lunedì 9 luglio 2012

La Corea caccerà le balene? Sì, no, forse.

Ecco le decisioni più importanti degli ultimi tre giorni del meeting della International Whaling Commission.

4 luglio
Si discute della Aboriginal Subsistence Whaling (vedi qui). La quota da allocare alla Groenlandia, che chiedeva un aumento, produce una discussione accesa, e viene rimandata. Si affronta quindi il discorso delle quote di USA (Alaska), Russia e Saint Vincent e Grenadines. Si "bisticcia" sul fatto che le tre quote vengono discusse assieme e non separatamente. Alla richiesta di farlo, gli Usa si oppongono. Non si arriva a un accordo e dunque si va al voto. Con 48 voti favorevoli (e solo 10 contrari: Argentina, Brazil, Chile, Colombia, Costa Rica, Dominican Republic, Ecuador, Gabon, Peru, Uruguay), la proposta passa e dunque queste quote vengono garantite per altri 6 anni.

5 luglio
La Corea del Sud annuncia che in futuro prenderà in considerazione il ritorno alla caccia alle balene, per "scopi scientifici". Le ultime balene che la Corea ha cacciato (69 balenottere comuni) risalgono al 1986, primo anno di attuazione della moratoria mondiale. Era una quota che si erano auto-attribuiti, sempre per "scopi scientifici". Ovviamente l'annuncio ha suscitato molte reazioni contrarie.

Lo stesso giorno si discute finalmente della quota da assegnare alla Groenlandia, che chiedeva di aumentarla, per i prossimi sei anni. La Groenlandia caccia megattere e balenottere comuni. Per fortuna le rivelazioni della Whale and Dolphin Conservation Society hanno il loro peso: avevano infatti scoperto che parte della carne delle balene cacciate in Groenlandia, veniva venduta ai turisti nei ristoranti e nei supermarket. Questo è chiaramente contrario alla definizione di baleneria di sussistenza. Così la proposta della Groenlandia viene bocciata con 25 voti a favore e 34 contrari.

Come dicevo, all'IWC si parla anche di questioni legate alla conservazione. In effetti, ancora il 5 luglio, gli stati membri si sono trovati d'accordo su una risoluzione portata avanti da Germania e dagli stati dell'Unione Europea, più la Svizzera, relativa alla "importanza di una costante ricerca scientifica per quanto riguarda l'impatto del degrado dell'ambiente marino sulla salute dei cetacei e dei relativi effetti sulla salute umana". In breve, questo significa affrontare gli effetti negativi degli alti livelli di contaminanti organici e metalli pesanti sull'ambiente e l'impatto che questi hanno su balene e delfini.

6 luglio
E' l'ultimo giorno di lavori. La proposta del Principato di Monaco di una collaborazione delle Nazioni Unite allo scopo di proteggere ulteriormente balene e delfini in mare aperto, ha trovato la forte opposizione delle nazioni baleniere, e alla fine è stata ritirata.

Nei giorni successivi alla conclusione dell'IWC, si registra la forte opposizione dell'opinione pubblica coreana, alla decisione del proprio governo di valutare l'idea di riprendere la caccia alle balene. E il governo coreano sta già, a quanto pare, facendo marcia indietro. Una buona notizia.

2 commenti:

  1. E meno male che ogni tanto c'è una buona notizia! Il punto cruciale, secondo me, sta tutto nel fatto che occorre comprendere UNA VOLTA PER TUTTE che la questione degli "scopi scientifici" è soltanto una copertura per altri fini. Non sono una biologa marina, ma da semplice e persino banale persona comune mi domando: di quante carcasse ha bisogno ciascun governo per poter studiare la biologia di questi animali? Possibile davvero che ogni diverso Paese abbia necessità di uccidere tanti animali, anche oggi che i dati scientifici (e non solo!) possono essere comodamente condivisi via web?

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  2. Viviana hai ovviamente ragione. Gli scopi scientifici sono solo una triste e ormai ridicola copertura. Il Giappone, da quando la moratoria è iniziata, ha già ucciso oltre 20.000 balene per condurre queste fantomatiche ricerche...

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