venerdì 30 novembre 2012

Zifio in Adriatico

Mi è tornato sotto mano un articolo che avevo letto di sfuggita e che è datato al 2007. Parla della presenza dello zifio (Ziphius cavirostris) in Adriatico, sottolineando come la sua presenza, sebbene decisamente legata al bacino meridionale, sia comunque da non sottovalutare. Anzi, gli autori, confrontando la percentuale di spiaggiamenti di questa specie, rispetto al totale del Mediterraneo, affermano che l'Adriatico meridionale riveste una certa importanza per lo zifio.

Lo zifio è un cetaceo dal corpo lungo e robusto che può raggiungere anche i 7,5 metri, anche se in genere si attestano sui 6 metri, con i maschi leggermente più piccoli delle femmine. Ha una testa relativamente piccola con la fronte che degrada verso un corto rostro su cui sono localizzati un unico paio di denti, visibili a bocca chiusa solo nei maschi. Ho scritto dello zifio anche qua.

Nell'articolo in questione gli autori, croati e italiani, raccolgono 11 segnalazioni di spiaggiamenti di questa specie, in Adriatico. Una di esse è storica e risale all'ottobre del 1939, mentre le altre vanno dal 1975 al 2004. Cinque di queste sono in Italia, quattro in provincia di Bari e una segnalata genericamente come "costa pugliese".
Da aggiungere che, in un articolo successivo, pubblicato da autori italiani, vengono registrati altri due spiaggiamenti di zifii in Puglia, che sono "sfuggiti" nell'altro lavoro, entrambi del 2003. Siamo dunque a un totale di 14 spiaggiamenti dal 1975 a oggi.

E gli autori hanno dunque ragione a considerare il sud Adriatico come un bacino importante per questa specie.
Scrivono anche che questi dati hanno delle evidenti implicazioni a livello di conservazione della specie, vista la loro presenza in quest'area e la preoccupazione per gli eventi degli ultimi anni, in cui, in diversi parti del mondo, ci sono stati spiaggiamenti di massa di zifii legati purtroppo alle operazioni militari e all'utilizzo di potenti sonar.
Loro lo scrivevano nel 2007, e infatti... Il 30 novembre 2011 tre zifii si sono spiaggiati a Corfù (seguiti poi da altri due in Calabria). spiaggiamenti che sono poi stati collegati, con discreta certezza, con esercitazioni militari presenti proprio in quei giorni, nello Ionio.

Dimenticavo, forse uno zifio o due, qualche tempo fa, si sono anche fatti un giretto più a nord, in Adriatico: guarda qua.

Bibliografia:
ResearchBlogging.org Holcer, D., Notarbartolo di Sciara, G., Fortuna, C., Lazar, B., & Onofri, V. (2007). Occurrence of Cuvier's beaked whales in the southern Adriatic Sea: evidence of an important Mediterranean habitat Journal of the Marine Biological Association of the UK, 87 (01) DOI: 10.1017/S0025315407055075

Pino D'Astore Paola, Bearzi Giovanni, & Bonizzoni Silvia (2008). Cetacean strandings in the Province of Brindisi, Italy, southern Adriatic Sea Annales, Series Historia Naturalis , 18 (1), 29-38

lunedì 26 novembre 2012

Il mio grosso grasso weekend svizzero

Ecco il mio intenso, gustoso, frenetico weekend svizzero:

Sabato:
13:53 - Partenza da Rimini (in treno)
18:15 - arrivo a Lugano
18:30 - corsa in albergo, preparazione della sala
20:00 - cena lampo
20:30 - conferenza (iniziata puntuale, son svizzeri!) "Jack il delfino e altre storie di mare"
22:30 - drink e quattro chiacchiere con alcuni partecipanti
01:00 - nanna
01:30 - telefonata al portiere di notte perché due stanze dopo la mia sembrava di essere al Cocoricò

Domenica:
09:00 - colazione
10:00 - in auto verso la RSI, radio nazionale della Svizzera italiana
11:00 - due interviste alla radio, una sulle tartarughe e una sui delfini
12:30 - corsa in auto verso Ascona
13:30 - pranzo lampo in riva al lago (pizza Margherita da 12,50 euro!! son svizzeri...)
14:00 - preparazione della sala
14:30 - conferenza (iniziata con 5 minuti di ritardo, son svizzeri) "Il mare che non ti aspetti"
16:45 - corsa in auto verso Lugano
17:50 - partenza in treno
22:35 - arrivo a Rimini

venerdì 23 novembre 2012

Sempre più... Svizzera!

Questo è l'articolo sul Corriere del Ticino di ieri. Sta a vedere che è molto più facile (e gratificante)  parlare di mare in Svizzera che in Italia!


giovedì 22 novembre 2012

Nuotare con... le tartarughe?

Questa mi mancava. Mentre sono arci-noti, in diverse parti del mondo, i programmi per nuotare con i delfini (swimming with dolphins), sia in mare aperto che in cattività (o semi-cattività), non sapevo ci fosse anche una proposta di swimming with turtles.
Mi arriva invece, attraverso una lista di discussione mondiale sulle tartarughe, la notizia di questo particolare progetto. Si svolge alle Isole Samoa, e il giornalista australiano che lo segnala, scrive "Recentemente ho visitato una riserva per tartarughe marine, a Samoa. E' più una attrazione turistica che altro, ma i proprietari davvero amano le tartarughe e si impegnano nella conservazione. Pagano i pescatori che accidentalmente catturano tartarughe verdi [Chelonia mydas], e che altrimenti invece le mangerebbero, per portarle alla riserva. Qui le allevano e consentono al Dipartimento della Pesca del paese, di marcarle per poi rilasciarle."

Il giornalista solleva anche dei dubbi se questo sia o meno una forma di sfruttamento degli animali (dice che alcuni visitatori occidentali lo considerano così). Aggiunge anche che l'acqua non sembra pulitissima, e su TripAdvisor ci sono commenti negativi proprio legati alla scarsa pulizia dell'acqua.
In realtà, aggiungo io, un'acqua torbida o verde di alghe non necessariamente è "sporca" (e comunque non sembra così sporca nel video che metto più sotto).
I commenti relativi all'esperienza di nuotare con le tartarughe sembrano invece davvero entusiasti.

Io sono molto perplesso. I soldi che i visitatori pagano (poco: 5 $ gli adulti e 3 i bambini) servono poi per programmi di conservazione? Sì, e quali?

In questo blog si legge che la famiglia proprietaria di questo "laghetto" non sembra saperne molto di tartarughe, non dà nessun tipo di informazioni sugli animali, e anzi vende banane e papaya da gettare alle tartarughe, che le mangiano avidamente: le tartarughe verdi sono prevalentemente erbivore, ma magari banane e papaya non fanno esattamente parte della loro dieta!

In definitiva, mi sembra un'esperienza non troppo edificante, sotto diversi punti di vista, anche etici (è comunque sfruttamento di animali a fini commerciali), e se non siete convinti guardatevi questo album di foto e vedrete a cosa sono sottoposte quelle tartarughe.
Per fortuna resta, per quel che ne so, un caso isolato.


lunedì 19 novembre 2012

La Svizzera mi aspetta

Nel prossimo weekend, come già annunciato, sarò in Svizzera. Sarà un mini-tour fatto di due (forse tre) appuntamenti. Il terzo, la partecipazione a un programma radiofonico, che sarebbe lunedì 26 è in forse a causa di miei problemi familiari. Ma sabato e domenica sarò di sicuro prima a Lugano, e poi ad Ascona, per due incontri. Parlerò di "Jack il delfino" e racconterò il nostro Adriatico.

Devo dire che questi incontri, anche e soprattutto grazie all'infaticabile lavoro dell'organizzatrice, la mia amica Beatrice Jann, della Swiss Whale Society, stanno suscitando molta attenzione, ed è bello che dalla Svizzera mi chiedano tante informazioni e curiosità sul mio lavoro e sull'Adriatico.

A breve dovrebbe uscire un'intervista sul Corriere Ticino, mentre sabato scorso sono stato intervistato dalla RSI, la radio "nazionale" del Canton Ticino. Qui sotto potete ascoltare l'intervista.



Qui sotto le locandine dei due eventi.



mercoledì 14 novembre 2012

Basta con i delfini soldato?

Ho raccontato proprio pochi giorni fa, in questo articolo, dei delfini utilizzati per scopi militari. Bene, a quanto pare, non sarà così ancora per molto. La marina militare americana infatti dichiara che entro il 2017 i delfini soldato saranno rimpiazzati da efficientissimi robot.

Trovare mine collocate sui fondali marini non è impresa facile, ma i delfini addestrati per farlo sono molto abili in questa attività e per questo motivo anche molto preziosi. L'esercito militare americano ha sempre dichiarato che i delfini impiegati in missioni militari erano esclusivamente dedicati ad attività come questa, cioè di localizzazione di ordigni o eventualmente unità o soldati nemici. I marines statunitensi negano dunque che delfini vengano utilizzati per scopi offensivi come colpire un nemico o portare una mina sotto lo scafo di una nave.

In ogni caso, questo impiego dei delfini ha sempre suscitato, per esempio da parte delle associazioni animaliste, ma non solo, vibranti proteste, sia per motivi etici sia per la preoccupazione per la salute e per il benessere degli animali coinvolti.
Ma il mantenimento di questi animali è proprio uno dei motivi che porterebbero all'abbandono di questo programma militare. I delfini, a differenza dei cani utilizzati per scovare le bombe per esempio in Afghanistan (vedi foto), richiedono cure molto più costose (ad esempio, trasportare delfini è molto più complicato e dispendioso di quanto non sia trasportare dei cani), e inoltre necessitano di un ambiente molto particolare: vasche e quant'altro. Infine, al termine della loro attività questi devono essere tenuti "a pensione", laddove un cane andrà invece semplicemente a vivere con suo addestratore. Insomma, stiamo parlando di costi.

Purtroppo però, rimpiazzare le incredibili doti e il sofisticato sonar dei delfini non è facile e non sempre un robot riuscirà a fare quello che questi animali invece fanno. Per questo motivo l'esercito americano sembra già, in qualche modo, mettere "le mani avanti" affermando che è possibile che alcune missioni estremamente specializzate avranno ancora bisogno dell'aiuto dei delfini anche dopo il 2017.
Accidenti. Ci avevamo quasi creduto.

lunedì 12 novembre 2012

Opo, la delfina dei bambini

Nel quarto capitolo del mio libro "Jack il delfino e altre storie di mare" racconto la storia di Opo, una delfina che a metà degli anni '50 era divenuta una vera attrazione turistica locale, per un piccolo paesino del Nuova Zelanda settentrionale.
Un amico mi ha segnalato su Google + questo documentario del 1956, dedicato a Opo. 
Una "chicca" tutta da godere.


giovedì 8 novembre 2012

Sabato, a Bari

Sabato mattina sarò a Bari, per partecipare alla quinta "tappa" della Biennale Habitat 2012, del cui Comitato Scientifico faccio parte.

Qui potete scoprire cos'è e cosa fa la Biennale Habitat.

Qui sotto il programma della mattinata (l'incontro prosegue nel pomeriggio ma con altri temi, che potete comunque leggere qua) che si svolgerà presso il Centro Universitario Sportivo di Bari:

ore 9,30 - Apertura dei lavori
Annika Patregnani - Presidente Biennale Habitat
Prof. Franco Palmirotta - Direttore CEA SOLINIO

Saluti delle Autorità
Prof. Corrado Petrocelli - Rettore dell'Università degli studi "Aldo Moro" di Bari
Dott. Renato Laforgia - Presidente CUS Bari
Dott. Raffaele Sannicandro - Presidente CONI - Assessore Urbanistica Comune di Bari
Dott. Alfredo Malcarne - Presidente Assonautica Regionale di Puglia

ore 10,00 - 
FORUM
 "Formazione e Nuove Professioni"
- Saluti Dirigente Istituto Nautico di Bari e presentazione dell'Offerta Formativa a cura del Prof. De Gigli - con la partecipazione e il coinvolgimento delle scuole medie
- “La formazione velica nel Corso di Laurea SAMS dell'Università di Bari con il coinvolg IV e V delle scuole superiori
"
Prof. Fischetti Univ. degli Studi di Bari - Scienze Motorie
- "La Formazione e le Nuove Professioni della Blue Economy"
Lucio Petrone - Senior Editor di “Nautica”, Nautica Editrice
- "Presentazione libro 'Jack il delfino e altre storie di mare'

Marco Affronte
- "Mediterraneo, un mare di plastica"
Prof. Nicolò Carnimeo - Professore di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all'Università Moro
- Esibizione canora "Mare’"
Scuola Elementare "Gabelli" di Foggia

ore 12,00
- "Video Presentazione del Centro Tartarughe di Molfetta"
- "Il problema delle catture accidentali di tartarughe marine in Adriatico: dati e possibili soluzioni"
Marco Affronte
- "Video Presentazione documentario 'I Delfini di TARAS' (Taranto)
a cura di Jonian Dolphin Conservation

martedì 6 novembre 2012

Delfini armati fino ai denti

Un mio articolo pubblicato su sottobosco.info:

Flipper diventa soldato. I delfini da caccia


Sebbene se ne parli da vent'anni ormai, l’utilizzo di delfini addestrati per combattere nelle guerre dell'uomo è invece più attuale che mai.
E non c'è nemmeno bisogno di andare tanto lontano. Il 5 ottobre scorso, un gruppo di delfini addestrati da un’unità speciale statunitense è arrivato in Adriatico, nei pressi di Tivat, in Montenegro. Per tutto il mese di ottobre questi animali hanno lavorato nella baia di Kotor ad un programma di esercitazioni... Leggi il resto...