domenica 7 novembre 2010

Discarica a mare

Immagino che abbiate visto tutti il servizio di Report sui capodogli spiaggiati in Puglia, nel dicembre scorso (beh se non l'avete fatto, basta che andate al post precedente). Il servizio è molto preciso e puntuale, secondo lo stile di Report, e grazie anche alla competenza e la preparazione degli intervistati Sandro Mazzariol (UniPadova) e Gianni Pavan (UniPavia/CIBRA), che conosco entrambi molto bene.
In quelle immagini, al di là delle ipotesi sulle morti dei capodogli e della possibile connessione con le prospezioni geologiche, che conoscevo già, mi ha colpito molto la sequenza in cui vengono mostrati i contenuti stomacali delle povere bestie. Un campionario impressionante di schifezze: borse, buste di plastica, scatole, cavi d'acciaio...

Sconvolgente, anche se risaputo, quanto l'incuria dell'uomo abbia infestato il mare. L'idea di un fondale marino punteggiato di plastica, cassette, lavatrici, copertoni, bottiglie e altro ciarpame è quanto di più triste e disturbante. E' come un'opera d'arte sporcata di inchiostro dalla mano ignorante di un vandalo.

Il problema dei rifiuti in mare è planetario e l'Adriatico non solo non è da meno, ma anzi ne risente come e più di altri mari. Cosi "piccolo" e circondato da terre sovraffollate di gente, è un collettore naturale di robaccia artificiale.
Recentissimo è questo articolo, in cui ricercatori croati hanno esaminato il contenuto stomacale di 54 Tartarughe comuni (Caretta caretta) e in più di un terzo di esse (35.2%) hanno trovato plastica.

Stime delle Nazioni Unite parlano di 18.000 pezzi di plastica per ogni chilometro quadrato di mare, per un totale che supera i 100 milioni di tonnellate. Si è anche parlato molto della presenza nel Pacifico di una isola di plastica e rifiuti galleggianti, formata e tenuta insieme dalle correnti, grande quanto due volte lo stato del Texas.

Se anche questi materiali non fossero pericolosi per le creature marine, e invece lo sono eccome, ma quale triste e schifoso scempio stiamo facendo del nostro pianeta? In un mondo che sta appena appena iniziando a capire che il problema non è più come eliminare i rifiuti, ma come non produrne affatto (ed è possibile), prima o poi ci sarà qualcuno (i nostri figli? i nostri nipoti?) che dovrà ancora raccogliere l'immondizia che generazioni troppo poco lungimiranti hanno lasciato.

1 commento:

  1. ciao,
    si è una scandalo questa situazione, l'inquinamento delle acque è un problema da non sottovalutare per nessun motivo! Speriamo di riuscire a invertire questa tendenza il prima possibile, e soprattutto prima che sia troppo tardi.

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