giovedì 5 ottobre 2006

Delfino ti odio/ti amo

Ritorno dopo lunga assenza, l'organizzazione del convegno di cui vi ho parlato nel post precedente mi sta assorbendo moltissimo tempo. Proprio preparando il programma del convegno ho visto che ci sarà una presentazione del CNR di Ancona che si intitola: Competizione uomo-delfino per piccoli pesci pelagici dell'Adriatico. Proprio così, competizione uomo-delfino.
Per quanto adesso ci sia un amore quasi incondizionato dell'uomo verso i delfini, sostenuto da un certo quale fantomatico "legame" fra queste due specie, e forse anche da un senso di colpa per quello che l'uomo ha fatto per anni ai Cetacei, nonostante questo amore dicevo, il delfino è un nostro competitore per le risorse ittiche, e mangia in realtà più o meno lo stesso pesce che noi peschiamo. Così tutte le campagne e i movimenti di opinione attuali, verso gli amici/fratelli delfini, erano veramente poco probabili nemmeno tanti anni fa. Al punto che nel 1939 il Ministero per l'Agricoltura e le Foreste emanò un Decreto che stabiliva una taglia di 50 lire (cioè una settimana di paga di un operaio...) per ogni delfino ucciso; il premio saliva a 100 lire per ogni femmina gravida. Per "certificare" la cattura bisognava consegnare alle autorità la testa e la coda...
Per qualcuno questo diventò persino un mestiere. E' famoso il caso di un pescatore di Cesenatico, detto Brigella, che andava letteralmente a caccia di delfini. Usciva con la sua barca a vela, che metteva all'ancora nelle zone propizie all'avvistamento delfini. Si legava poi una corda in vita e quando il delfino era a tiro vi si lanciava sopra, lo abbracciava in una stretta mortale e lo uccideva a colpi di baionetta militare. Come cambiano i tempi, eh?

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