo personale enorme, anche perché la temperatura in mare era veramente bassa la strada da fare a nuoto abbastanza, l'acqua alta e la corrente medio - forte.
Arriviamo sugli scogli e ci attrezziamo per fare i campionamenti. Mentre ci avviciniamo a Lei, il cuore va sempre più forte, fino a quando non mi trovo vicino alla sua pinna caudale. Una MERAVIGLIA... Un animale maestoso, arenato così e conteso da noi piccoli uomini pronti a specularci sopra, che brutta fine! Quando mi capita di provare questa sensazione capisco che tutto ciò che ci circonda, cioè la società, è del tutto errata, piena di cose che ci allontanano da queste magie, questi misteri che il mare ci regala e capisco sempre di più perché ho scelto di seguire questa strada, che probabilmente mi manterrà appena, ma mi riempie il cuore e mi fa sognare.
Era lì, ancora intatta... Non un graffio, una ferita e ne un cattivo odore...Un evento raro lo spiaggiamento di questa specie di cetaceo secondo Marco, capitato solo 15 anni fa .Che fortuna!
Proseguiamo con i prelievi di campioni biologici e quasi mi dispiace intagliare la sua pelle illibata, ma la ricerca ha bisogno di Lei ed io e Luca ci mettiamo al lavoro.
Arriva poi il momento di misurarla e li lo shock... Altro che 11m, ben 17,50m segnava il metro! Una pinna caudale da 3,10 m! Una palazzina!
Finito il nostro compito, saluto con lo sguardo la mia prima balena e mi ributto con Luca nelle fredde acque di Numana. La mia avventura è finita e scende la tensione... Mi rendo conto di quello che ho appena fatto e vissuto con assoluta convinzione e freddezza. Rido e sono felice, stringo la mano con affetto al mio compagno di viaggio e via, verso il porticciolo! Consegno a Marco e Vale i campioni ad una distanza di circa 5m, dato che sono in quarantena (per la seconda volta nella mia vita!), mi tolgo la muta, ringrazio tutti e vado a casa... Una giornata che sicuramente non potrò mai scordare, che mi rimarrà nel cuore... GRAZIE.
Ilaria Costantini

Nella foto Ilaria Costantini e Luca Amico

giovedì 22 novembre 2007

Balenottera e avvoltoi

Eccoci di ritorno dal sopralluogo sulla balenottera. Solo due o tre righe di aggiornamento sulla situazione. L'animale è incastrato sugli scogli nella zona sotto al passo del Lupo. Abbiamo avuto difficoltà ad avvicinarci con le barche (una delle due piena di giornalisti, visti il casino suscitato sui giornali). Poi il solito ineffabile Luca Amico della Protezione Civile di Numana, e la coraggiosa volontaria Ilaria Costantini sono scesi in acqua, hanno raggiunto a nuoto la ripa rocciosa e poi la balenottera. Hanno fatto alcuni campionamenti biologici, e l'hanno misurata. E' lunga 17,5 metri!
E' una femmina.
Domani e dopodomani è previsto tempo brutto, non si farà niente. Se poi il mare non la riprende, la settimana prossima si passerà al lavoro, sempre che fra tutte le parti coinvolte si sia trovato l'accordo.
Vi risparmio tutta la parte di discussioni che ci hanno impiegato la maggior parte del tempo sul luogo...
Potete leggervi un po' di articoli sui quotidiani locali (se siete del posto) dove è stato montato un caso che in realtà non esiste. Ci siamo beccati anche l'appellativo di "avvoltoi...". Non ci credete? Leggete qua.

mercoledì 21 novembre 2007

Spiaggiamento eccezionale

Forse avrete sentito, o forse no, dello spiaggiamento di una balenottera a Numana, vicino ad Ancona. L'esemplare è di circa 10-12 m, e pare una balenottera comune. L'esemplare, già morto, ha galleggiato un po' davanti al promontorio del Conero per poi finire sugli scogli dove si è incastrata. E' in una zona raggiungibile solo via mare.
Questa specie è rarissima in Adriatico. Domani mattina insieme a Protezione Civile di Numana, ASL di Ancona e Capitaneria di Porto, andiamo a fare un sopralluogo. E' la mia prima balenottera...
Ecco due foto, di Gianni Rothas di Maercurio Agency.

martedì 20 novembre 2007

Mediterraneo: un brutto posto per squali e razze

E' stata pubblicata la settimana scorsa, dall'IUCN, la lista rossa degli squali e delle razze del Mediterraneo. Nel sito dell'IUCN la notizia è intitolata così "Mediterranean Sea: most dangerous place on Earth for sharks and rays", cioè "Mediterraneo, il posto più pericoloso della Terra per squali e razze". In effetti, dal lavoro dell'IUCN risulta che delle 71 specie censite nel nostro mare, ben 13 sono al livello di allarme più elevato, cioè "Critically Endangered". Otto sono le specie "Endangered" (in pericolo) e sette quelle "Vulnerable". Si fanno notare anche i 18 DD, che significa un triste Data Deficient, cioè non ci sono abbastanza dati per valutarne le condizioni... Fra le specie messe peggio, lo smeriglio, lo squalo toro, alcune specie di squadro e diverse razze.
Se volete scaricare il report completo lo trovate qui.
In brevissimo: il Mediterraneo ha la più alta percentuale al mondo di squali in pericolo.

lunedì 12 novembre 2007

Alleati per gli squali

La settimana scorsa, dal 6 all'8, sono stato a Bruxelles per la riunione della Shark Alliance. La Shark Alliance è una coalizione di organizzazioni non governative di pubblico interesse e si dedica al recupero e alla conservazione delle popolazioni di squali attraverso il miglioramento delle politiche europee sulla pesca. In parole semplici, fanno lobbying.
Ho aderito, come Fondazione Cetacea, alla Alliance poche settimane dopo che è stata fondata. Allora erano solo sette gli enti che formavano questa alleanza. Ero scettico sul suo futuro, ma l'ho fatto comunque. Mi sbagliavo: ad oggi sono ben 42 gli enti che vi aderiscono, in continuo aumento. Sono enti europei, ma anche statunitensi, sudafricani e di diverse parti del mondo.
Sono andato alla riunione più per curiosità che per altro, ma ho dovuto riscontrare che invece "fanno sul serio".
E' stato bello ritrovare tante facce amiche che avevo già incontrato in tanti convegni sugli squali in giro per l'Europa. Spesso ricercatori come me, che come me affrontano con curiosità e con qualche timore questo nuovo tentativo di fare qualcosa per fermare la strage di squali nei mari di tutto il pianeta. Fare pressione sui politici (lobbying) affinchè possano regolamentare, limitare o fermare questo massacro è difficile e faticoso, ma è una delle strade da percorrere.
Ecco perchè ci si riunisce a Bruxelles, perchè una parte del tempo viene dedicata proprio a incontri con i rappresentanti di ogni stato alla Commissione Europea. Anche se stavolta, noi italiani non avevamo meeting in agenda.
Inoltre abbiamo portato alla commissione europea le firme raccolte durante la European Shark Week. Sono state ben 20.000! Un successo. Qui vedete le foto della consegna delle firme, fuori dal palazzo della Commissione Europea.
E la settimana europea degli squali si ripeterà anche l'anno prossimo.
Nel sito della Shark Alliance, alla voce "documents", trovate anche tanti documenti da scaricare, in genere in inglese, che parlano della situazione degli squali. Quelli pubblicati dalla Alliance stessa, o da un gruppo che si chiama Oceana, per esempio, sono veramente ben fatti e facili da leggere e comprendere.
Una lettura drammatica e istruttiva. E da divulgare il più possibile. C'è rimasto pochissimo tempo per salvare questi meravigliose creature del mare.

lunedì 5 novembre 2007

La mareggiata

Le mareggiate che nelle ultime due settimane imperversano, e che ci hanno impedito per ben due volte il rilascio delle tartarughe Bloom e Gina (vedi post di pochi giorni fa) hanno anche consegnato alla spiaggia i loro macabri frutti.
Dal 20 ottobre ad oggi, cioè in due settimane, abbiamo recuperato o ci è giunta segnalazione di ben 22 tartarughe marine e 2 delfini spiaggiati sulle nostre coste (parte dell'Emilia-Romagna e delle Marche).
Tanti esemplari, praticamente tutti in disastrose condizioni e in avanzato stato di decomposizione. Queste carcasse sono in genere di animali morti per cause non determinabili (di solito, ma non sempre, naturali) che galleggiano in mare per giorni e che poi, alla prima mareggiata, arrivano a riva.
Poco o niente utili per la ricerca, ma comunque dati che si aggiungono ai nostri archivi. Così, nel 2007 siamo arrivati a 115 tartarughe spiaggiate e 21 delfini. Cifre da record di un'annata un po' strana, partita in sordina e poi esplosa. E mancano ancora due mesi alla fine dell'anno...
Nel foto il tursiope spiaggiato a Cattolica (RN) il 20 settembre.

venerdì 2 novembre 2007

Gina e Bloom ci riprovano

Dopo aver annullato, causa maltempo, la liberazione prevista a Numana qualche giorno fa, le tartarughe Gina e Bloom dovrebbero essere liberate in mare domani mattina.

Curate presso l'Ospedale delle Tartarughe di Fondazione Cetacea, Gina e Bloom ora sono pronte a ritornare libere. La più grande delle due, Bloom, avrà anche un trasmettitore satellitare sul dorso per seguirne i movimenti.

L'appuntamento è dunque per domani mattina (sabato 3 novembre) alle ore 10,30 al porto di Cattolica (RN).

P.S.: questo è il post numero 100!! Bel traguardo. Tanti auguri al blog.

Aggiornamento ultim'ora (sabato 3, ore 10,00)

E invece niente da fare. La Capitaneria di porto ci avvisa che c'è vento di tramontana e il mare sta salendo. Non ci portano fuori. Liberazione rimandata ancora... a data da destinarsi.

venerdì 26 ottobre 2007

Perchè?

Avrete visto tutti, immagino, i drammatici video delle catture e dei massacri di delfini in Giappone. Li trovate anche su YouTube, basta per esempio cercare "dolphins Japan". Non ne inserisco nessuno qui perchè possono disturbare le persone più sensibili.
Forse, nonostante la diffusione data a questi filmati e nonostante il fatto che ormai se ne parli spesso (senza peraltro poter fare molto), quello che può restare poco chiaro è il perchè di queste catture.
Come si sa, le catture avvengono in questo modo: imbarcazioni veloci escono in mare, e quando trovano un gruppo di delfini, si dispongono a semicerchio e li spingono verso un porto o un'insenatura, che poi viene chiusa, e lì inizia la mattanza.
Ma a cosa servono queste stragi?
Carne di delfino
Con la moratoria del 1986 contro la caccia alle balene, e stante quindi una diminuzione di questa carne sul mercato, è cresciuta di pari passo la domanda di carne di delfino. Sempre Cetacei sono, no? Il fatto che poi nel 1987 il Giappone abbia poi comunque ripreso le attività di baleneria (per "scopi scientifici") non ha fermato questo commercio, forse perchè la carne di delfino ha costi minori.
Tra l'altro la domanda di carne di cetacei in Giappone sta diminuendo costantemente. I giovani la cercano sempre meno, e non esiste una "tradizione culinaria" in questo senso. Ma il governo giapponese non molla e ha recentemente promosso e sovvenzionato carne di cetacei nelle scuole e negli ospedali...
Competizione con la pesca
Il governo giapponese sostiene che i delfini competono con la pesca professionale per le medesime risorse marine. E devono quindi essere cacciati e eliminati per preservare la sopravvivenza dell'umanità e il nostro cibo. La Katsumoto Fishing Cooperative afferma che non uccidono i delfini per mangiarli ma li eliminano come animali nocivi. Alcuni compagnie di pesca parlano di "pest control"... Il governo invece anche di "predator control". E' necessario aggiungere che se gli stock ittici sono pesantemente in crisi in tutto il mondo la colpa non è dei delfini ma semmai della pesca eccessiva?
Esemplari per la cattività
La Whale and Dolphin Conservation Society ritiene che nè la richiesta di carne di delfino come cibo, nè la battaglia contro la presunta competizione delfini/pesca possa spiegare perchè queste stragi proseguono. Invece potrebbe giocare un ruolo fondamentale la richiesta di delfini da parte degli acquari pubblici. E' noto infatti che durante le mattanze di delfini i proprietari dei delfinari giapponesi si rechino sul posto a "prelevare" nuovi esemplari da introdurre nelle loro strutture.
Ci sono più di 40 delfinari in Giappone. A quanto pare molti dei loro delfini vengono da queste catture. Dal 1986 al 1999, 834 piccoli cetacei sono stati catturati vivi in questo modo. 569 tursiopi, 8 neofocene (Neophocaena phocaenoides), 6 globicefali, 116 pseudorche, una focena, 40 grampi, sei Stenella attenuata, 17 stenelle striate, 50 lagenorinchi, più altre specie.
Dopo il 1999 i dati non sono più stati resi noti dal governo giapponese.
Nel 1999 un tursiope morto fruttava 400 dollari, uno vivo ne valeva invece 3000-3500. E una volta addestrato il suo valore saliva a 30000 dollari...
Se vendere delfini vivi all'industria degli acquari pubblici giapponesi rende a tal punto, è forse più facile comprendere come queste catture possano continuare tuttora.

lunedì 22 ottobre 2007

Tempo infame, Bloom e Gina restano a Riccione

Causa maltempo abbiamo dovuto annullare la liberazione delle due tartarughe prevista per oggi. Appena stabilita la nuova data ve lo farò sapere.

giovedì 18 ottobre 2007

Gina e Bloom tornano in mare

Lunedì prossimo, 22 ottobre, Bloom e Gina, due tartarughe curate presso l'Ospedale delle Tartarughe della Fondazione Cetacea, tornano in mare.
Saranno liberate a Numana, direttamente dalla spiaggia di Marcelli. Se passate di lì siete i benvenuti.

martedì 16 ottobre 2007

Titania viaggia ancora

Il 5 aprile 2007 ho scritto di Titania. Questa tartaruga, una femmina adulta, era stata trovata ad Ancona con una vistosa ferita in testa e su un occhio (un'elica?). Curata, è stata liberata il 20 ottobre 2006 dalla spiaggia di Numana, vicino ad Ancona. In aprile era in un mare simile all'Adriatico da cui è partita. Il golfo di Gabès, in Tunisia, è quanto di più simile si trovi, in tutto al Mediterraneo, al nostro Adriatico. Acque basse, fondali piani e sabbiosi, acque trofiche.
Il suo viaggio è poi proseguito lungo le coste della Libia, dove uno stazionamento di alcuni giorni consecutivi ci ha fatto pensare che si possa essere fermata a deporre le uova. Non possiamo saperlo ma ci piace pensarlo.
Che incredibile viaggio sta compiendo questa tartaruga. I dati dicono che ha percorso, in 355 giorni di viaggio, circa 6357 km: poco meno di 18 km al giorno.
Ha passato 145 giorni in acque italiane, 15 in quelle greche, 15 in territorio maltese, 61 in Tunisia e 117 in acque libiche. Una tartaruga davvero internazionale.
Potete cliccare sul tracciato per vederlo più in grande.
Al di là dei dati scientifici che si possono raccogliere con questo tipo di studi, non vi nascondo la soddisfazione di vedere una delle tartarughe curate nel nostro Ospedale, andarsene a zonzo per il Mediterraneo.

lunedì 15 ottobre 2007

Blog action day

Oggi, 15 ottobre è il Blog action day. Tutti i blog sono invitati da questa iniziativa mondiale a scrivere almeno per oggi, un post sull'ambiente. Beh, il mio blog scrive praticamente solo di ambiente. Quindi oggi posso farlo attraverso qualcun altro. Attraverso qualcos'altro. Musica per esempio.
Ecco una canzone che adoro, sia per il tema, che per il testo e la musica. Godetevi il video, molto bello anche questo.

So let Mercy Come
And Wash Away
What I’ve Done




martedì 9 ottobre 2007

1882 delfini

Questa notizia è vecchiotta (luglio), ma me l'ero persa. Per il lancio di nuovo tipo di Fernet, che si chiamerà "1882", in Argentina lungo una strada chiamata la Cañada, sono stati piazzati 1882 palloncini a forma di delfino. Palloncini a forma di delfino. Mica di gatto o di ornitorinco o di elefante. Eh eh. Ricordate i post "Monarchi delle profondità" e "Di gatti e di delfini"? Ecco il video:

venerdì 5 ottobre 2007

Ogni pinna conta!


La settimana dall'8 al 14 ottobre è la European Shark Week. Organizzata dalla Shark Alliance di cui anche Fondazione Cetacea fa parte, la settimana europea degli squali vedrà vari eventi svolgersi in tutto il continente.
Collegata a questi eventi inizia anche una grande raccolta di firme, da consegnare al Parlamento Europeo affinchè si impegni in iniziative per la tutela di questi magnifici e minacciati signori del mare.
Tutte le firme raccolte saranno consegnate a Bruxelles, i primi giorni di novembre, da una rappresentativa della Shark Alliance. Ci sarò anch'io!!
Potete firmare la petizione anche on-line, andando qui.

venerdì 28 settembre 2007

Divertimento idiota

Questo post non ha a che fare con nessuna creatura marina. Invece, anche se forse non sembra, ha molto a che fare con il post precedente "Animali con il bollino". Sulla lista di discussione mondiale (sulle tartarughe marine) C-Turtle, da due giorni non si parla di tartarughe marine, ma la discussione è accesissima. E' successo che un ricercatore, Mike Frick, per puro caso, navigando su internet ha trovato questo sito: www.turtlehuntin.com. Se anche avete difficoltà con l'inglese, date un'occhiata alle immagini, nelle diverse pagine (tre le vedete anche qui). Si tratta di un sito che pubblicizza un nuovo tipo di "divertimento": andare per paludi e fiumiciattoli a caccia di testuggini palustri. Tra l'altro di una specie che può mordere anche molto pericolosamente. Potete vedere questi idioti che, dopo aver pagato un po' di soldi, si immergono nel fango e nelle acque torbide per stanare le testuggini. Poi le vedete con i loro macabri trofei ai piedi (quante!) oppure mostrarli alla macchina fotografica tenendole per il collo o per la coda.
Ovviamente i partecipanti alla lista sono indignati da questa cosa. Ma non tutti. Ad esempio uno scrive: "non vedo il perchè di tutto 'sto clamore. Se questa caccia alle testuggini non le porta all'estinzione o se essi non sono animali in pericolo, qual'è il punto?". Insomma, che c'è di male?
Un altro scrive: "non mi è chiaro cos'è che vi sconvolge così tanto. E il modo in cui lo fanno? E' il mtivo per cui lo fanno, cioè per sport o per mangiarsele?"
Per la miseria, se nemmeno degli scienziati (che si occupano di animali, tra l'altro) capiscono che invece c'è molto di male e di tremendamente idiota e irrispettoso verso ogni cosa che "non è umana", prendere delle testuggini dal loro ambiente, sbatterle a decina su una strada, o farle penzolare per il collo davanti a uno che fotografa, se nemmeno questo ci sconvolge più, allora davvero non c'è più speranza.
E' peggio un panzone che con il suo pickup e magari un pacco di birre da sei, passa la domenica a cacciare testuggini per divertimento o chi uccide una balena per farci dei quattrini? O non sono magari due aspetti dello stesso problema?

lunedì 24 settembre 2007

Animali con il bollino

Come avrete già letto è uscita la Red List del 2007 delle specie in pericolo, dalla IUCN.
Sono 16.306 le specie che in qualche modo si trovano a combattere contro il pericolo dell'estinzione. Erano 16.118 l'anno scorso. Le specie già estinte sono 785 e altre 65 esistono ora solo in cattività. Un mammifero ogni quattro, un uccello ogni otto, un anfibio ogni tre. E il 70% delle piante che sono state verificate.
Ormai ogni specie vive con un bollino appiccicato. Non si riesce più a parlare di una specie vivente, senza doverne specificare lo "stato di conservazione".
Campagne di sensibilizzazione, iniziative di tutela, progetti di conservazione, lo sforzo di qualche eroe, che fa il suo piccolo/grande lavoro da qualche parte nel mondo, programmi di tutela dell'ambiente e della biodiversità a livello internazionale. Tutto sembra quasi inutile. Come fermare un frana con le mani. Come chiudere le crepe di una diga con il nastro adesivo.
Bisogna cambiare le nostre teste, i nostri modi di agire e di rapportarci con "il resto del pianeta". I nostri coinquilini. Le altre specie animali e vegetali che dividono con noi questo percorso su questo pianeta. Con gli stessi diritti, con la stessa dignità. Siamo una specie tra le tante. Nessun dio ci ha messo qui per disporre come vogliamo della Terra e degli altri suoi abitanti. Non ci sono gerarchie. Non ci sono specie elette. Il mondo non è stato creato per noi (ammesso che sia stato creato) ma anche con noi. Una specie tra le tante. In corsa folle verso l'estinzione, come tante.

giovedì 13 settembre 2007

Torna il flagello morbillivirus

Nel 1991 ci fu un picco clamoroso nel numero di spiaggiamenti di Cetacei, sulle coste italiane. Ci furono ben 550 spiaggiamenti, quell'anno, quasi tutti di Stenelle striate (Stenella coeruleoalba). Il responsabile era un virus del genere morbillivirus. Partito dalle coste della Spagna, arrivò poi anche in acque italiane, e le stenelle si spiaggiavano a decine, ogni giorno. Intervenne sul campo anche l'allora giovane Fondazione Cetacea.
Beh il morbillivirus sta tornando. L'allarme viene dalla Spagna come allora. Il Ministero dell'Ambiente italiano raccoglie l'allarme e mette in campo una task force: "A seguito delle recenti notizie dei ricercatori spagnoli dell’Istituto CRAM (Conservazione e recupero degli animali marini) in merito al decesso di circa 50 esemplari di stenella nel Mare delle Baleari, l’ICRAM, l’Università di Siena e l’Università di Teramo, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, hanno messo a punto una Task Force per lo studio delle infezioni da morbillivirus. Il progetto ha lo scopo di indagare i cetacei target del Mediterraneo (stenella striata e balenottera comune) e la possibile connessione tra la presenza dei contaminati ed un eventuale aumento della vulnerabilità di queste specie ad agenti patogeni come il morbillivirus."

Nel grafico (fonte Centro Studi Ceteaci) si vede il picco di spiaggiamenti del 1991

venerdì 31 agosto 2007

Giù le mani da Darwin

Pochi giorni fa mentre andavo in ufficio ho sentito per radio un'intervista al prof. Telmo Pievani, autore di un libretto dal titolo "In difesa di Darwin". Appena arrivato in ufficio ho ordinato il libro, non vedo l'ora che mi arrivi.
E mi è venuto in mente una cosa che avevo scritto nel dicembre 2005, che riporto qua sotto. E' sconcertante come questa assurda diatriba fra creazionisti e evoluzionisti sia ancora attualissima e come le teorie di Darwin siano ancora messe in dubbio. Fatico veramente a crederci. Altro che Medioevo...

Ecco il vecchio scritto:
Assisto con sconcerto alla nuova diatriba fra creazionisti e evoluzionisti. E rimango attonito nel vedere che c'è chi mette in dubbio, oggi, la teoria dell'evoluzione di Darwin. Per chi ha un percorso di studio di scienze, come me, Darwin è un intoccabile, un mito, un'icona. E' colui che ha cambiato il mondo spiegando come il mondo funziona. Contestare una teoria scientifica che si basa su centinaia e centinaia di prove, contrapponendole un atto di fede, è solo lecito, ma non scientifico, e fuori luogo.
Ho sentito, non troppi giorni fa, i creazionisti italiani (sì, ci sono anche qua) in televisione sostenere che il creazionismo va inserito nel programma di scienze delle scuole, almeno come alternativa alla teoria evoluzionistica, cosicchè i "nostri ragazzi" possano scegliere... Dove sta l'inghippo? Ma che stiamo parlando di libri di scienze, in cui possono trovare casa solo teorie scientifiche. La fede di ognuno merita rispetto e considerazione, ma che ci fa nel programma di scienze?
Allego un pezzo preso da un articolo sul sito del Corriere della Sera:
(...) l'evoluzionismo sta già silenziosamente scivolando fuori dall'insegnamento quotidiano nelle scuole. Lo mette in luce anche una recente inchiesta del New York Times: pressati dai genitori (una minoranza ma molto determinati), dalle organizzazioni della destra cristiana, da molti dirigenti scolastici, negli Stati conservatori gli insegnanti tendono a saltare i capitoli della biologia dedicati all'evoluzionismo o li assegnano agli studenti come semplice lettura, senza stimolare alcuna discussione, alcun approfondimento. I politici lo sanno ma evitano interventi che potrebbero risultare poco popolari. Oggi, infatti, la stampa scopre con un certo sconcerto che il 55% della popolazione statunitense (e il 67% degli elettori di Bush) non crede all'evoluzionismo (sondaggio Cbs) mentre, secondo un'indagine Gallup, un terzo dei cittadini considera il contenuto della Bibbia verità scientifica. Un abisso divide l'America dal resto del mondo industrializzato dove l'80% della popolazione accetta l'evoluzionismo che è pur sempre una teoria ma gode di un vastissimo credito nel mondo scientifico. L'anno scorso in Italia ci fu qualche problema coi programmi scolastici della Moratti, poi la crisi rientrò.
(...) All'inizio degli anni '80 i creazionisti (per i quali l'uomo è il prodotto di un intervento divino come quello descritto dalla Genesi) tornarono all'offensiva grazie alla proposta del presidente Reagan di diffondere nelle scuole anche questa teoria, oltre all'insegnamento dell'evoluzionismo. Ma una serie di sentenze di giudici statali e federali, culminata in una decisione della Corte suprema del 1987, sanzionò che il creazionismo, essendo basato su un assunto religioso, non può entrare nel programma scientifico delle scuole pubbliche americane senza violare il principio della separazione tra Stato e Chiesa.

venerdì 24 agosto 2007

Vi aspetto tutti lunedì

Lunedì prossimo, 27 agosto, sarò e saremo, con lo staff di Fondazione Cetacea, tutto il giorno a Numana, una splendida cittadina poco distante da Ancona.
Lì lavora il gruppo della Protezione Civile, guidato dall'amico Luca Amico. Con la Protezione Civile di Numana abbiamo un rapporto di collaborazione iniziato nel 2001, che ha portato ottimi frutti e una bella condivisione di intenti.
La giornata sarà dedicata all'Adriatico, con anche la liberazione di una tartaruga marina e nel tardo pomeriggio la presentazione del mio libro "Il mare che non ti aspetti".
Qui potete scaricare il programma.
E se siete lettori del blog, fatevi riconoscere, mi fa piacere scambiare quattro chiacchiere con voi.

martedì 21 agosto 2007

141 ma non li dimostro

Oggi, 21 agosto, andrà in onda su La7 alle 12,30 (e forse anche su RaiDue alle 10,30) un servizio sull'ultima liberazione di una tartaruga marina dal nostro Ospedale. Il ritorno in mare di Flora, così si chiama la tartaruga, è avvenuto il 13 agosto, ma la tv a volte ha tempi lunghi.
Sono andato a rifarmi un po' di calcoli ed ho visto, con mio stesso grande stupore, che questa era la 141esima tartaruga che tornava in mare, da quando lavoro alla Fondazione Cetacea. Ho assitito a quasi tutti questi rilasci, credo di averne persi non più di una decina.
Non mi immaginavo davvero fossero così tante le volte che ho visto allontanarsi per l'ultima volta una tartaruga dalle nostre mani.
Ogni volta sono due le emozioni che prevalgono, almeno per me: la soddisfazione di avere "chiuso un cerchio", di avere compiuto un lavoro. Recupero, cura, rilascio: il cerchio si chiude, anche se quello che ci sta in mezzo può essere molto diverso. Ogni tartaruga ha la sua storia.
La seconda senzazione che provo è quella animata dalla curiosità. Ogni volta vorrei, almeno per un minuto, a distanza di qualche giorno, trasformarmi in un pescetto e poter andare lì, dove nuota la tartaruga, e vedere dov'è, cosa fa, come nuota. Le tartarughe che vedo qua in vasca di ospedalizzazione non sono delle "vere" tartarughe, costrette in acque basse e in vasche per forza di cosa limitate. Le tartarughe in mare sono tutt'altra cosa, padrone del loro spazio e del loro tempo. Chissà, forse per qualche minuto (quando non passa nessuna barca, non si sente il rumore di nessun motore o di nessun "lavoro in corso", non si vedono reti da pesca, nè lunghe file di ami appesi), forse allora, almeno per un po' possono anche dimenticarsi che esiste l'uomo.

Ecco i due servizi TG:


giovedì 9 agosto 2007

Di gatti e di delfini

Credo che il post precedente "Monarchi delle profondità" meriti un chiarimento su quello che intendevo dire o ricercare. Ecco un esempio: se chiediamo a 100 persone se trovano bello, tenero o grazioso il gattino della foto, credo che pochissime diranno di no. E se chiediamo di spiegare perchè lo trovano grazioso, daranno diverse risposte. Queste risposte saranno vere per ognuno di loro, ma non sveleranno il vero motivo per cui un gattino ci suscita questi sentimenti. Il motivo alla base è che esso mostra quello che si chiama lo "schema infantile". Esso secondo Lorenz è dato da: testa bombata e voluminosa rispetto al corpo; fronte spaziosa e convessa; occhi grandi e posti sulla linea mediana del viso o al di sotto; orecchie arrotondate nei mammiferi; becco corto negli uccelli; corpo tondeggiante; camminata goffa.
Questi caratteri, tipici dei cuccioli, anche dei cuccioli d'uomo, sono fondamentali perchè "spengono" l'aggressività e portano chi li osserva a "intenerirsi" e a prendersi cura del piccolo. E' innato in noi il riconoscimento di questi caratteri e non possiamo fare a meno di reagire così. Così il gattino "è tanto carino", anche per me che non amo particolare i gatti.
Quello che mi chiedevo con il precedente post è proprio questo. I delfini (che comunque non hanno i caratteri dello schema infantile) scatenano nell'uomo, o comunque in molte persone, istinti di questo tipo, al di là delle spiegazioni che ognuno di noi può dare? C'è qualcosa in loro, l'intelligenza, la bellezza, la "parentela" con l'uomo, che suscita queste reazioni?

venerdì 3 agosto 2007

Monarchi delle profondità

"E' un'offesa agli dei il cacciare i delfini, e non può più avvicinarsi ad essi, né offrir loro sacrifici, né toccare gli altari con mani pure, chi volontariamente sia stato causa della morte di un delfino. Egli rende impuri anche coloro che vivono sotto lo stesso tetto, perchè gli dei considerano l'uccisione dei "monarchi delle profondità" altrettanto grave quanto quella di un uomo."
Questa frase è stata scritta da Oppiano Cilice su Halieutica nel secondo secolo d.C.
Quando l'ho letta ho pensato che assomigliava molto alle dichiarazioni di amore per i delfini che a centinaia, in questi quasi undici anni di lavoro alla Fondazione, ho ricevuto. Telefonate, lettere, e-mail, più o meno meritevoli di considerazione, ma tutte contenenti frasi del tipo "farei di tutto per stare con loro", "non so cosa darei per lavorare con i delfini", "i delfini me per sono tutto" fino alle dichiarazioni di chi assicura di avere un "contatto speciale" (telepatico? emozionale?) con questi animali, e così via. Delfini di qua , delfini di là, di sopra e di sotto.
E mi sono spesso chiesto, e me lo chiedo tuttora: perchè? Perchè questo delirio per i delfini? Voglio dire perchè solo, o quasi solo, per loro?
Non ho mai sentito dire nessuno (come invece ho sentito decine di volte per i delfini) di avere la casa piena di poster e oggetti dedicati alle gazzelle, o ai leoni.
D'accordo, ci sono certi animali che sono dei totem, cioè dei simboli. Il leone, la tigre, il lupo, l'aquila e molti altri, ma davvero non ho mai visto il delirio che i delfini provocano. E che non mi spiego.
E' un fatto estetico? Sono belli, anzi bellissimi? E' dovuto alla loro intelligenza (più o meno presunta che sia). Al fatto che in qualche modo ci assomigliano in quanto mammiferi?
Per me i Cetacei sono meravigliosi, come i Coleotteri, le rane, i corvi e tutte le specie animali che l'evoluzione ha creato nel corso della storia. Sono meravigliosi proprio per il processo "magico" che li ha forgiati così come sono, con le loro caratteristiche biologiche, ecologiche, ognuno con il suo "posto nel mondo" e splendidamente adattato per occuparlo.
E per voi i delfini sono speciali? Mi dite perchè?

giovedì 26 luglio 2007

Inarrestabile massacro

E' uscita la nuova edizione del report "The end of the line?" elaborato da WildAid sulla situazione mondiale della popolazione di squali. Se conoscete l'inglese e avete voglia di rattristarvi un po' (molto) potete scaricarlo qui. E' un bollettino di guerra, il racconto di un massacro che non si può più fermare. Dal 1950 al 2004 le catture di squali riportate dalla FAO sono aumentate del 300% (da 270.000 a 810.000 tonnellate all'anno, vedi grafico). Significa che 50 milioni di squali, razze e chimere vengono uccisi ogni anno, ma attenzione, la stessa FAO dichiara che il dato va almeno raddoppiato (a causa di tutte le catture non riportate): 100 milioni all'anno...
Uno studio più recente comunica, solo per gli squali, dovrebbero essere fra 26 e 73 milioni all'anno.
Al solito uno dei problemi è che mancano studi scientifici e quindi dati attendibili su cui basarsi. Ma questi pochi che ci sono, sono drammatici:
- Nell'Atlantico nord occidentale gli squali martello sono diminuiti dell'89% negli ultimi 15 anni, gli squali volpe dell'80%, gli squali bianchi del 79%, gli squali tigre del 65%, le verdesche del 60%.
- Nel Pacifico tropicale le verdesche sono diminuite dell'87%.
- Nel Golfo del Messico i longimanus sono diminuiti del 99% dal 1950 ad oggi, gli squali seta del 90%
- Nelle acque brasiliane lo squadro è diminuito dell'88%.
Il report di WildAid è ben fatto e molto accurato. Altri report e liste rosse esistono a denunciare questa situazione, ma a me sembrano soltanto istantanee di un disastro ormai inevitabile.

venerdì 13 luglio 2007

Rispetto

Oggi sul Resto del Carlino c'è una lettera di un signore la cui moglie è malata di distrofia muscolare. IL titolo è "Una vita umana vale meno di un delfino?" Ve ne riporto alcune frasi: "Per un delfino malato c'è uno stuolo di persone pronto a mobilitarsi, per una persona che sta male non c'è nessuno disposto a spendere neppure un'ora", "Tutti mobilitati per il grampo malato, attorno a noi invece il vuoto", "[...]anche tra i parenti non c'è quasi mai nessuno che si ricorda di chi sta soffrendo. Così quando ho letto che già in 40 si erano offerti di andare ad accudire un delfino malato ho pensato che forse avevo sbagliato qualcosa e senza ombra di ironia mi sono chiesto quale tipo di appello dovrei lanciare per ottenere una così alta adesione di solidarietà e disponibilità verso le persone".
Come si risponde a una lettera così? Non si risponde. Si tace. E evidente che questo signore non ce l'ha con noi nè con i volontari accorsi per il grampo, ed è ovvio che si tratta di situazioni molto diverse. Ma è triste comunque leggere questa lettera.
Caro signore, se mai leggerà questo blog, le mando tutto la mia solidarietà e il mio affetto sincero, per quanto inutili ad alleviare anche per un solo istante la sofferenza sua e di sua moglie.

martedì 10 luglio 2007

E arrivato

E' l'ultima volta che uso un post a scopi pubblicitari, promesso.
Finalmente il libro arriva questa settimana nelle librerie.
Sono storie, storie di animali, storie di mare. La prima megattera mai avvistata in Adriatico, l’invasione degli squali elefante nelle acque romagnole nel 2001, il capodoglio spiaggiato a Rimini nel gennaio 2005, le decine di tartarughe portate al nostro Ospedale e poi rilasciate in mare, i giganteschi pesci luna del 2002, il delfino Adria e gli altri che non ce l’hanno fatta… per finire con l'ormai celebre Mary G. Insieme a queste storie ci sono anche le mie riflessioni su questo strano lavoro, sul significato di questi interventi, sulla ricerca.
Spero che possiate gradirne la lettura.
Potete anche, se volete, aiutare la diffusione del libro in diversi modi:
1. se chiedete il libro e la libreria non ce l'ha non andate da un'altra parte, fateglielo ordinare
2. parlatene con quanti più amici possibile
3. se avete un blog, o un sito, parlatene anche lì
Se non vi basta e volete fare di più:
4. convincete una libreria ad acquistarne più copie (si può fare, vero Christina?)
5. convincete un libraio a dargli uno spazio più visibile
6. andate sui siti che vendono il libro (esempio: www.webster.it, www.unilibro.it, www.wuz.it, www.dvd.it e www.shop.it.) e scrivete una recensione (buona, mi raccomando)
7. organizzate una "presentazione con l'autore" nella vostra città, se non abitate lontanissimi, si può fare.
Sono sicuri che altre cose vi verranno in mente. Grazie in anticipo.

martedì 3 luglio 2007

Rispondi alla chiamata (answer the call)

Sabato mega-concertone (in diretta su MTV) per sensibilizzare sul problema (pericolo?) dei cambiamenti climatici. Pochi giorni fa parlavo con un professore universitario che affermava che il riscaldamento della Terra è una bufala, ed è solo un "ciclo naturale". Come lui la pensano in molti. Non fatevi prendere per il... naso. Il problema è reale. Informatevi. Documentatevi.

lunedì 2 luglio 2007

Ritorno al normale

Sono qua. Ho staccato la spina per due giorni. Cellulare, internet, cervello, niente, ho spento tutto. Sabato mi è arrivata addosso la stanchezza, quella fisica che piega le gambe.
Pochi pensieri, poche riflessioni stavolta. Sappiamo che i delfini spiaggiati normalmente muoiono, combattiamo comunque ma sappiamo cosa aspettarci. Stavolta metto da parte l'analisi: era giusto, era sbagliato, perchè facciamo questo, perchè facciamo quello... basta. Sospensione del pensiero.
Non mi affeziono mai agli animali con cui ho a che fare per lavoro, non ci riesco proprio. Ma ce l'ho messa tutta, giorno per giorno, come tutti gli altri, come i volontari, come gli altri della Fondazione. E venerdì è stato brutto. Brutto sentire che esalava l'ultimo respiro proprio fra le nostre braccia, brutto tirare fuori la carcassa che non era più un "delfino".
Oggi sono in ufficio, si riparte con la routine, con "il resto" di quello che la Fondazione fa.
Mi rendo conto della mancanza di senso di questo post, ma oggi è quello che passa il convento. A proposito grazie di tutti i commenti che avete postato, molto graditi.

P.S.: la settimana prossima arriva nelle librerie il mio libro (vedi qui a fianco). Visto l'interesse per la storia di Mario, vi dovrebbero piacere anche le storie che troverete lì.
Il libro è già on-line su siti tipo: www.webster.it, www.unilibro.it, www.wuz.it, www.dvd.it e www.shop.it.

venerdì 29 giugno 2007

Fine

Il grampo è morto pochi minuti fa. Al momento non mi viene in mente nient'altro da dire.

Settimo giorno

E una montagna russa: su e giù. Stanotte infatti di nuovo poco bene per Mario. Ancora difficoltà a mantenere l'equilibrio e tendenza a ribaltarsi.
Intanto fa impressione come solo dopo una settimana di inattività la sua pinna dorsale si sia afflosciata. Che triste spettacolo. Abbiamo bisogno di una vasca più grande (forse in arrivo) e di soldi. E di coraggio.
Ieri intanto ancora Mario in Tv.

giovedì 28 giugno 2007

Sesto giorno

Grande notizia: il grampo mangia!! Ieri sera la bella sorpresa, con la prima scorpacciata di calamari, e anche stamattina dopo la prima sessione di tubo, ha mangiato ancora 300 gr di calamari. Prende forza e mangia... stento a crederlo. Nessuno si illude, ne ho visti altri migliorare e poi crollare di botto, ma.. sperare è lecito.
A proposito, per tutti noi il grampo si chiama Mario. Non è il nome ufficiale, ma noi lo chiamiamo così.
Il problema principale ora sono le risorse economiche. Siamo all'osso. Chiunque può darci una mano, ogni donazione ci dà qualche ora di autonomia in più. Aiutateci:

Fondazione Cetacea onlus
Cassa Dei Risparmi di Forlì e della Romagna spa
Filiale di Riccione
Via Gramsci
47838 RICCIONE RN
Abi 06010
Cab 24100
c/c 74000001174
cin M


Aggiornamento del pomeriggio: sono arrivate le analisi del sangue di stamattina. E' migliorato moltissimo!!! Vai Mario, tieni duro.

mercoledì 27 giugno 2007

Quinto giorno

Oggi va un po' meglio. O almeno non è peggiorato rispetto a ieri. Novità importante: morde! Ci morde le mani mentre lo intubiamo, ha forza e fa male. Stiamo aspettando che il veterinario responsabile ci dia l'ok per provare a nutrirlo.
Da domani intanto si apre, per due ore al giorno, l'accesso al "buco nero" anche al pubblico. Speriamo lascino tanti soldini, queste operazioni costano.
Ancora qualche immagine.

L'ingresso del "buco nero".
Interni del "buco nero".
Faccia di grampo
Finestra sul grampo