venerdì 22 luglio 2011

Il temibile squalo tagliabiscotti

Quando tengo lezioni o conferenze sugli squali, una dei momenti che più colpiscono e sorprendono è quando mostro il Cookiecutter shark, letteralmente lo squalo tagliabiscotti. Ne parlo nella parte che riguarda le dimensioni. Faccio notare che non tutti gli squali sono enormi, e che ce ne sono invece alcuni lunghi poche decine di centimetri. Fra questi proprio il famigerato cookiecutter.
Questo piccolo squaletto ha una dentatura molto particolare, come si vede dalla foto, che anche usa in maniera molto particolare. La bocca è circondata da una muscolatura molto potente che gli consente, quando morde, di creare un effetto ventosa, mentre contemporaneamente, affonda i denti nella carne della preda. A questo punto, ecco la tecnica del tagliabiscotti: con la coda dà un colpo che lo fa ruotare su sè stesso, in modo che i denti taglino in maniera circolare un boccone di carne, che viene quindi staccata via dalla preda.
Le prede colpite dallo squaletto, in genere di grandi dimensioni come grossi pesci e delfini, non muoiono ma portano sul corpo tonde ferite, e poi cicatrici, che ricordano lo sfortunato incontro (vedi foto del delfino qui a fianco). Questi “crateri” vanno dai 5 ai 7 cm di diametro.
Questo piccolo squalo (Isistius brasiliensis) vive in acque tropicali e caldo-temperate, sia nel bacino Atlantico che in quello Pacifico, in genere nei pressi delle isole. Di giorno scende a profondità molto elevate, da 1 fino a 3,7 km, mentre di notte risale in superficie, a caccia. Su animali lenti e in difficoltà, magari perchè malati, gi attacchi possono essere numerosissimi. In alcune aree in particolare, possono essere davvero invasivi: ad esempio alle Hawaii praticamente tutte le Stenelle longirostris (delfini) adulte ne portano i segni.
Se già così questo piccolo squalo vi sembra cattivello, pensate che non è tutto: il cookiecutter ha capacità bioluminescenti, cioè il suo corpo riluce nell’oscurità, come quello dei calamari. E probabilmente usa questa caratteristica proprio per nascondersi dentro ai branchi di calamari, aspettando che per esempio un tonno, vi si butti dentro per mangiare, e lui rapido, colpisce.
Se vi è passata la voglia di fare il bagno alle Hawaii sappiate che le notizie riguardanti casi di attacchi a umani sono pochissime. Due casi sono registrati nell’International Shark Attack File, ma sono casi di morsi dati post-mortem (insomma su cadaveri). Il 16 marzo 2009, un nuotatore, proprio alle Hawaii, è stato morso prima al petto e poi, mentre risaliva sulla barca, a un polpaccio. Altri attacchi, sebbene non verificati, sono stati riportati in casi di naufragi, così come un fotografo subacqueo racconta di essere stato attaccato da “pesci lunghi 30 centimetri dal muso tozzo”.
Altro che squalo bianco, occhio al tagliabiscotti!

1 commento:

  1. E ogni tanto se la prende anche con i rivestimenti "gommosi" dei sottomarini ;-) ... anche a Capoverde molti cetacei portano i segni della presenza di questo squaletto. Chi ha mai avuto il piacere dei "cookies" americani, i boscottoni, riesce a capire subito la somiglianza con la forma delle ferite lasciate da questo piccolo ma formidabile predatore!
    Hai visto il video del cane che morde il pesce-cane? ;-)

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