mercoledì 16 giugno 2010

Ucci, ucci, sento odor...

Il segreto dell'olfatto degli squali

Quando faccio lezioni o conferenze sugli squali mi soffermo molto sui loro organi di senso. Impossibile non farlo, dato che il mondo sensoriale degli squali è ampio e vario, e ai cinque sensi "normali" si aggiunge il senso elettromagnetico, capace di captare i debolissimi campi elettrici emessi da ogni essere vivente.
In genere nella "narrazione" inizio dall'udito, molto sviluppato e che consente allo squalo di sentire suoni a bassa frequenza da distanze molto lontane. Poi arrivo all'olfatto, sofisticato e preciso.

Ora, un lavoro pubblicato su Current Biology il 10 giugno mostra che almeno una parte di quello che si pensava, e che io riportavo, sull'olfatto degli squali non è propriamente esatto.
Gli squali hanno in genere un muso piatto e largo, e le narici sono poste a una certa distanza l'una dall'altra. Questo spazio fra le narici, che sono "costruite" in modo da fare scorrere l'acqua al loro interno per analizzare l'informazione odorosa, si spiega, o si spiegava ,con la necessità di confrontare l'informazione odorosa che giunge alle narici. Lo squalo dunque si sarebbe diretto verso la direzione che corrisponde alla narice che dà il segnale più forte. Ecco, dicevamo, come lo squalo si orienta seguendo la traccia odorosa, anche proveniente da molto distante, e risale alla preda.
Ma lo studio di Jayne M. Gardiner e Jelle Atema ha ora mostrato che c'è un errore in questa rappresentazione. Infatti non è la differenza di concentrazione dell'odore fra una narice e l'altra a dare l'informazione. E' invece una questione di tempi.
In pratica lo squalo riesce a cogliere con quale ritardo un odore colpisce una narice dopo avere colpita l'altra, purchè questo ritardo non sia inferiore a mezzo secondo (!!). Lo squalo dunque orienterà il suo nuoto verso la direzione della narice che ha captato per prima l'informazione. In questo modo, con aggiustamenti successivi, raggiunge la fonte dell'odore, e dunque la preda.
Se il tempo che passa fra l'attivazione di una narice rispetto all'altra è inferiore a mezzo secondo, le probabilità che lo squalo vada a destra o a sinistra sono identiche. Ma non prosegue diritto, o va da una parte o dall'altra, in questo modo prima o poi le due narici verranno colpite dall'odore in tempi diversi, superiori al mezzo secondo, e lo squalo si orienterà.

L'idea che fosse la differenza di concentrazione dell'odore fra le narici a fare la differenza, non può funzionare, spiegano i ricercatori, perchè in un mezzo fluido come l'acqua la dispersione delle particelle odorose "è incredibilmente caotica" e il flusso di queste particelle è irregolare, con picchi e vuoti, dunque inutile per dare informazioni sulla provenienza.
La scoperta è interessante e mostra da una parte quali macchine biologiche meravigliose siano questi animali (ma lo sapevamo già) e dall'altra quanto ancora abbiamo da scoprire su di loro. Ne avremo il tempo, prima che riusciamo a cancellarli dalgi oceani (circa 100 milioni di squali vengono uccisi ogni anno)?

4 commenti:

  1. Che macchine da guerra, fantastici!

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  2. Articolo bellissimo. Posso condividerlo sul mio spazio?
    Ovviamente, non mancherò di citar la fonte! :)

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  3. @Il Re del Mare: ovviamente sì! Grazie.

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  4. Ho letto la risposta solo adesso. appena possibile, pubblicherò tutto.
    Grazie mille davvero!

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