giovedì 19 febbraio 2009

Spiaggiamenti tartarughe nel 2008

Abbiamo visto, la settimana scorsa, come è andato l’anno appena trascorso per quanto riguarda gli spiaggiamenti dei Cetacei sulle nostre coste. E abbiamo notato come, dopo un anno da record quale è stato il 2007, i numeri siano poi tornati alla normalità nell’anno scorso. Possiamo riprendere esattamente lo stesso discorso anche per le tartarughe marine. Anche se qui i numeri sono ben diversi.
Ricordo che per gli spiaggiamenti di Caretta caretta, l’unica specie presente in Adriatico, Fondazione Cetacea copre un territorio che a nord inizia in corrispondenza della foce del fiume Reno, escludendo quindi la provincia di Ferrara, e a sud arriva nelle Marche. I numeri, si diceva: nel 2007 le tartarughe ritrovate sulle nostre spiagge, vive o morte, erano state ben 147. Davvero tante e oltre la media annuale.
Nel 2008 gli esemplari recuperati da Fondazione Cetacea sono stati invece 87. Diciamo che pure essendo valori importanti, quando si sta sotto le 90-100 unità lo consideriamo un’annata buona. La distribuzione lungo la costa non è stata troppo uniforme, con ben 64 esemplari trovati sulla costa emiliano-romagnola, significa in pratica tre su quattro; gli altri (19) erano in territorio marchigiano, con due segnalazioni anche dal Molise e due dall’Abruzzo. Questa alta concentrazione in Romagna si spiega soprattutto, ed è una questione di correnti, con i numerosissimi arrivi nel ravennate. Sono state 44 infatti le tartarughe arrivate da quelle parti, in pratica la metà del totale.
Davvero interessante la distribuzione dei ritrovamenti durante l’anno. E’ vero infatti che il picco resta in estate, con 18 spiaggiamenti a luglio, ma si conferma quello che è ormai è un andamento consolidato da diversi anni, e cioè un sempre maggior numero di tartarughe che restano in Adriatico fino alla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno. Fra ottobre, novembre e dicembre infatti sono ben 29 le tartarughe ritrovate, pari a un terzo esatto del totale. E’ ormai evidente che la stagione delle tartarughe in Adriatico si è allungata di qualche mese rispetto al passato: effetto del riscaldamento?
Le dimensioni di questi esemplari sono molto variabili, anche se la maggiore concentrazione si registra attorno a individui di 50-60 centimetri di carapace, cioè i cosiddetti sub-adulti (le tartarughe di questa specie diventano adulte oltre i 70 centimetri di lunghezza del carapace). Non mancano nel conto totale piccoli individui di 20-30 centimetri, così come bestioni di 90-100 centimetri.
Fra tutte le tartarughe giunte quest’anno sulle nostre spiagge, solo otto erano ancora in vita. Una di queste trovata in maggio dentro al porto di Senigallia, è morta dopo poche ore, senza nemmeno avere la possibilità di ricevere le cure di urgenza. Le altre sette sono state tutte ricoverate all’Ospedale delle Tartarughe di Cetacea. Jack, esemplare trovato in condizioni pietose a Viserbella di Rimini in luglio, è morta dopo una notte, nonostante le cure. Un altro esemplare, altrettanto sfortunato, Hulk, era stato trovato a Lido di Volano (FE), sempre a luglio, ed è morto dopo cinque giorni in cui non aveva mostrato segnali di ripresa.
E’ andata meglio alle altre cinque, Lollo, Pami, Lella, Nicola e Francy che sono state curate e in diversi momenti riportate in mare per riprendere la loro vita selvatica.
Ora in questi momenti di relativa calma, tutti gli sforzi di Cetacea sono impegnati nella realizzazione del nuovo, grande e moderno Ospedale delle Tartarughe, che dovrà essere terminato per la prossima primavera, pronto ad accogliere nuove sfortunate tartarughe, con la speranza che possano trovare qua le cure e l’affetto necessari per tornare in salute e poi, definitivamente, in mare.

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