giovedì 2 ottobre 2008

Un minuto di tristezza

Il video qui sotto dura un minuto esatto. Un minuto per raccontare lo stesso viaggio, dalla California alla Hawaii, fatto una volta nel 1958 e la seconda volta nel 2008.
Nel primo dice che vedevano tanti pesci ogni giorno, e di una incredibile varietà. Nel secondo che per la maggior parte dei giorni non vedevano niente, qualche volta piccoli pesci
Nel primo dice che ogni giorno vedevano squali. Nel secondo, che in tre mesi, hanno visto solo un piccolo mako.
Nel primo dice che ogni giorno raccoglievano plankton. Nel secondo dice che nel retino del plankton, anche mille miglia al largo, trovavano plastica. Nel primo dice che non c'era plastica in mare, nel 1958. L'oceano era pulito.
Un minuto per chiedersi "What have we done to our oceans?". Cosa abbiamo fatto ai nostri oceani?

7 commenti:

  1. Grazie per l'indicazione.
    Il problema agli "addetti ai lavori" è conosciuto, ma come si dice: "un'immagine vale 1000 parole"
    e queste parole e immagini valgono di essere ascoltate e viste
    Buon lavoro!

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  2. Non so Marco, davvero non so piu` cosa dire. Triste, tutto questo e` molto triste ma ti dico la verita`, non nutro grandi speranze riguardo i nostri oceani. La gente, la maggior parte della gente, non avverte il bisogno di cambiare stile di vita. Vado in giro a raccogliere firme per la salvaguardia degli squali ma sono pochi quelli che firmano convinti di fare un gesto importante. Ho sempre l`impressione che mi stiano facendo un favore a firmare quella carta.
    Come si fa a ragionare con persone che ti dicono: "E` vero, non ci sono piu` pesci, pero` l`area marina non la vogliamo perche` cosi` ci fate fare la fame!". La fame? fino a ieri questi signori hanno fatto razzia dei nostri mari per potersi permettere l`ultimo modello audi o mercedes o quel che diavolo sia!
    Come si fa Marco? Io non lo so piu`.
    Ogni serio progetto viene bocciato a livello politico-amministrativo. Non ci sono i soldi ti dicono. La settimana dopo addobbano il paese con fiori freschi per "la notte rosa".
    L`altro giorno le scuole hanno aderito ad un progetto che prevedeva la raccolta dei rifiuti lungo le strade del paese. Bene no?! Il piccolo dettaglio che hanno omesso di dirci e` che i mezzi addetti al trasporto dei rifiuti hanno provveduto, con l`autorizzazione del comune, a lasciare immondizia lungo le strade per i bambini da raccogliere. Tra quei rifiuti mio figlio e altri suoi compagni di scuola hanno ritrovato siringhe usate. Ma dove cavolo viviamo? Questa e` pura pazzia!
    "What have we done to our oceans?"
    My ocean is full of tears
    and my heart is full of pain
    for everything we have destroyed
    will never be the same
    What a terrible shame!

    bacioni sempre
    Christina

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  3. Purtroppo di video così se ne vedono tanti in giro...Youtube ne è pieno.Una volta ho digitato la parola bycatch e non vi dico cosa ho trovato. Per non parlare della mattanza dei delfini in Giappone, le amputazioni delle pinne pettorali che vengono fatte agli squali in America, etc...Da far accapponare la pelle, ho ancora le immagini stampate davanti. Sono problematiche sotto gli occhi di tutto, ma purtroppo non interessa a nessuno cercare di fare realmente qualcosa, o almeno a pochi, troppo pochi.
    NOI, cosa possiamo fare?
    Ilaria

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  4. Cosa possiamo fare noi? Domanda da un milione di dollari! Di questi tempi credo che possiamo fare poco ma, cmq possiamo fare la nostra parte. Come? Semplicemente adeguando il nostro stile di vita alle esigenze del pianeta. Non è semplice. Siamo abituati a non far caso alle nostre abitudini distruttive. Reciclare per esempio; mi ci sono voluti due anni per imparare a reciclare i miei rifiuti correttamente. Adesso però è diventato uno stile di vita naturale. Fa parte della routine giornaliera e la cosa più importante è che anche i bambini lo fanno e, capiscono anche i motivi per cui bisogna fare attenzione a come gettiamo via i nostri rifiuti.
    Su una scala più ampia invece, l'informazione gioca un ruolo fondamentale. La rete è un mezzo potentissimo, mondiale. I blog, i siti sono importantissimi. A volte abbiamo l'impressione che parliamo sempre tra di noi. In verità siamo, forse, in pochi a scrivere le nostre opinioni. Moltissime persone leggono senza dire nulla. Questo è fare informazione libera. E' informazione corretta, senza sfumature.
    Certo, sarebbe auspicabile che il nostro sistema politico prendesse seriamente il tema ambientale dandogli priorità finanziaria ma, considerando lo stato disastroso in cui è caduto questo paese personalmente, non faccio affidamento sullo Stato.
    Scrivo, leggo e quando la situazione lo richiede parlo.
    Qualche volta trovo consensi. Altre volte invece si va allo scontro duro. Chissa? Forse, a forza di macinare, qualcosa cambierà.

    baci
    Christina

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  5. Tutte le volte che vedo immagini simili, o che sento parlare della distruzione degli oceani, non posso fare a meno di rendermi conto ulteriormente della cattiveria dell'uomo, del suo egoismo, della sua voglia sfrenata ed infondata di controllare tutto.
    Dalla terraferma al mare. Senza distinguo e senza pietà.

    Al contrario di alcune persone, credo che una campagna di sensibilizzazione al grave problema, non debba mai venire a mancare. Parlare serve, sempre. La settimana scorsa, durante un concerto musicale di alcuni miei amici, ho avuto modo di parlare della petizione per la protezione del 42% delle specie di squali che nel Mediterraneo rischiano l'estinzione. Ho portato a casa un centinaio di firme. Sono stata contenta di vedere interesse ed entusiasmo. Io non sono un'esperta di squali, sono semplicemente un'appassionata che porta loro grande rispetto. Complimenti ancora per il blog.

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  6. Grazie Francesca,
    e davvero complimenti per la raccolta firme. Cento in una volta... niente male!

    Ho fatto un salto anche sul tuo blog, interessante. E poi parla di squali, quindi per me irresistibile.

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  7. Sicuramente ciò che dico appare nefasto, negativo ma c'è un meccanismo in atto nel nostro paese e se vogliamo, anche a livello internazionale di contrastare iniziative come petizioni e manifestazioni. Parlare in un ambiente predisposto a discorsi di salvaguardia è un conto, girare per le strade a raccogliere firme è un altro. La maggior parte delle persone che incontro non vuole neanche fermarsi ad ascoltare per 5 minuti. Tendono a liquidarti con frasi di circostanza. Non dico che raccogliere firme sia inutile, anzi. Dico semplicemente che bisognerebbe escogitare altri sistemi per far si che a livello politico le firme abbiano realmente una rilevanza tale da cambiare in modo decisivo il corso degli eventi. Ciò che tento di dire è che non mi sembra ci stiano prendendo sul serio. Siamo un timido bisbiglio che naviga in una tempesta.
    Cmq, complimenti per le firme raccolte e per l'entusiasmo con la quale voi giovani vi affacciate lungo questa strada difficile e colma di incertezze.

    baci
    Christina

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