giovedì 14 agosto 2008

La "balena immaginaria"

Ho letto di recente, e si vede che non avevo molto da fare in quel momento, un articolo di un (immagino) ricercatore giapponese, Motohiro Kawashima, dal titolo "The imagined Whale: how the media created a sacrosant creature". Pubblicato sulla rivista The Essex Graduate Journal of Sociology, l'articolo parla di come noi occidentali abbiamo negli anni costriuto un'immagine dei Cetacei (la imagined Whale, appunto) mitologica e iperreale che non ha più nessun legame con la realtà dei fatti. La realtà dei fatti è che le balene sono animali come gli altri, dunque cibo, dunque cacciabili.
Questo processo ha avuto quattro fasi:
1. L'immagine è il riflesso della realtà. Prima degli anni sessanta secondo l'autore le balene non erano altro che "grossi pesci che producevano tanto olio e carne" e avevano lo stesso appeal estetico "di un gigantesco maiale"...
2. L'immagine maschera e contorce la realtà. Negli anni '60 con l'uscita del film e dei telefilm di Flipper, comincia a crearsi nell'immaginario l'idea dei delfini come animali belli, amichevoli e intelligenti. Insieme a questi anche i documentari di Costeau hanno dato una grossa mano a questa idea.
3. L'immagine maschera addirittura l'assenza di una realtà di base. Qui tutto gira attorno all'incursione, andata sui media di tutto il mondo, di due o tre gommoni di Greenpeace che il 27 giugno 1975 fronteggiarono una baleniera russa. Uno dei gommoni si mise fra la nave e un gruppo di capodogli. La nave russa, nonostante ciò, sparò un arpione che volò sulle teste dei pirati di Greepeace, e colpì un capodoglio. Il fatto in sè sarebbe stato insgnificante, dice l'autore, se non fosse che tutto era stato orchestrato da Greenpeace perchè venisse ripreso dalle tv di tutto il mondo.
4. Infine, l'immagine diventa un simulacro di per sè stessa, e non ha più a che fare davvero con la realtà. Qui l'esempio è il film Star Trek IV: The Voyage Home del 1986. Non ho visto il film ma l'autore racconta che degli alieni (con una sonda a forma di balena, dice) vengono a comunicare con le megattere, che però sono estinte dal 21esimo secolo. Dunque vengono riportate avanti nel futuro e insomma salvano la terra diventando figure mitologiche se non divine.

Insomma l'articolo è abbastanza divertente e persino condivisibile in alcuni punti (es. la forza dei media e la distorsione della realtà operata da questi). Ma il messaggio e i presupposti sono sbagliati. Insomma qui si dice che tutto il mondo (a esclusione di giapponesi, norvegesi e pochi altri) è incantato e reso ebete da questa immagine delle balene che ci siamo creati e dunque non si può che essere contro la baleneria...
Ovviamente nessun cenno al fatto che proprio per colpa della baleneria, molte specie di Cetacei hanno fronteggiato, e alcune mai si sono riprese, una crisi e un impoverimento delle popolazioni drammatico. La baleneria non può riprendere perchè è una pratica crudele e comunque è la risorsa stessa ad essere esaurita o vicino all'esaurimento. E questo a prescindere che noi si veda la balene come creature incantevoli e bellssime.

2 commenti:

  1. evidentemente sentono il bisogno di assoluzioni...
    excusatio non petita accusatio manifesta...

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  2. Strumentalizzazione atta a giustificare azioni barbariche. A chi vuole darla a bere questo Motohiro Kawashima? Le sue deduzioni analitiche semplicistiche non hanno nulla a che vedere con la baleneria.
    Divertente pero', ci provano in ogni modo.....

    bacioni
    Christina

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