sabato 1 giugno 2013

I miei libri

Mi sono laureato nel 1992, a marzo, e ho scritto la mia tesi di laurea a cavallo fra il '91 e il '92. Era un periodo pessimo, mio fratello aveva gravissimi problemi di salute, e io scrivevo soprattutto di sera o di notte. L'ho scritta tutta su un Commodore 64. Chi se lo ricorda?
Avevo scelto una tesi semplice, perché sapevo che, dato il periodo, avrei avuto poco tempo. Mi ricordo benissimo la sera, poi diventata notte, in cui, con una rumorosissima stampante ad aghi, ho stampato da solo la copia che il giorno dopo avrei dovuto consegnare prima in copisteria e poi in legatoria. Appena ho avuto in mano il pacco dei fogli freschi di stampa, con titolo, indice e tutto il resto, ricordo di avere pensato: "in pratica, ho scritto un libro. Cioè, se raccogli, metti insieme e dai forma a tante informazioni, puoi farci un libro!" Fu un'illuminazione.

Qualche anno dopo, verso la fine degli anni '90, quando la mia passione per gli acquari era ancora molto viva, e anche quella per l'etologia, mi venne in mente di scrivere un paio di articoli, appunto su cenni di etologia applicati a quello che si poteva osservare in un acquario. Ne vennero fuori invece quattro articoli, lunghi e sostanziosi, che inviai alla rivista "aquarium". Con mia grande sorpresa mi risposero che erano un po' fuori dai canoni della rivista, ma che li avrebbero pubblicati. Grande soddisfazione e voglia di fare di più. Mi pagarono anche, ma non in moneta, ma con un bel pacco di libri (sugli acquari).

Cominciai così a raccogliere il materiale per un libro, perché no? dedicato ai miei pesci d'acquario preferiti, i Labirintidi. Chiesi alla casa editrice Primaris, la stessa che pubblicava "aquarium", se sarebbero stati interessati e non solo risposero di sì, ma mi mandarono 4 o 5 libri di una collana di guide che stavano pubblicando, per farmi un'idea di come concepire il lavoro. Mi misi sotto a raccogliere la bibliografia, e poi a scrivere. Nel 2000 vidi pubblicato il mio primo libro, dal titolo, ostico per chi non sa di acquari "Trichogaster & co." Quando me ne spedirono alcune copie a casa, fu un'emozione straordinaria. Avevo scritto un libro! Aggiungo che nei mesi successivi cercai, invano, di farmi pagare il compenso dovuto. Non ce l'ho mai fatta...

Nello stesso periodo, lavorando in Fondazione Cetacea, ero impegnato in un progetto Life, dedicato alle tartarughe, e il mio nome venne fuori come "uno dei principali esperti italiani". Mi chiesero dunque di scrivere su commissione, un libro sulle tartarughe marine, l'unico mai pubblicato in Italia. Accettai volentieri. Il libro era di 6 capitoli: quattro affidati a me e due ad altri due autori. Nel 2001 esce "Tartarughe marine: biologia e conservazione", insieme a un altro libretto: "Manuale pratico per il recupero delle tartarughe marine".

Ci avevo preso gusto, ma non è che tutti i giorni qualcuno ti viene a cercare per affidarti un libro da scrivere, così qualche anno dopo, avendo collaborato, per lavoro, con una responsabile del settore scuola della casa editrice Giunti, pensai di chiamarla e dare la mia disponibilità "se avessero avuto bisogno di un autore". Beh passarono nemmeno due mesi e ricevetti una mail che mi chiedeva se avevo tempo di lavorare a un progetto per loro. Il compenso era buono, il lavoro nemmeno troppo impegnativo, ma i tempi erano stretti. Accettai comunque senza esitare. Mi mandarono loro tutto il materiale da studiare, e l'impostazione del lavoro. Un paio di mesi e avevo finito "Maneggiare con cura. La Provincia di Firenze per un ambiente migliore", un libro dedicato solo alle scuole di Firenze. Era il 2004.

Ormai ero pronto per un salto un po' più alto, un libro tutto mio. Non solo pensato e scritto da me, ma le cui storie facessero parte della mia vita. A dicembre 2005 avevo iniziato questo blog, che allora si chiamava Storie di Mare, e scrivevo diversi articoli per la rivista Cetacea Informa. Cominciavo così ad avere un po' di materiale e un'idea che prendeva forma. Lavorai per circa un annetto, in genere la sera tardi, dopo avere messo a letto i bambini. Scrivo molto lentamente e con grande fatica, era così e così è ancora. Per fortuna però quello che butto giù ha già una forma che richiede, dopo, ben poche revisioni. Dunque la stesura è lunga, ma la revisione abbastanza veloce. In ogni caso, finito il manoscritto, e passato al vaglio dalla mia correttrice di bozze severissima (mia moglie), dovevo ora trovare un editore. Faccio le canoniche spedizioni, diverse, a diverse case editrici piccole e grandi, e due mi rispondono di essere interessate. Una delle due, Magenes di Milano, mi promette anche tempi di pubblicazione abbastanza rapidi. Accetto e firmo il contratto. A giugno 2007 esce "Il mare che non ti aspetti". La soddisfazione è pari, se non superiore a quella del mio primo libro. Per giorni cammino letteralmente senza toccare terra. Poi comincio anche le conferenze in giro per l'Italia a presentarlo. L'affetto per questo libro resta speciale, ancora oggi ogni tanto lo tiro giù dalla libreria e me lo sfoglio.

Mi prendo un anno di pausa (ma scrivo comunque per il blog e articoli da pubblicare qui e là) poi è ora di ricominciare con un altro viaggio, un'idea nuova. Raccontare il rapporto tra uomini e Cetacei, attraverso delle storie vere. Per mesi non scrivo una parola al pc, ma leggo pile di libri e documenti, e riempio fogli di appunti. Poi passo alla scrittura, ancora una volta abbastanza lunga. Il libro mi cresce sotto le mani, e alla fine è più del doppio de "Il mare che non ti aspetti". Mia moglie legge, corregge e mi dà l'ok. Si parte per cercare l'editore. Questa volta punto in alto e contatto anche quelli grossi. Cerco sul web le modalità di invio dei manoscritti, editore per editore. Compresa la Mondadori, che non dà né email, né indirizzo postale, ma solo un telefono. Li chiamo, spiego chi sono, e la redattrice al telefono mi dice: "mi racconti il suo libro in poche parole". Non me l'aspettavo, improvviso e non va neanche male, ma non sono interessati perchè il libro è "di nicchia". Dopo mesi che ho inviato i manoscritti, telefono infine a Magenes, e sì, sono interessati a ripubblicarmi, ma i tempi sono lunghi. Ok, aspetto. Dopo un paio di mesi però, e a sei mesi di distanza dalla mia mail, mi contatta la Giunti: anche a loro interessa il libro, ma sapranno dirmi un sì o un no (dipende dal comitato editoriale), solo a giugno, e siamo a gennaio. Mi chiedono se il libro è disponibile o l'ho già dato a un altro editore. Che faccio? Chiamo Francesco Altieri di Magenes, gli racconto del contatto con la Giunti, e lui, squisito come sempre, mi dice "Sei pazzo? Accetta!! Non hai un'idea di cosa voglia dire lavorare con una big!" Così mi spertico in ringraziamenti e con la sua benedizione, mollo Magenes e dico ok alla Giunti, in attesa però del verdetto di giugno. Che arriva, insieme alla conferma: lo pubblicano. Passa ancora più di un anno, in cui lavoriamo alla fase editoriale, ma più che altro aspettiamo i loro tempi.

Nel frattempo, per non restare con le mani in mano, raccolgo tutti gli articoli che nel frattempo ho scritto per un quotidiano e altre riviste, e decido di "farmi un libro da solo". E' la strada del self-publishing, l'editoria del futuro. Faccio tutto io, metto insieme il libro, lo impagino, lo trasformo in ebook e lo metto in vendita online. E' l'estate del 2011, e nasce "Viaggio Adriatico". Più tardi lo trasformerò, sempre facendo tutto da solo, in libro anche cartaceo, tuttora in vendita in tutte le librerie online.

Un anno dopo, a settembre 2012, è ormai maturo anche il libro con la Giunti: finalmente esce "Jack il delfino e altre storie di mare". Tocco con mano cosa significa lavorare con una grande casa editrice. Il libro è ovunque, e amici da tutta Italia mi chiamano e mi scrivono per dirmi che l'hanno visto in libreria. Fantastico.

E adesso? Adesso un'altra idea ha preso forma, e da qualche settimana ho cominciato a buttarla sulla carta. Ho poco tempo e vado piano, come sempre. Ma intanto il libro nella mia testa c'è, ha piantato il suo seme. L'albero, come sempre, crescerà un po' diverso da come me l'aspetto, ma è ancora presto per capire come sarà. Bisogna avere pazienza, e farlo crescere poco a poco. Arriverà anche il suo momento.

1 commento:

  1. Che bella storia anche questa che ci racconti!
    Aspetto con ansia questa nuova idea!

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