martedì 16 novembre 2010

Come va l'Adriatico? Non c'è male, grazie.

Venerdì scorso sono stato alla annuale conferenza stampa della struttura oceanografica Daphne II. Il tema è come ogni anno, lo stato delle acque marine costiere dell'Emilia-Romagna. La Daphne è una nave oceanografica, con un Centro Ricerche Marine alle spalle, che si occupa principalmente di monitoraggio delle acque. Sul sito dedicato potete vedere tutte le attività che svolge, e anche i bollettini aggiornati, settimana per settimana. Da questo punto di vista direi che questa Regione è primatista, per il numero e la regolarità dei controlli effettuati ,(41 stazioni di monitoraggio distribuite dal delta del Po a Cattolica e da costa a 10 Km al largo ) e anche per lo "storico" ormai raccolto, visto che il monitoraggio è iniziato dal 1977.

Tornando alla conferenza stampa, e allo stato del mare, il relatore, Attilio Rinaldi direttore della struttura, fa subito notare nelle premesse come le condizioni del nostro Adriatico, e maggior ragione della parte nord occidentale, siano legate agli “umori” del Po. La qualità e la quantità delle acque dolci del grande fiume, hanno ripercussioni a diversi livelli su quello che succede in mare, e in particolare davanti alle coste dell'Emilia-Romagna. Le acque dolci, più leggere di quelle salate, “pattinano” su queste ultime, scivolando verso sud anche a diversi chilometri di distanza.

E quest'anno il Po ha portato 1768 metri cubi d'acqua al secondo, molto di più della media annuale, di 1490 metri cubi, calcolata sul periodo 1917-2009. Queste acque dolci, soprattutto il picco di fine primavera, ha portato a stratificazione delle acque in estate e oltre, con carenza di ossigeno sul fondo. Ecco che i pescatori si lamentano dell'assenza delle triglie: i pesci di fondo, non trovando più molto cibo, morto per la carenza di ossigeno, si spostano da altre parti (nelle Marche e in Abruzzo, le triglie c'erano).

Rinaldi ha anche citati i bruschi cali di temperatura di inizio anno, che hanno causato la “famosa” moria delle alacce, e lo spiaggiamento, nei primi giorni di marzo di ben 11 tartarughe, recuperate e ricoverate da noi di Fondazione Cetacea.

Altro fenomeno rilevante, la moria delle telline (Lentidium mediterraneum) a maggio e giugno sulle spiagge riminesi, le quali morendo e andando subito in decomposizione sulla spiaggia, hanno causato tanti fastidi ai turisti che si lamentavano del cattivo odore. Eh sì, a noi piace la natura... liofilizzata: inodore, pulita, asettica. Tra l'altro, proprio a causa di questi disagi, le conchiglie morte venivano rimosse dalla spiaggia, con i camion, e Rinaldi faceva notare come la sabbia delle nostre spiagge sia costituita anche da conchiglie triturate, e dunque come sia importante invece non portare via le conchiglie.

Tutto sommato comunque un quadro generale non troppo negativo, anche se la Daphne si occupa di aspetti particolari, importanti certo, ma che non toccano la situazione che dipende da altri tipi di problemi: la pesca eccessiva, il traffico navale, certi inquinanti. Prima di dire che in Adriatico va tutto bene, ce ne vuole; e in effetti nessuno lo ha detto.

1 commento:

  1. Salve,
    credo che questi due video realizzati da me possano contribuire a far emergere alcuni problemi del nostro amato mare. Una voce diversa, critica ma libera di porre problemi nella speranza che chi più preparato in materia ambientale di me possa affrontare e trovare eventuali soluzioni al problema. Gli operatori turistici locali non ne vogliono sapere di affrontare il problema, meglio rimanere con la testa sotto la sabbia. Perchè per parlare di inquinamento in Romagna serve coraggio....

    Grazie del prezioso tempo a me dedicato.
    Giorgio Venturi
    LaVoceRomagnola

    http://www.youtube.com/watch?v=SJ8JKHdPnwk

    http://www.youtube.com/watch?v=PbR5aB_NrcQ

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