giovedì 6 novembre 2008

Argonauta

Due settimane fa, sul quotidiano La Voce è stata riportata la notizia che all'interno della darsena di Rimini era stato ritrovato un organismo marino che poteva essere un Argonauta.
Difficile dalla foto stabilire cosa fosse, ma la notizia ha comunque portato all'attenzione uno degli organismi più particolari che vivono nei mari temperati, compreso l'Adriatico, l'Argonauta appunto. Il nome scientifico completo è Argonauta argo, ed è quasi un animale mitologico. Innanzitutto va detto che questo Mollusco gasteropode (cioè parente stretto di polpi e seppie) è famoso fra le altre cose per la sua meravigliosa conchiglia. Solo che non è una conchiglia...
Andiamo per ordine. In questa specie c'è un forte dimorfismo sessuale, cioè una notevole differenza fra le caratteristiche della femmina e quelle del maschio. Quest'ultimo infatti è circa venti volte più piccola della femmina, infatti possono raggiungere rispettivamente 1 centimetro di lunghezza lui e 20 centimetri lei.
L'altra differenza fondamentale è che la femmina è in grado, tramite un secreto che esce da alcune ghiandole poste sul primo paio di braccia o tentacoli, di costruire una conchiglia appunto, che è fatta di materiale calcareo ed è più o meno trasparente. Questa meraviglia, per trovarne una in spiaggia da noi bisogna essere molto ma molto fortunati, non serve a proteggere il corpo dell'animale, ma viene usata invece per contenere e dare a riparo alle uova. Ecco perchè non si può definire conchiglia ma tecnicamente viene detta “ooteca”, cioè contenitore di uova.
Il maschio non ha l'ooteca, in quanto ovviamente le uova sono prodotte dalla femmina. Esso inoltre, come detto, è piccolissimo e assomiglia a un polpo in miniatura, ma con un braccio lunghissimo (ectocotile) che serve durante l'accoppiamento per portare lo sperma dentro la cavità del mantello della femmina. Ma le stranezze non finiscono qui, perchè a questo punto il braccio si stacca e può sopravvivere per diversi giorni dentro la femmina. In effetti in passato fu molto spesso confuso con un parassita. Per i motivi suddetti, per secoli si sono conosciuti esclusivamente esemplari femmine, dei maschi non si sapeva niente.
Questi animali vivono un po' in tutto il Mediterraneo anche se non sono così comuni. Conducono una vita pelagica, cioè si lasciano galleggiare in balìa delle correnti, in genere sotto costa. A volte possono dare aggregazioni e pare che nell'Adriatico settentrionale ce ne sia stata una vera invasione, nel 1936.
Si cibano principalmente di piccoli pesci e di plancton, ma anche di crostacei e piccoli molluschi.
Nell'antichità incontrare un argonauta era ritenuto il più favorevole degli auspici, perché orientava la rotta e assicurava un viaggio sicuro, essendo riconosciuto come la conchiglia degli dei. Il poeta greco Oppiano ne parla così: "O creatura marina giustamente cara ai naviganti, la tua presenza annuncia i venti dolci e amici; tu riconduci la calma del mare e ne sei il segno".
Infine, il nome Argonauta venne dato a questa specie da Carlo Linneo che per primo lo descrisse nel 1758: era il nome che nella mitologia greca era attribuito ai 50 eroi guidati da Giasone sulla nave Argo alla ricerca del Vello d'Oro.

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