sabato 12 luglio 2014

Un naturalista al Parlamento Europeo

Sono atterrato a Bruxelles, per la prima volta di questa nuova avventura, il 9 giugno. È passato dunque un mese, più o meno. Un mese molto intenso, ricco di mille cose nuove. Riunioni, incontri, burocrazia, viaggi, moduli, smarrimenti (i due palazzi del PE sono enormi labirinti).
La situazione, caotica, migliora piano piano ma l'effetto di trovarsi su un altro pianeta resta forte. Passerà. Soprattutto con il lavoro, che è già tanto ma che non è ancora del tutto entrato nel vivo. Il vivo sono le commissioni.

Io, come avevo chiesto sin da subito, sono entrato come membro titolare nella commissione PECH (Pesca). Sono anche titolare nella ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare), una delle più grandi, e importanti, direi. Non è usuale che un deputato entri a pieno titolo in più commissioni (si può partecipare ai lavori anche come membri "supplenti"), ma noi del M5S lo abbiamo fatto tutti, per lasciare scoperte meno commissioni possibile.

Ci sarà tanto lavoro da fare, ma la sfida è stimolante.
In settimana intanto ho incontrato Isabella Lövin, deputata svedese dei Verdi, e già al suo secondo mandato in commissione Pesca. Il suo libro, "Silent seas", uscito nel 2007 ha vinto un sacco di premi e grazie a questo le è stato chiesto di candidarsi, lei è una giornalista, per il Parlamento Europeo, nel 2009. È stata eletta allora, e di nuovo adesso.
È stato un incontro interessante, penso che lavoreremo bene insieme. Per loro è strano e... promettente che un biologo marino entri in quella commissione (non è che sia successo spesso...) e dove tanto si decide del futuro del nostro mare.
È la stessa aspettativa che hanno molti di quelli che mi contattano, e dunque è una bella responsabilità. 
Al lavoro.


domenica 1 giugno 2014

#eurodep

E rieccomi qua.

Poco meno di un mese fa avevo salutato dicendo che, essendo impegnato nella campagna elettorale, non avrei aggiornato il blog.
Adesso torno e... tutto è cambiato, visto che sono effettivamente stato eletto al Parlamento Europeo.

Questo blog è nato alla fine del 2005. All'inizio si chiamava Storie di Mare e aveva un indirizzo diverso. Quando, a fine 2011, ho lasciato Fondazione Cetacea, per la quale ho lavorato 15 anni, ho deciso di personalizzarlo un po': l'ho spostato sul dominio marcoaffronte.it, e gli ho cambiato nome. Da libero professionista, mi serviva una "visibilità" diversa.

Ora mi aspettano cinque anni di un impegno molto particolare. Anche se al Parlamento Europeo cercherò di portare comunque le mie tematiche, le mie sensibilità e competenze, le mie battaglie di sempre. Prima di tutto, il mare e l'ambiente.

Dunque questo luogo cambierà ancora, anche se al momento non so bene come.

Voi, se volete, continuate a seguirmi. E grazie, sempre grazie.

giovedì 8 maggio 2014

Assente giustificato

Lo so, stavate già pensando che il blog fosse defunto. Non scrivo da tempo.
E' che mi sono buttato in una nuova avventura, molto molto impegnativa, anche se appagante e che dà molte soddisfazioni. Sono infatti candidato alle elezioni del Parlamento Europeo.
Ho pensato che avrei potuto provare a portare le mie battaglie per l'ambiente e la conservazione anche là dentro. O almeno ci provo. E dunque eccomi qua, a dedicare tutto il mio tempo a questa "impresa", lasciando le briciole al resto.
Tornerò da voi, potete contarci, dopo il 25 maggio. Nel frattempo, se abitate in Emilia-Romagna, Veneto, Trentino o Friuli, potete anche votarmi, volendo (se lo fate, ricordate di scrivere il mio cognome sulla scheda, barrando il simbolo del Movimento 5 Stelle).

A presto!




mercoledì 16 aprile 2014

La comunicazione nei casi di emergenza in ambiente marino

Vi segnalo un corso di formazione che terrò insieme a Elisabetta Mutto Accordi, un'esperta di comunicazione.
Il titolo è "La tutela dell’ambiente marino nei casi di emergenza: la comunicazione come strumento di intervento, garanzia per la pubblica sicurezza e sensibilizzazione" e si terrà il 16 maggio a Porto San Giorgio (sarà ripetuto anche il 13 giugno a Cesenatico).
Il corso è stato studiato ed ideato per fornire gli strumenti necessari a gestire in modo efficace la comunicazione nei casi di emergenza in ambiente marino. È rivolto dunque a tutte le figure professionali potenzialmente coinvolte nelle procedure di intervento. Lo scopo è quello di favorire la buona riuscita delle operazioni, la tutela degli ecosistemi, la sicurezza pubblica e la sensibilizzazione dei cittadini.
Il corso è realizzato in collaborazione con il CEA "La Marina Ecoidee".



venerdì 11 aprile 2014

A spasso nella marineria

Questa mattina, nell'ambito del progetto Rimini Soul Mare, ho accompagnato 43 bambini di terza elementare, a conoscere il porto e la marineria di Rimini. E' stata un po' una scommessa, perché sono tematiche che amo molto ma delle quali non sono propriamente un esperto. Ho dovuto studiare un bel po' (però con grande soddisfazione) e costruire un percorso che comprendesse storia e presente, notizie, curiosità e informazioni che pochi conoscono davvero, e figuriamoci i bambini.
Siamo partiti dai cantieri navali (non siamo entrati però), poi alla darsena a visitare la barca storica "Amarcord", grazie all'Associazione "Vele al Terzo", poi di nuovo sul lungo porto e via verso il mercato ittico, che abbiamo potuto visitare grazie al direttore, sig. Capello. 
Poi lunga passeggiata alla scoperta dei pescherecci (strascico, volanti, turbosoffianti, eccetera), pausa al ponte della Resistenza, e poi giù fino al Faro, con cenni di storia del porto di Rimini, una storia lunghissima e varia, e interessantissima per il rapporto "contrastato" e problematico con il fiume Marecchia.
I bambini, della scuola il Cammino, sono stati grandiosi. Hanno camminato per tre ore, e per più di 2 km, sempre attenti e curiosi. Credo si siano divertiti e di certo hanno scoperto e imparato un sacco di cose che hanno sotto agli occhi da sempre, ma che non conoscevano.
Io ho vinto la mia scommessa: raccontare il porto e la marineria ai bambini si può fare ed è molto divertente.

giovedì 27 marzo 2014

A lezione di Squali e Cetacei

Venerdì 6 e sabato 7 giugno, terrò due seminari, uno sulla biologia dei Cetacei e uno sulla biologia degli squali, a Porto S. Giorgio, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale "La Marina Ecoidee".




sabato 8 marzo 2014

Orche: fine dello spettacolo?

Credo che pochi, onestamente, avrebbero potuto prevedere gli effetti che il film-documentario "Blackfish" sta avendo sulla questione della cattività delle orche. Ne ho scritto anche qua
Il mio pensiero, forse più una piccola speranza, è che "Blackfish" ha trovato un terreno favorevole. Cioè è arrivato al momento giusto. Un momento in cui ormai molte persone si chiedono che senso abbia continuare a tenere Cetacei in cattività, e orche in particolare. Dove sia la tanto sbandierata utilità dal punto di vista educativo e scientifico, e quanto sia invece decisamente poco etico e morale, rispetto a standard morali che non sono decisamente più quelli di 30 anni fa.

Un ulteriore effetto del film, non da poco, e di cui si parla molto in queste ore, è una proposta di legge della California, dichiaratamente ispirata al documentario, che di fatto vieterebbe la cattività delle orche in quello stato. Qui potete leggere il documento completo. Qui la notizia riportata dalla CNN.

La proposta di legge, decisamente di difficile applicazione, non gira troppo intorno al problema. Al primo punto leggiamo infatti:
"E' illegale per chiunque mettere in atto una delle seguenti operazioni:
(1) Tenere in cattività, o usare, un'orca catturata in natura o nata in cattività, a scopo di intrattenimento;
(2) La cattura nelle acque dello Stato, o l'importazione da un altro Stato, di qualunque orca destinata a essere utilizzato per scopi di intrattenimento.
(3) Fare riprodurre o fecondare un'orca in cattività.
(4) Esportare o importare da un altro Stato sperma, altri gameti o embrioni di orche in cattività, per fini di fecondazione artificiale."

La proposta scrive anche che le orche attualmente in cattività dovrebbe essere riabilitate per il loro ritorno in mare. Quando questo non è scientificamente possibile (non lo è praticamente mai), andrebbero trasportate in appositi recinti in mare, aperti al pubblico, ma senza effettuare spettacoli. Finché tali recinti non saranno stati approntati, le orche già in cattività possono stare dove sono già adesso, ovviamente stanti i punti di cui sopra (no riproduzione, no spettacoli, ecc.).

Non è chiaro, e credo che sia uno dei punti debolissimi della legge, chi dovrebbe costruire questi recinti, chi dovrebbe farsi carico del mantenimento delle orche nei recinti, e tutto ciò con quali soldi.
Per questo, e credo non solo per questo, dubito che un atto del genere possa essere approvato ma, almeno da punto di vista mediatico, è un altro potente pugno nello stomaco per il SeaWorld e per l'impresa dei delfini in cattività.

Altri due stati americani, in passato avevano legiferato contro la cattività delle orche, South Carolina e New York, ma erano gesti simbolici, visto che in quegli stati non ci sono orche. In California invece c'è il SeaWorld, con le sue dieci orche. La battaglia continua, dunque.