giovedì 15 dicembre 2011

L'assassinio del mare

Ieri sera verso le 23,30 ho acceso la tv dopo una settimana in cui ho dimenticato di averla in casa. Mi trovo la faccia dello scrittore Mauro Corona che parla, stranamente, di vongole e cozze. Il personaggio mi piace e vedo di capire dove vuole andare a parare. La trasmissione si chiama Tracce e scopro che le parole di Corona sono solo il preambolo a un documentario del giornalista Roberto Pozzan, dal titolo "L'assassinio del mare".

Resto a guardare e capisco ben presto che il mare ucciso di cui si parla è proprio il "mio" Adriatico. Sono rimasto incollato allo schermo fino a quasi l'una, con lo stomaco sempre più stretto, e la tristezza e la rabbia che si alternavano facendo precipitare il mio umore sempre più nel nero.
Servizi e interviste da Venezia, Chioggia, Bellaria, San Benedetto del Tronto e poi anche Mazara del Vallo, in un altro mare. Testimonianze drammatiche di quello che so da anni, di quello che tutti, pescatori, politici, appassionati, biologi, sanno da anni. Il mare sventrato, svuotato, saccheggiato, in mille modi, legali e illegali. Un crescendo pauroso, di barche sempre più grandi, di motori sempre più potenti, di strumenti sempre più distruttivi. Il mare che muore sotto i colpi ciechi di una società costruita sui soldi, grassa, indifferente, brutta, insensibile.
Il mare che non ce la fa a riprendersi, perché viene violentato di continuo, mille volte al giorno, e che morendo si trascina dietro i suoi assassini, i pescatori. Che consumano sempre più la loro vita dietro a un mare che non dà più niente. Costretti a stare fuori sempre più ore, a volte giorni interi, per pescare una frazione di quello che una volta pescavano in un giorno. Pesci sempre meno vari, di taglia sempre più piccola, che non rende nulla. Vite devastate, che vivono alla giornata, che tirano avanti a stento, andando a raschiare il fondo di un barile svuotato da tempo. Costretti a pescare sempre più vicini a riva, dove non si potrebbe, scappando al largo solo all'alba, quando è possibile venire beccati da Finanza e Capitaneria.
Tutto sotto gli occhi compiacenti di burocrati e politici che hanno concesso licenze anche quando non si poteva; che sanno ma "non devono sapere". Che dicono al giornalista, testimone di un illecito: "almeno non me lo dica...".
L'Adriatico è moribondo, ma la follia non si fermerà, non illudiamoci. E, come dice il vecchio pescatore di Bellaria: "Cosa resterà dell'Adriatico? Solo l'acqua".

7 commenti:

  1. Le parole di quella donna moglie di un pescatore e madre di un pescatore sono state emblematiche e hanno riassunto tutto ciò che è successo e sta succendendo al Mar Adriatico...ancora una volta la sensazione di una coscienza che esiste ma che purtroppo è impotente di fronte all'irreversibilità del danno!

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  2. Questo sentimento di rassegnazione , di amara consapevolezza in un declino inarrestabile è insieme diabolico e distruttivo. Ancor più di cento barbare flottiglie ! Cosa possiamo fare, come possiamo agire?

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  3. Enzo, ormai non resta che agire sul sistema, e dunque solo con gli strumenti della politica.

    A livello di singoli si può fare poco: scegliere un consumo del pesce ragionato, consapevole e sostenibile. Bisogna insegnare alla gente quale pesce comprare e come comprarlo:
    http://tinyurl.com/7b675me
    Oppure smettere di mangiarlo.

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  4. sai che ogni tanto ci penso a smettere di mangiarlo? per quanto, in verità ne mangiamo sempre meno, visti i prezzi, in genere alici e naselli, e quando le trovo palamite e sarde, e il mio pescivendolo è uno che prende preferibilmente pescato locale...
    però poi penso che il pesce fa bene... soprattutto alla piccola, e non saprei proprio come sostituirlo, al contrario della carne che è sostituibile, in parte, con i legumi.
    Bello il pdf di slow food... lo diffondo.

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  5. Marco Affronte ha ragione. Occorre un grosso e costante impegno politico da parte dell'elettorato attivo (ovvero spingere, noi elettori più sensibili, verso i candidati e le politiche eco-compatibili) e da parte dell'elettorato passivo, ovvero chi viene eletto, il quale, deve assolutamente migliorare rispetto allo schifo attuale di indifferenza e menefreghismo.
    Non è una cosa facile. In Italia sta rapidamente peggiorando la qualità e la quantità dell'intervento pubblico&privato verso il mare e l'ambiente in generale. Anni e anni di pessimi dirigenti e scadenti ministri hanno messo sottotraccia programmi e azioni già disponibili incidendo oltretutto sulla cultura ecologica delle nuove generazioni. E' un'impresa immane quella che attende chi a a cuore questi problemi anche perché c'è sempre più il fattore tempo a premere: se non ci diamo una mossa il mare lo vedremo solo nei filmati televisivi.
    Ottima l'idea di diffondere un corretto vademecum alimentare per quanto riguarda il pescato, magari, per i più tenaci, mettendo in discussione proprio questo tipo di cibo.
    Manuel

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  6. Dal post e dai commenti, che riportano brani del video, ho l'impressione che sia stato mandato in onda già qualche tempo fa, ovviamente in orario improbabile: meno gente sa, meglio è. Continuiamo ad andare al mercato a cercare spigole e branzini, non poniamoci domande se il tonno pinna rossa è ormai introvabile e supera in costo quello del tartufo… Seguitiamo a girare la faccia dall'altra parte, a far finta di non vedere, a non voler sapere. E aspettiamo che si realizzi la triste profezia di quel pescatore che dice che nel mare ci sarà rimasta solo l'acqua. Che tristezza infinita!

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