sabato 24 maggio 2008

La prima orca non si scorda mai

Nel 1964 nessuna orca era mai stata catturata ed "esposta" in un acquario. Poi venne Moby Doll. La sua storia comincia quando il Vancouver Aquarium decide che, in seguito all'espansione delle sue strutture, vuole esporre una scultura a grandezza naturale di un'orca.
Oggi le orche hanno nell'immaginario collettivo un posto di onore, suscitando soprattutto ammirazione e stupore per le loro dimensioni, la loro vita sociale, le loro tecniche di caccia. Non era così quarant'anni fa. Alle orche si sparava a vista. Erano animali malvagi o aggressivi a dir poco. I pescatori, se solo ne avevano la possibilità, le uccidevano: uccidevano il "black fish" attivo rivale nella cattura degli stessi preziosi salmoni che anche i pescatori cercavano.
Tornando alla scultura, l'allora direttore dell'acquario, Murray Newman, pianificò allora una spedizione per catturare e uccidere un'orca, in modo da poterla osservare e studiare e averne una riproduzione fedele.
Newman formò una squadra in cui c'erano dei pescatori (uno dei quali aveva esperienza con l'arpione), lo scultore, e un manipolo di volontari. Si piazzarono a Saturna Island, un posto dove era sicuro il passaggio delle orche, nel periodo giusto. Arrivarono il 22 maggio e man mano che il tempo passava qualcuno se ne andava, rimpiazzato da qualcun altro. Aspettarono fino al 16 luglio, e infine le orche arrivarono, l'arpione fu sparato e un'orca colpita sul dorso. Ma per lo stupore di tutti, non morì. Così Newman partì in fretta e furia dal suo ufficio a Vancouver e arrivò lì dove si trovò a che fare con un'orca viva. E ora non sapeva che fare. Decisero di portarla "come un cane al guizaglio" fino ad un recinto in mare, nella zona a nord di Vancouver. La chiamarono, con un sondaggio pubblico, Moby Doll.
La notizia esplose come una bomba. Non era cosa da tutti i giorni poter vedere da vicino un'orca. Anche gli scienziati arrivarono da tutto il nord America. Il giorno in cui aprirono i cancelli al pubblico, si presentarono 20.000 persone.
Non si sapeva niente di orche, e dunque non sapevano nemmeno di che sesso fosse. Quando però una bimba chiese a suo padre "Cos'è quello?", fu chiaro che "quello" era un pene, e Moby Doll era un maschio.
Per due mesi non mangiò nulla. Gli diedero carcasse di foche, lingue e grasso di balena, ma niente. Più tardi si scoprì che le orche residenti mangiano solo pesce. Poi venne spostata da un'altra parte e sottoposta anche a cure mediche, ma morì il 9 di ottobre, meno di tre mesi dopo la sua cattura.
Prima che morisse il Marineland del Pacifico offrì 25.000 dollari per avere Moby Doll. Come scriverà Newman, "l'età dell'innocenza era finita". Da allora in poi ogni orca ebbe sulla sua testa una taglia.
Nel 1973 già più di 12 acquari avevano orche in cattività, tutte catturate sulla costa del Pacifico nord orientale stato di Whasington, USA, e British Columbia, Canada). Ben 263 orche erano già state catturate, non tutte arrivarono in vasca. Alcune morirono prima, altre vennero tenute in attesa e poi rilasciate.

Le orche in cattività sono una tristezza. Semplicemente troppo grandi per qualunque vasca. Ma soprattutto troppo meravigliosamente complesse nel comportamento e nella socialità, per esserne così brutalmente private.
Io ne ho vista una sola in vita mia. Mi è bastata. Lolita, la solitaria orca del Seaquarium di Miami. Un posto che sa di vecchio (e lo è), una vasca semplicemente ridicola, uno spettacolo da far male al cuore.

10 commenti:

  1. Povere orche... :(
    Paradossalmente noi temiamo l'invasione di "fratelli umani", nostri simili e ce ne freghiamo di invadere il territorio degli Animali...

    Ho qualche dato inerente al tuo post ma ricopiare mi avrebbe fatto vincere l'oscar del commento più lungo nella storia dei blog ;) quindi ne ho ricopiato alcuni in un documento che potete scaricare qui:

    http://download117.mediafire.com/mn43uim1m3zg/myii3nlwob3/povere+orche.doc

    Un abbraccio e splashosa Domenica :)

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  2. ieri sera leggevo Mowat, e dello sterminio terribile di un banco di 23 globicefali nel porto di St. Pierre... una carneficina..mi si è stretto il cuore...e mi sono vergognata della crudeltà che noi uomini sappiamo perpetrare..
    le orche, tra i cetacei, sono le mie preferite...
    aveva ragione Mayol nel dire che noi uomini amiamo i delfini perchè ci fanno divertire e li trattiamo come pagliacci..

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  3. @Flipper il tuo documento, non sono riuscita a scaricarlo...

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  4. Completamente d'accordo con le parole di Mayol...che spesso mi piace ricordare...

    ci riprovo con un link più corto:-P

    http://www.mediafire.com/?myii3nlwob3

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  5. Lo scorso Settembre ero in Canada a far visita ai miei genitori. Ho voluto rivisitare il parco acquatico di Toronto. Fu li che vidi per la prima volta un'orca. Era il giorno del mio decimo compleanno e il mio regalo fu un bacio dall'orca che tutti conoscono come Free Willy. Mi fecero salire in cima ad una pedana che a me sembrava altissima. Ricordo molto bene quel momento, ero terrorizzata! Vedere quell' enorme massa nera prendere velocità, balzare fuori dall'acqua, avvicinarsi a me e poi darmi una capocciata.....pensai:mi avevano detto che avrei ricevuto un bacio!? Tutta bagnata e con le gambe tremolanti scesi la scaletta. Ero felice perchè le orche erano già la mia passione ma non facevo salti di gioia. In quel momento avevo forse realizzto che le orche non sanno che cosa sia un bacio e che alcuni uomini le avevano soltanto imposto di saltare fuori dall'acqua verso un palloncino che era appeso vicino al mio capo. A distanza di 26 anni le orche ci sono ancora a Toronto. Ogni tanto una di loro muore. Vivono in vasche piccole ed igienicamente scadenti. Sono clown, niente più di questo. Il giorno che ero li c'erano una mamma orca con il suo cucciolo. Dal vetro di acrilico, sotto le vasche le potevamo vedere. La mamma non stava bene. Rimetteva e a me sembrava che avesse anche problemi intestinali. Fu scioccante vedere che la fecero esibire lostesso. Quel giorno i miei figli erano li con me, ma non per ricevere baci. Per vedere questo "spettacolo" abbiamo pagato ben 150 dollari. Ma volevo che loro vedessero e capissero che nessuna vasca è paragonabile all'oceano e che nessun uomo ha il diritto di togliere la libertà e la dignità ad un altro essere vivente.

    In quello stesso parco ci sono anche beluga in cattività. Ti fanno pagare venti dollari per tirargli un pesce da mangiare e fargli una carezza.....c'era la fila......

    baci
    Christina

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  6. Può sembrare paradossale, ma la ricerca sulle orche ebbe inizio proprio da quella "taglia": intelligentemente, il governo canadese (o della Columbia Britannica, non mi ricordo), vedendo tutto questo interesse, volle prima sapere quante poi ce ne fossero, in fin dei conti. Si finanziò dunque uno studio, con l'indimenticabile Mike Bigg, persona straordinaria. Vennero distribuiti dei questionari, perché pareva che dappertutto ci fossero orche. Grazie a questo "inventario" e alla scoperta di Bigg che le orche potevano essere riconosciute individualmente grazie ai disegni sul dorso, si scoprì che non erano poi così tante e così si limitò l'esportazione. Bisogna pensare che in quei periodi, a causa di una diatriba Canada-USA, in alcuni paesini della Columbia Britannica c'era il 30% di disoccupazione ... Alcuni del gruppo che catturò le prime orche divennero alcuni dei più accaniti difensori dei diritti delle orche. Un dottorando che studiò con Mike Bigg, "un certo" John Ford, scoprì che le orche potevano essere pure distinte, ad ogni modo la loro appartenenza ad un gruppo poteva essere riconosciuta, attraverso i loro "dialetti". Non è 40 ... è piuttosto ancor 30 anni fa che si sparava alle orche ... ora non più. 20 anni fa il whale watching per le orche era ancora agli inizi ... solo che stiamo facendo peggio che rinchiuderle nei delfinari: stiamo distruggendo il loro ambiente vitale! Stiamo distruggendo da una parte i salmoni selvatici, assaliti dai parassiti che si sviluppano negli allevamenti di salmone, posti troppo vicini alle zone dove migrano quelli selvatici; stiamo inquinando il loro mare: alcune delle orche spiaggiatesi lungo le coste occidentali del Canada e degli Stati Uniti presentavano un tasso d'inquinamento peggiore dei beluga del San Lorenzo ...
    solo che tutto questo non lo si vede ... non ci sono "show", non c'è sangue che scorre ... spariscono e basta ...

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  7. Due link anche da parte mia, anche se in inglese ...
    dal paese delle orche ...
    http://www.savebcsalmon.ca/
    http://www.adopt-a-fry.org/

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  8. @Flipper grazie! sono riuscita a scaricare il documento... :o)

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  9. Cara Yubi,mi trovi d'accordo con ciò che hai scritto. Hai parlato di disoccupazione, dei salmoni Canadesi che stanno scomparendo...di un habitat che muore. Non riusciamo a capire (o forse non ci conviene) che questi meccanisimi, questi problemi sono tutti collegati tra loro. Non si può pensare di risolvere una cosa e un'altra no. Se un uomo è disperato perchè non trova lavoro e gli viene offerto di salire su una barca per pescare (qualsiasi tipo di animale marino) dubito che si tirerà indietro. Del resto nei paesi più poveri ci sono bambini che praticano il "finning". E' troppo facile per i potenti sfruttare la disperazione e "l'ingnoranza". L'educazione ambientale deve iniziare in famiglia e fosse per me istituirei la materia a scuola, ma questo va contro un sistema che privilegia il guadagno a discapito dell'umanità. Nonostante l'allarme ambientale mondiale i nostri governi non si adoperano volentieri a stanziare fondi per la sua tutela.....perchè? Da qui mi verebbe di parlare di Napoli che può sembrare tutto un'altro discorso, secondo me non lo è affatto.
    Per quanto riguarda i delfinari, leggendo ho trovato che c'è molta "sporcizia" sotto. Anche qui è un discorso di educazione. Le persone che visitano i delfinari non sanno cosa vanno a finanziare. Pagano volentieri fior di soldini per vedere i delfini o le orche o i beluga esibirsi ma non donerebbero una lira alle associazioni che si occupano della loro tutela. Nonostante tutto questo credo anche che le cose stiano lentamente cambiando il problema è proprio la parola lentamente.....troppo lentamente!

    baci
    Christina

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  10. Cara Flipper,

    sono stata davvero felice di aver letto questo racconto. Almeno, forse su una cosa ho ragione...qualcosa inizia a muoversi. Esistono anche insegnanti che capiscono l'importanza dell'argomento e lo portano in classe. E' anche straordinario vedere come la fantasia dei bambini viene stimolata quando si parla di animali. L'argomento li unisce e li rende creativi. Questo, oggi succede di raro. I loro occhi a volte sono spenti, vuoti, annoiati. E' pensando a loro che continuo a mandare avanti i miei progetti. Nelle occasioni in cui ho potuto parlare con i bambini di cetacei, di tartarughe e di squali l'atmosfera prendeva vita e la passione diventava palpabile. Sono emozioni che mi porto dentro e credo che qualcosina sia rimasto anche ai bimbi.

    Grazie Flipper e un abbraccione a tutti!

    Christina

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