lunedì 27 febbraio 2012

Pesca sostenibile in Adriatico

In questo periodo scrivo davvero poco direttamente sul blog, e per fortuna "mi salvo" girando i link agli articoli che pubblico invece in giro per il web. Abbiate pazienza. 
Stavolta vi segnalo un'intervista su Sottobosco.info in cui si chiacchiera di pesca sostenibile in Adriatico. 

Riguardo alla sostenibilità della pesca in generale, vi ricordo anche un vecchio articolo che avevo scritto su CCPB blog.

mercoledì 22 febbraio 2012

Chi aiuta il delfino del Gange?

Un mio articolo pubblicato su scienze-naturali.it:


Un aiuto per il “delfino” del Gange
Non tutti i delfini vivono in mare. Nella grande varietà dei Cetacei si contano anche specie di acqua dolce o di acque intermedie, salmastre. I cosiddetti “delfini di acqua dolce” – il termine non sarebbe corretto in quanto non appartengono alla famiglia dei Delfinidi – sono proprio animali adattati alla vita nei fiumi. Ne esistono specie diverse appartenenti a famiglie... Leggi il resto...

giovedì 16 febbraio 2012

Squali all'attacco

Un mio articolo pubblicato su sottobosco.info:


Attenti allo squalo!
Il fenomeno degli attacchi di squali verso esseri umani non è mai stato veramente tale. Nonostante ogni notizia del genere faccia ovviamente molto scalpore sui media, i numeri degli attacchi di squali sono davvero risibili. Basta dare un’occhiata al sito dell’International Shark Attack File, cioè il registro mondiale degli attacchi, per rendersi conto che si parla di poche decine di casi all’anno, pochissimi dei quali mortali. Dal 2000 al 2011 sono stati registrati in media ... Leggi il resto...

lunedì 13 febbraio 2012

Gli spiaggiamenti in Italia stanno aumentando?

Pochi giorni fa, dopo avere postato su Facebook la notizia di uno spiaggiamento di un delfino, cosa che faccio abitualmente, ma comunque senza nessun impegno o pretesa di completezza, qualcuno si stupiva di quanti spiaggiamenti stanno accadendo. In realtà gli spiaggiamenti di Cetacei in Italia sono un fenomeno "normale". L'Italia ha un'estensione di coste enorme, e sono tutte bagnate da mari in cui la presenza dei Cetacei è regolare, e con diverse specie presenti (nella foto il grampo spiaggiato l'8 febbraio a Milazzo, in Sicilia).

Dunque mi sono chiesto se la sensazione che molti hanno di un aumento negli spiaggiamenti di delfini è, appunto, una sensazione, oppure no.
Sono andato allora a consultare la Banca Dati Spiaggiamenti nazionale. Prima di vedere i dati, è bene descrivere, in breve, come nasce questa Banca Dati. Prendo le parole, direttamente dal sito della Banca:
"La raccolta sistematica di informazioni sugli spiaggiamenti di mammiferi marini sulle coste italiane è iniziata nel 1986 grazie all'impegno del Centro Studi Cetacei e dei volontari ad esso aderenti. Il Centro costituì una rete nazionale di osservatori per tenere sotto controllo le coste e intervenire nel caso di animali spiaggiati [...].
La rete costituita dal CSC è stata per molti anni un importante punto di riferimento e un modello per le reti di monitoraggio di altre nazioni sia nel Mediterraneo che al di fuori di esso. In anni recenti altre organizzazioni hanno incominciato ad occuparsi di spiaggiamenti e a raccogliere dati creando così reti di monitoraggio locali. Questo aspetto ha in parte portato ad una maggiore e più distribuita attenzione per il fenomeno, ma ha anche reso più difficoltosa la centralizzazione delle informazioni, per scopi scientifici, ma anche per le esigenze di controllo del Ministero dell'Ambiente e in particolare dell'Ispettorato Difesa Mare.
Per ovviare a questi problemi, [...] il Ministero ha istituito una Banca Tessuti, presso l'Università di Padova, e un Centro di Coordinamento per la raccolta dei dati sugli animali spiaggiati. Il Centro di Coordinamento per la raccolta dei dati, gestito dal CIBRA dell'Università di Pavia e dal Museo Civico di Storia Naturale di Milano, include una Banca Dati con accesso online. La Banca Dati incorpora i dati pubblicati dal CSC dal 1986 al 2005, georeferenziati, e verificati con le schede originali; incorpora inoltre i dati fino ad oggi pervenuti dai partners del progetto.
La Banca Dati viene infatti continuamente aggiornata con i dati che vengono forniti dalla Banca Tessuti, dalle Istituzioni quali ASL e Capitanerie di Porto, dalla Marina Militare e dalle istituzioni non governative che hanno aderito alla Banca Dati."

A quanto scritto qui sopra va aggiunto che, per ammissione degli stessi gestori della Banca Dati, è possibile che ci siano spiaggiamenti che non vengono segnalati alla Banca Dati. Inoltre, il Centro Studi Cetacei, da quando è nata la Banca Dati, non confluisce più le proprie segnalazioni alla Banca, preferendo pubblicarle a parte. E infatti proprio in questi giorni ha pubblicato un proprio resoconto, con i dati 2006-2010 (per un totale di 140 esemplari, ma che almeno in parte possono essere anche doppi con quelli presenti nella Banca dati).

Chiariti questi aspetti, ecco i dati degli ultimi venti anni, della Banca Dati nazionale:
1992 = 165
1993 = 140
1994 = 123
1995 = 105
1996 = 122
1997 = 148
1998 = 146
1999 = 144
2000 = 151
2001 = 196
2002 = 160
2003 = 134
2004 = 168
2005 = 116
2006 = 84
2007 = 113
2008 = 97
2009 = 72
2010 = 88
2011 = 64

Vediamoli graficamente:


Direi che, anche volendo aggiungere i dati del Centro Studi Cetacei, e altri possibili spiaggiamenti non segnalati, avremmo comunque una linea in discesa o, al limite stabile. Dunque, no, gli spiaggiamenti di cetacei sulle coste italiane non stanno aumentando. Quello che, semmai, sta aumentando, è la diffusione e la possibilità di accesso a questi dati, che grazie a media sempre più presenti e diffusi, e soprattutto al tam tam della rete (social network e no), ornai arrivano a tutti, perlomeno a tutti quelli che hanno un interesse per queste materie. Non più una circolazione fra addetti ai lavori, quindi. Ciò non toglie il fenomeno vada comunque attentamente monitorato. Infatti, ad esempio, se quella linea è veramente in discesa, cioè se si spiaggiano sempre meno animali, quale significato vogliamo dare a questo fatto? Sempre meno Cetacei in mare? O misure di tutela più efficaci? Oppure?

mercoledì 8 febbraio 2012

Il prezzo di una balena

Un mio articolo pubblicato su sottobosco.info:


Quanto costa una balena
Sta facendo discutere, e molto, una proposta di tre scienziati americani, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature. Proposta che, nella sua semplicità, è pure brutale: stabiliamo quanto vale una balena, e poi mettiamole in vendita. Perché mai? Perché in questo modo potrebbero essere acquistate ad esempio dalle associazioni ambientaliste, che poi le proteggerebbero molto di più di quanto possano fare i bandi e le moratorie internazionali. Oppure, ovviamente, potrebbero comprarle una quota dagli stessi cacciatori, evitandone l’uccisione. Prima di inorridire... Leggi il resto...

martedì 7 febbraio 2012

Bella e terribile: la caravella portoghese

Un mio articolo pubblicato su scienze-naturali.it:


Strana, bella e pericolosa: la caravella portoghese
Il nome Sifonofori potrebbe essere sconosciuto ai più. Si tratta di un ordine di organismi marini, che appartengono al phylum degli Cnidari. Questi contengono specie molto più conosciute come per esempio i coralli, le meduse e gli anemoni. I Sifonofori invece sono un ordine a parte, appunto, ed è costituito da organismi molto particolari, che qualcuno definisce come super-individui. In effetti nei Sifonofori si hanno colonie di individui che si sviluppano in maniera molto differente e specializzata, in modo da costituire, tutti insieme, proprio un super organismo. Insomma, sembra un unico animale, ma invece è una colonia di diversi animali, specializzati... Leggi il resto...

venerdì 3 febbraio 2012

Come distruggere una risorsa naturale e perdere 30.000 posti di lavoro

E' stato pubblicato oggi sul blog "Risorse, Economia e Ambiente" un mio articolo su quello che ritengo sia il caso più emblematico di cosa possa significare overfishing, cioè eccesso di pesca. In questo caso: distruggere un'enorme risorsa naturale e bruciare 30.000 posti di lavoro.
E' un po' lungo, ma credo valga la pena leggerlo tutto.


Un caso di overfishing passato alla storia: i merluzzi di Newfoundland
Overfishing (eccesso di pesca), sfruttamento sostenibile delle risorse marine, son termini oggi molto diffusi dal momento che il mare, e in verità il pianeta in generale, sono continuamente saccheggiati e impoveriti di risorse che vengono concepite come infinite, ma che sono invece, ovviamente limitate. Più che tante spiegazioni, possono fare gli esempi di quanto si va dicendo. E una delle storie più emblematiche resta, e forse resterà sempre, quella dei merluzzi di Newfoundland. Cinque anni dopo la scoperta dell'America ... Leggi il resto...

giovedì 2 febbraio 2012

Stenelle in Adriatico, che succede?

Nei 15 anni in cui ho lavorato per Fondazione Cetacea, mi sono "imbattuto" in sole 5 Stenelle striate (Stenella coerulealba). Ovviamente tutte spiaggiate, una ancora in vita e poi morta subito dopo, e le altre già morte. Erano, rispettivamente, nel 1997, 2003, 2005 e due nel 2010.
Cinque in 15 anni sono proprio poche, com'è normale che sia, dal momento che le Stenelle, pur essendo il Cetaceo più comune in Mediterraneo, normalmente non frequentano l'Adriatico, fatto salvo per la zona più meridionale, al largo della Puglia, dove le profondità, oltre i 1000 metri, sono più congeniali a questo delfino pelagico.

Eppure nel gennaio appena finito, ci sono stati ben 4 spiaggiamenti di Stenelle:
- 7 gennaio, Porto Garibaldi (FE)
- 18 gennaio, Lido di Dante (RA)
- 19 gennaio, Pineto (TE)
- 31 gennaio, porto di Ortona (CH)

La seconda è quella che si era spiaggiata viva, ed è stata ospedalizzata da Fondazione Cetacea (qui potete leggere la storia), salvo poi morire il giorno dopo, nonostante gli sforzi.
Dalla Croazia un collega mi scrive che anche loro hanno avuto alcuni spiaggiamenti di Stenelle.
Quelle trovate in Italia avevano, tra le altre cose, problemi gastro-intestinali e tanti vermi (Anisakis) nello stesso apparato (soprattutto nello stomaco).
Altre indagini sono in corso, e speriamo si possa fare luce su questo mistero.