mercoledì 28 agosto 2013

Si parla di mare ad Ancona

Per tutta questa settimana, ad Ancona, si svolge il Festival Adriatico Mediterraneo. Un appuntamento annuale che racchiude molti eventi, concentrati in una settimana. Il programma degli eventi della kermesse già in corso lo potete leggere qui.

Nella locandina qua sotto le iniziative principali legati al mare e alla biodiversità.

Nell'ambito del Festival, sabato 31, alle 19,00, presso la Mole Vanvitelliana ci sarà anche la mia conferenza su "L'intelligenza dei delfini". L'ingresso è gratuito. Sarò ospite del CEA La Marina Ecoidee, che organizza la mia conferenza e altre attività all'interno del Festival.




martedì 20 agosto 2013

Scimpanzé e delfini: cervelli fini

Questo libro è uscito nel 2008, negli Stati Uniti, e mi aveva subito incuriosito. Mi ero ripromesso di leggerlo, ma ho sempre rimandato l'acquisto. 
La copertina, così "seriosa" mi faceva pensare a un libro molto tecnico, per addetti ai lavori, non divulgativo. Dunque, essendo anche in inglese (non è mai stato tradotto in Italia) lasciavo la sua lettura per momenti più tranquilli, che poi non arrivavano mai.
Infine, in questa estate di letture e conferenze (anche sull'intelligenza dei delfini) ecco che mi è tornato in mente e finalmente l'ho comprato e letto.

Sorpresa! E' un volumetto di dimensioni tascabili, di circa 300 pagine. Ed è divulgativo. Una divulgazione seria, precisa, rigorosa ma mai pesante. Un libro che si legge molto gradevolmente. 
Gli autori, Maddalena Bearzi (italiana trapiantata in California, ha scritto anche questo) per i delfini e Craig B. Stanford per gli scimpanzé (ma anche gorilla, oranghi e bonobo), raccontano di questi straordinari animali, in modo parallelo (come dice il sottotitolo). I capitoli sono praticamente divisi a metà, scimmie e delfini, e affrontano argomenti che mostrano le caratteristiche sociali, le capacità cognitive, comunicative e culturali di questi due mammiferi, così lontani dal punto di vista evolutivo, ma sorprendentemente così simili per il modo in cui, tramite un'intelligenza di prim'ordine, sono riusciti ad adattarsi ai loro rispettivi ambienti. Il mare e la foresta, i delfini e gli scimpanzé. 

"Beautiful minds. The parallel lives of great apes and dolphins" è una piacevole passeggiata, ricca di sorprese e scoperte emozionanti, sbirciando qua e là nella vita di animali che rappresentano così tanto per l'essere umano, non solo come specie "totem", ma anche come specchio di noi stessi. 
Il libro vi porterà ad entusiasmarvi sempre di più, e a meravigliarvi di quanto via via scoprirete su queste creature, salvo poi, alla fine, lasciarvi nella tristezza e nell'indignazione per quello che stiamo facendo loro e al loro ambiente.
Sapere cosa stiamo perdendo fa ancora più male, ma forse aiuta ad essere maggiormente consapevoli che siamo solo una specie tra le specie. Siamo ancora in tempo?

venerdì 16 agosto 2013

Sorriso di squalo

Per le due conferenze di questi giorni a Museo della Marineria di Cesenatico (a proposito, stasera secondo incontro: Il Mare che non ti Aspetti), ho tenuto i contatti con una collaboratrice del Museo stesso: Elisa Mazzoli. Lei fa un sacco di cose con i più piccoli: scrive libri, organizza serate e incontri, legge e racconta storie. Questo è il suo blog
Appena presi i contatti, più di un mese fa, molto carinamente mi ha mandato un suo libro, "Sorriso di Squalo", visto che il mio primo incontro sarebbe stato sugli squali. Io ne ho letto un po' qua e là, poi l'ho messo via con l'intento di leggerlo insieme a mio figlio di 6 anni.
Ma, dopo la conferenza di venerdì scorso sugli squali, e dopo avere conosciuto Elisa, mi è tornato in mente e così la mattina dopo l'ho iniziato e finito (è un libro per bambini).
Mi è piaciuto molto. La storia è delicata, leggera e dolce, e gli squali entrano nel racconto molte volte, ma quasi a piccoli passi. Non danno mai l'impressione di esserne i protagonisti. Eppure si parla di loro, di come sono fatti, come vivono, e anche di problemi terribili, come il finning (ne ho scritto tante volte, per esempio qua). Insomma piccole e vitali informazioni che i bambini raccolgono seguendo e appassionandosi alla storia, che ha molti spunti carini e dunque coinvolge.
Alla fine c'è persino un personaggio che si chiama Pippo, che "parla e ricorda, e quasi piange quando pensa alla prima tartaruga che ha curato e rilasciato in mare...".

Insomma, il libro vale la pena leggerlo e farlo leggere ai vostri bambini, e io ho voluto approfondire il discorso con Elisa, a cui ho rivolto qualche domanda.

Come ti è venuta l'idea del libro, perché proprio gli squali?
L’editore Coccole Books di Cosenza ha creato una collana di libri di narrativa per bambini, la Coccole Green, tutta dedicata agli animali in pericolo di estinzione. Conoscendo l’ambiente in cui vivo e lavoro, mi hanno chiesto di scrivere un racconto su un animale marino. Io ho scelto subito lo squalo, paragonandolo a tanti bambini che incontro nelle mie esperienze di narratrice e mediatrice culturale per l’infanzia. Bambini che terrorizzano gli altri bambini e gli adulti per il loro essere diversi, ma di cui in realtà non si conosce abbastanza: se si facesse lo sforzo di ascoltarli per capire i loro bisogni e le loro qualità, allora non si manifesterebbero nei loro confronti tanta paura e tanto scherno.
Nel mio piccolo romanzo ci sono due ambientazioni: il fondo del mare dove si svolge la vita di un cucciolo di squalo e della sua mamma, e il mondo terrestre dove la protagonista Greta e il suo nuovo amico Danilo si appassionano di squali, e studiano e cercano e scoprono fino ad arrivare alla conclusione che il vero terrore dei mari non è lo squalo...

Quanto è difficile (o facile) scrivere o raccontare storie per i ragazzini?
Scrivere per bambini non è semplice. Fino ad ora ho scritto una trentina di pubblicazioni tutte per loro (età di riferimento 2-11 anni). Per me questo lavoro è facile nel senso che non ne potrei fare a meno, è quello che mi piace fare da sempre, sin da quando ero piccina sono appassionatissima di lettura e di libri; ma è anche difficile nel senso che è impegnativo, è un mestiere serio perché mi rivolgo a persone che sbocciano, che stanno conoscendo se stesse e il mondo, e devo e voglio essere spiritosa, avvincente, simpatica, ma anche profonda, onesta e leale.
Per aspirare ad essere tutte queste cose bisogna impegnarsi ed esercitarsi molto, confrontandosi quotidianamente con i destinatari delle scritture, i bambini e i ragazzi, a cui non è necessario chiedere di essere sinceri nel loro giudizio: loro sono la bocca della verità, e se hai creato una storia che non li convince te lo dicono immediatamente e senza mezzi termini.

Stiamo facendo abbastanza? Scrivere, parlare, fare divulgazione e educazione basterà a garantirci nuove generazione più consapevoli e più rispettose dell'ambiente?
Credo che stiamo facendo ciò che è necessario, e che se scegliamo il mestiere di educatore e di divulgatore dobbiamo sempre farci la domanda: stiamo rispettando coloro che ci ascoltano e che ci leggono? Siamo onesti con noi stessi e con gli altri? Abbiamo comportamenti coerenti con il messaggio che cerchiamo di trasmettere?
Credo anche che la buona divulgazione si debba accompagnare ad una pratica alta e illuminata di educazione, perché il ruolo principale nel formare le nuove generazioni è quello dei genitori, esempio fortissimo, primario e decisivo per la formazione di qualsiasi individuo.


lunedì 12 agosto 2013

Meduse nel piatto

Pochi se ne sono accorti (Ugo Bardì sì, e ne ha scritto qui), ma la FAO in un report recente si preoccupa delle "esplosioni" di meduse che si verificano nei nostri mari impoveriti dall'overfishing, e consiglia... di mangiarle. D'altra parte, in oriente lo fanno da sempre.
Ne ho scritto in questo articolo per il blog "Risorse Economia Ambiente".

Mangeremo meduse
“Se non puoi combatterle… mangiale!”. C’è scritto proprio così, nel lungo rapporto che la FAO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ha pubblicato la scorsa primavera. Un documento lungo oltre 60 pagine che racconta delle sempre più frequenti e abbondanti “fioriture” di meduse in Mediterraneo, dei danni che possono provocare, a diversi livelli. E di quali rimedi si possano mettere in campo per contrastarle, tra cui, appunto, l’idea... Leggi il resto dell'articolo

venerdì 9 agosto 2013

Squali sul Corriere

Ieri, un bell'articolo di Andrea Rinalidi, sulla pagine bolognesi del Corriere della Sera, sulla conferenza che terrò stasera al Museo della Marineria di Cesenatico. Ingresso libero, non mancate!


mercoledì 7 agosto 2013

Il bello degli squali

Venerdì sera, alle 21,00, vi aspetto al Museo della Marineria di Cesenatico, per parlare di squali.
Lo faremo in maniera un po' di diversa. Perché è vero che nell'immaginario lo squalo è sempre quello, sempre uguale, spesso feroce. Ma esistono più di 450 specie diverse di squali, e hanno forme, dimensioni e colori tanto diversi quanto lo sono gli ambienti in cui vivono e le differenze ecologiche che rappresentano.
Parlerò quindi di squali, di come sono fatti e di come vivono, ma passando spesso per gli “altri” squali: lo squalo tappeto, il taglia-biscotti, il pesce–sega, il goblin, lo "spalline" e altri ancora. Quelli di cui non si parla mai. Quelli che hanno invece caratteristiche così varie, stravaganti e affascinanti che meritano di stare per una volta sotto i riflettori.



martedì 6 agosto 2013

I delfinari e la Brambilla

Il 4 luglio scorso era la giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi marini, qualunque cosa questo significhi.
Il giorno prima, come avrete letto, la sig.ra Brambilla, deputata del PdL, ha annunciato di avere presentato una proposta di legge "per vietare in Italia la detenzione e l'addestramento dei cetacei".
Vietare la detenzione dei Cetacei significa chiudere i delfinari. Ho scritto qui e qui come la penso sui delfinari. In breve, li ritengo sempre più anacronistici, obsoleti, superati. Non hanno più un senso, sono diseducativi. Molti paesi (più della metà), in Europa, se ne sono sbarazzati da tempo. L'uomo ha mille e più modi diversi per divertirsi, modi che non contemplino la sfruttamento e la lesione della dignità di altre creature viventi.
Se però qualcuno, come la Brambilla, mi dice "chiudiamo i delfinari", la mia prima domanda è: dove vanno a finire i delfini che ci vivono dentro? Liberarli in mare non è una soluzione, non sopravviverebbero. Allestire strutture in mare di semi-libertà è costoso, chi paga?

Così, mi sono detto, andiamo a leggere il progetto di legge della Brambilla, e vediamo cosa dice riguardo ai delfini che attualmente vivono nei delfinari italiani.
Sono andato nel sito della Camera dei Deputati, ed eccolo qua. Se cliccate sul link vedrete che il progetto di legge è stato presentato il 21 marzo. Ma se provate a cercare il testo, non lo troverete.
Possibile che non si possa leggere?

Ho chiesto allora al collaboratore di una senatrice del Movimento 5 Stelle di fare qualche ricerca. Ha scoperto che il testo, in effetti, non c'è. E mi ha detto che ci sono due possibilità: o è stato presentato e respinto da chi li esamina perché andava corretto o modificato, oppure è stato presentato e subito ritirato, solo per prenotare "il posto" nella discussione progressiva dei progetti dei legge.

Insomma, di fatto, questo progetto di legge per il momento non si trova, non si può leggere. Eppure, la deputata ne ha fatto di baccano su questa proposta.
Vedremo. Ah, un paio di settimane fa ho anche scritto alla Brambilla, chiedendo se mi mandava il testo. Nessuna risposta.

Nel frattempo, a Rimini...